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Mai sottovalutare Boonen - Tom s'impone a Montecatini su Martens

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Un po' d'aria di mondiale Montecatini Terme la deve suscitare, soprattutto ora che gli ultimi colpi di coda dell'inverno sembrano allontanare ancora un po' quella di primavera. Nella cittadina toscana infatti Mario Cipollini bardato d'iride colse la sua ultima vittoria di tappa della carriera al Giro d'Italia e nell'osservare il finale di gara odierno in cui, salvo poche eccezioni (anche se alcune di queste, come vedremo, determinanti), nelle posizioni d'avanguardia era presente tutto il meglio in termini di confronto in velocità era auspicabile assistere ad un successo di peso. Guarda caso poi chi è sfrecciato imperioso un mondiale l'ha vinto ed ancor prima di ritornare a concentrarsi sul proprio Olimpo fatto di pavé e muri, procede per il migliore dei modi nel suo percorso con vista riviera ligure. Sta bene, sta più che bene Tom Boonen e se vogliamo ce n'eravamo accorti già ieri, quando l'intoppo del salto di catena sull'ultima salita non gli aveva fatto perdere la calma e si era prodotto in un'agevole progressione per rimontare posizioni. Oggi però l'occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire e sul traguardo che tirava leggermente all'insù occorreva scaricare tutta la potenza possibile per non farsi superare da nessun'altro e centrare così il quarto successo stagionale. Naturalmente anche il posizionamento come sempre ha avuto la sua importanza e quando si è notato "Tornado Tom" alle spalle del treno Liquigas nei chilometri conclusivi si è capito che il colpo in canna poteva essere fragoroso. Già, la Liquigas. Non si può non masticare amaro nel team di patron Dal Lago, a cominciare da un Daniele Bennati sempre motivatissimo nel cercare il successo nella "sua" Toscana ma che non è riuscito a capitalizzare al meglio l'eccellente lavoro operato dai vari Quinziato, Oss (le menate del trentino non stanno passando affatto inosservate) e Sabatini, senza dimenticare neppure Pellizotti che in precedenza si era fatto vedere in testa al gruppo per fare la sua parte e con l'allungo di Agnoli subito dopo il suono della campana che sembrava far presagire ad una possibile azione degli uomini in verde sull'ultimo passaggio sulla salita di Vico, magari per far fuori qualche velocista. Spostatosi Sabatini negli ultimi 200 metri però a Bennati non è riuscita la stessa bella progressione che gli aveva permesso di rompere il ghiaccio in Oman ed a quel punto l'attenzione si è immediatamente focalizzata sul fatto che il Rabobank pronto ad uscire dalla ruota di Boonen fosse realmente Oscarito Freire, già vittorioso tre volte tra Maiorca e Andalucia. Con inevitabile sorpresa però la sagoma era quella del tedesco Paul Martens, atleta non nuovo nel fare bella figura in sprint non troppo affollati e che di Freire era stato già ottimo apripista nelle corse spagnole. Tenendo conto anche del ritardo accumulato ieri (5 minuti scarsi) è forse il caso di iniziare ad allarmarsi in prospettiva Classicissima oppure il tricampeón col suo nascondino ha in serbo l'ennesima sorpresa? A fargli compagnia tra l'altro sul traguardo ieri c'era anche Mark Cavendish, che oggi ha rivissuto la stessa scena del giorno precedente, perdendo contatto ogni qualvolta la strada iniziava ad inclinarsi pur senza raggiungere mai punte proibitive, ragion per cui i dubbi sul britannico potrebbero permanere fino alla giornata di sabato 20, senza dimenticarsi neppure del fatto che l'HTC dispone di un secondo velocista come Greipel che finora ha dato ampie garanzie. Ed ancora: cosa aspettarsi da un Thor Hushovd fin qui inesistente? E gli ultimi contrattempi di Petacchi avranno realmente influito sulla condizione dello spezzino, che pur essendo davanti ha delegato Hondo per la disputa della volata odierna?
Una serie di quesiti che nasce dopo una giornata animata ancora una volta da un tentativo scaturito nei primi chilometri di gara (l'ottavo per la precisione) promosso dal romagnolo Marangoni a cui si sono uniti nuovamente un uomo ISD (Caccia, che ha dato un bel segnale di ripresa dopo la caduta di ieri) oltre a Ignatiev e Pérez Lezaun. Per loro una punta massima attorno ai 5 minuti ed un vantaggio tenuto sotto controllo dal gruppo negli ultimi due passaggi dal lavoro delle varie squadre interessate ad una conclusione a ranghi compatti come Garmin, Liquigas, Sky e Française des Jeux (in evidenza con belle trenate il giovane Offredo) e chi invece avrebbe voluto ridurre sensibilmente il gruppo di testa per eliminare qualche velocista che si sarebbe rivelato troppo scomodo nel finale. E' stato il caso dell'Androni, impegnata a condurre al meglio Ginanni verso il traguardo (sull'ultimo passaggio ci ha provato Serpa a forzare in testa al gruppo) e dell'Acqua e Sapone, rinfrancata dalla bella prestazione di Paolini di ieri (sul penultimo passaggio si è visto Miholjevic in testa). La salita di Vico non era, sia per lunghezza che per pendenze, la più adatta a creare la selezione ed anzi, è stata a momenti più la discesa a creare un momentaneo frazionamento sull'impulso delle trenate della Liquigas. Neppure tra i fuggitivi si è creata differenza, con Ignatiev che ha tentato l'allungo in progressione prontamente rintuzzato da Caccia e che ha riprovato un'ultima disperata sparata nel momento in cui la fuga ha avuto il suo termine a 4 chilometri dal traguardo. Con i Liquigas, i Cervélo, i Lampre ha fatto capolino anche Robbie McEwen, ben piazzato alla ruota di Boonen ma che poi non è riuscito a produrre una rimonta che gli consentisse di andare al di là del quarto posto. Ancora piazzamenti per Rojas (quinto), Ginanni (sesto e protagonista ieri di un alterco verbale con Farrar riguardo le ultime fasi dello sprint) ed il giovane Modolo, che regala un altro buon piazzamento ad una Colnago in attesa di ritrovare il miglior Mattia Gavazzi per gli sprint. Si riparte domani con Gerdemann ancora leader per l'ultima tappa toscana con arrivo a Monsummano Terme e con un San Baronto piazzato a poco più di 15 chilometri dal traguardo. Magari abbastanza per stuzzicare la fantasia dei Visconti, Nibali o Ginanni che di questa ascesa conoscono ogni singolo metro.

Vivian Ghianni

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