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Gli invitati e le riserve - A casa (per ora) la ISD di Rujano

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Il punto è capire quanto margine, da qui al Giro, abbiano gli esclusi di oggi per rientrare in gioco e trattare una presenza alla corsa rosa. Come sempre, quando si parla di Angelo Zomegnan, bisogna provare a leggere tra le righe del suo comunicare: annunciati i 22 team che saranno al via da Amsterdam, l'8 maggio prossimo, c'è da dedurre quali di questi siano a rischio di scendere dal carro in corsa. Perché, che tale possibilità sia vivida, lo testimoniano la storia (due anni fa l'Astana venne inclusa ufficialmente una settimana prima del via, a scapito della moritura - all'epoca - NGC), ma anche le stesse parole del comunicato inviato da RCS Sport: "Le squadre e i loro componenti sono tutti invitati sub-judice". Quindi ci sarà la possibilità e il tempo (fino al 3 maggio) per ribaltoni e rivolgimenti.
Le 22 squadre per ora accolte sono tutte quelle che erano Pro Tour già nel 2008 (meno Euskaltel e Française des Jeux, che hanno di loro sponte rinunciato all'invito) più le ex Pro Tour Bbox e Cofidis (tutte queste avevano firmato il patto di Varese, a fine 2008, che prevedeva il dovere dei grandi organizzatori di invitare per due anni le squadre che all'epoca erano nell'UPT); oltre a queste, ci saranno le Professional Acqua&Sapone, Androni-Diquigiovanni, BMC, Cervélo e Colnago; e Sky e Katusha, oggi Pro Tour ma nel 2008 no (e quindi non legate al vincolo di invito).
Dicevamo degli esclusi: Zomegnan stavolta non si limita a rivendicare la sua libertà di scegliere chi invitare e chi no: si prende anche il lusso di nominare 6 riserve (Carmiooro, Flaminia, De Rosa, ISD, Skil e Vacansoleil), mentre altre tre squadre (31 in totale erano state le richieste di ammissione) non sono proprio state prese in considerazione. Tali riserve, da qui al 3 maggio, in qualsiasi momento potrebbero ricevere la golden card per accedere alla corsa rosa (situazione ideale per stilare programmi seri per la propria stagione...). E la riceveranno se qualcuna delle squadre al momento invitate dovesse venir meno per problemi "etici" o per insufficiente competitività degli atleti "schierandi". In ogni caso, sarebbe una decisione di Zomegnan, per la quale al patron del Giro nessuno chiederà conto.
Le vie dell'arbitrio sono infinite, nel ciclismo, questo si sa. Ma cerchiamo di essere concreti e prefiguriamo alcuni scenari possibili. Intanto, se Zome s'è tenuta aperta la porta della sostituzione in corsa, evidentemente qualche idea in questo senso ce l'ha già (e l'annuncio di oggi scadrebbe così a puro atto formale: "Noi li avevamo invitati, non è colpa nostra se..."). Si chiarirà le idee la settimana prossima, quando incontrerà uno per uno i rappresentanti di tutte le 22 squadre, che dovranno presentare una preselezione di 15 atleti (da cui verranno scelti dai team i 9 da schierare al Giro)? Difficile, visto che selezionare 9 uomini su 15 significa avere possibilità opposte (sarebbe la stessa cosa se venissero poi scartati i 6 più forti dell'elenco dei 15, piuttosto che i 6 più scarsi?), e quindi desumere da questa lista il tipo di formazione che un tale team presenterà al Giro, sarebbe esercizio da negromanti.
In ogni caso, la scelta di Zomegnan sarebbe parecchio limitata rispetto ai 6 team cui ha cucito addosso il ruolo di riserva: potrà smentire se stesso, riaprendo la porta alla Flaminia di Riccò, dopo aver detto che i tempi per il modenese al Giro non sono ancora maturi? Potrà introdurre nella startlist la De Rosa, che non ha (ancora) aderito al passaporto biologico? Potrà dare spazio a uno dei due team olandesi, quando ha fatto capire che basta la Rabobank a rappresentare la terra da cui prenderà il via la corsa rosa? Rimangono Carmiooro e ISD, e indubbiamente tra le due avrebbe maggiormente le carte in regola la squadra di Scinto e Citracca, non foss'altro per la presenza di José Rujano, ingaggiato col chiaro obiettivo di disputare un grande Giro.
Ecco, Rujano, la ISD: se pensiamo che la formazione toscana era praticamente certa dell'invito, e si ritrova invece a questo punto con una stagione da reinventare, capiamo quanti danni può procurare l'arbitrio di cui sopra (anche se magari si può anche pensare a un normale turn-over tra Professional italiane - o di matrice italiana: l'anno scorso mancò Reverberi, due anni fa Masciarelli, tre anni fa Savio: a chi tocca nun se ingrugna, dicono a Roma).
L'alternativa è che invece sia tutto un gioco delle parti, un atto formale, come detto, per cui oggi la ISD è fuori, ma ha in tasca un lasciapassare già firmato per essere in qualche modo ripescata. Anche perché c'è poi un punto strettamente tecnico da valutare: ma se Zome&Vegni hanno disegnato un Giro per ultrascalatori, e i grimpeur poi li lasciano a casa (Rujano e Riccò, per dire), chi lo farà lo Zoncolan? Chi salirà a Kronplatz? Chi darà spettacolo sul Mortirolo?
Se trascuriamo le ovvie fanfare di casa Gazzetta, resta evidente che l'elenco dei presunti partenti al Giro è poverello, anzichenò. Le vedette internazionali si riducono a tre: Evans, Sastre e Vinokourov (largo ai non-giovani!). Pellizotti e Basso (peraltro compagni di squadra) i big italiani: tre GT in cinque palmarès messi insieme non sono il blasone di cui la corsa rosa avrebbe bisogno. Anche per questo motivo ci ostiniamo a pensare che uno furbo come Zomegnan non lascerà a casa un possibile terremotatore di montagna come Rujano (che quest'anno ha lasciato intravedere la possibilità di un suo ritorno ai livelli del 2005, quando fu terzo in classifica).
E, considerando che poi, senza Centenari o texanate di mezzo, senza progetti Washington-centrici o campionissimi italiani a catalizzare l'attenzione, il patron del Giro si gioca molta credibilità proprio sul tema dei protagonisti che onoreranno la corsa, saremmo pronti a scommettere che, dietro le quinte, il lavorìo di Angelone si stia sviluppando su direttrici che al momento paiono impensabili: della serie, ti abbiamo disegnato il Giro addosso, se non vieni ci offendiamo. (Caro Alberto). Forse è un semplice vaneggiamento, ma il cambio di programma di Contador, che salterà Catalogna e Paesi Baschi per convergere su Critérium International, Freccia e Liegi (7 giorni di gara in meno), e che ha avuto a che fare nelle scorse settimane con la moral suasion del suo team manager Martinelli (che vuol portarlo al Giro), è un indizio che potrebbe suggerirci il ritorno del madrileno, a due anni di distanza dalla sua vittoria.

(con la collaborazione di Sebastiano Cipriani)



Marco Grassi

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