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Contador non Mende - Vince come da annunci alla vigilia

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Se già ieri non si era tenuto sul risibile strappetto della Côte de la Martinie alle porte di Aurillac, figurarsi se oggi Alberto Contador non avrebbe fatto qualche fenomenata delle sue. L'arrivo di Mende, al termine della salita più dura di questa Parigi-Nizza un po' troppo smussata altimetricamente, era quello che avrebbe dato una fisionomia abbastanza credibile alla classifica. E naturalmente il madrileno vincitore di due Tour ha deciso di non mancare dalle posizioni che contano; anzi, per non sbagliare, ha puntato direttamente al primo posto. E siccome la sua pistola è sempre carica, anche stavolta Alberto ha potuto sparare la sua esultanza, sotto lo striscione del traguardo, dopo aver fatto disperare i suoi inseguitori in quell'ultimo chilometro e mezzo di gara.
1600 metri, per la precisione, quelli che mancavano alla vetta (la Croix Neive, intitolata a Laurent Jalabert in memoria della vittoria di Jajà qui al Tour del 1995) quando dal gruppo dei migliori è partito Contador, secondo quanto annunciato non solo a mezzo stampa, ma anche più direttamente per il tramite dei suoi compagni di squadra, che hanno lavorato con efficacia (e con l'aiuto di HTC e Cofidis) per chiudere sulla fuga di giornata (Pineau, Loubet, Nieve, Moinard, Marino, Marcato e Timmer) e per aumentare poi il ritmo quando la strada ha iniziato a salire nel finale. Lo stesso Navarro, uno dei fedelissimi di Alberto, ha annullato il primo scatto, operato da Rolland a 9 km dalla fine (sulla Côte de Chabrits, che precedeva immediatamente l'ascesa conclusiva).
Un francesino dopo l'altro, ripreso Pierre è partito Brice, ma il minore dei fratelli Feillu si è svuotato per niente, visto che il gruppo (via via più assottigliato) gli è rimasto a non più di 20 metri. Con Cunego a curare la ruota di Contador (dimostrando quindi notevole previdenza), e con Egoi autore di un breve allungo per prendersi un traguardo volante, è stato il ritmo di Bono a condurre il plotone sulle prime rampe di Mende.
Tra gli uomini di classifica, il primo a perdere la bussola è stato Tony Martin, ai 1800 metri, mentre Le Mevel provava a stanare qualche big con un allungo interessante. 200 metri di assestamento, ed ecco quindi Contador mettersi davanti e iniziare a picconare. Lo stesso Le Mevel ha provato sulle prime a tenere il ritmo dello spagnolo, per poi convenire che non era il caso, e proseguire al suo ritmo (con risultati discreti, visto che ha chiuso la tappa all'ottavo posto).
Con Contador 30 metri avanti ai rivali, e con Valverde a provare timidamente di tenere l'avversario (a distanza), la maglia gialla Voigt si è staccata, imitata poco dopo, su un nuovo rilancio di Alberto, dal giovane Sagan, che nell'ultimo chilometro e mezzo ha pagato quasi un minuto (è comunque ancora ottavo in classifica, e la sua Parigi-Nizza può tuttora definirsi impressionante).
Dai 1600 ai 600 metri stava intanto andando in scena il chilometro più appassionante della giornata: Contador continuava danzando in testa, ma quei testardi di Valverde (e Joaquím Rodríguez, portatosi su Alejandro ai 1100 metri) non volevano saperne di mollare la presa, tenendo sempre il battistrada a un tiro di schioppo, così vicino da dare l'impressione di poter essere afferrato con la mano. Come la luna, in certe notti chiare e piene; e allo stesso modo, inafferrabile.
Alberto non perdeva una pedalata, Valverde invece sì, più di qualcuna: un fuorisoglia memorabile per il murciano, aiutato fino a un certo punto da JRO, ma poi conscio che non si poteva fare più di tanto, tantopiù che quell'altro, là davanti, schiacciava un altro po' il pedale del gas e prendeva un più congruo e adeguato margine. Né è servito l'arrivo, sulla coppia inseguitrice, di Samuel Sánchez, che ha rilanciato l'azione (facendoe male a Rodríguez), ma senza che ciò mettesse in dubbio l'ormai assodata vittoria di Contador, che aveva volato gli ultimi 500 metri.
A Valverde non è rimasto che lo sprint per il secondo posto su SSG, mentre un inatteso Voeckler si è issato fino alla quinta posizione di giornata, subito dietro a Joaquím, e subito davanti a Cunego e Kreuziger. Il veronese, che ha pure guidato l'inseguimento del drappello in prossimità del triangolo rosso dell'ultimo chilometro, non sarà ancora all'altezza degli spagnoli, ma da qui a un mese (e alle classiche valloni, quindi) molti equilibri potranno ribaltarsi. Sconfitto di giornata, oltre a Voigt che ha perso la maglia, è Luis León Sánchez, che non è mai parso competitivo sulla salita di Mende, e ha dovuto limitare i danni: 29" il suo ritardo, 28" quello in classifica, dove al momento è quarto. Alle spalle di Contador, Valverde insegue a 24", Kreuziger a 25", Samuel Sánchez a 29". Distacchi contenuti (e perfettamente in linea con le attese, visto il percorso), che non permetteranno ad Alberto di portare la maglia gialla a Nizza andando in carrozza. Tantopiù che i Caisse d'Epargne potranno far gioco parallelo, e non dimenticando che LLS sa come fare per scardinare certe situazioni in cui Contador pare imbattibile e poi si perde in un bicchier d'acqua: la Parigi-Nizza dell'anno scorso è lì a dimostrarlo.

Marco Grassi

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