Sangue blu nella (Ste)vens - La statunitense, neoacquisto Columbia, racconta la sua storia
Versione stampabile Al Mondiale di Mendrisio nella prova in linea in molti avrete notato una ragazza della nazionale USA poco conosciuta ai più che è rimasta in testa al gruppo a tirare per Kristin Armstrong praticamente dal primo all'ultimo giro: questa ragazza si chiama Evelyn Stevens, ha 26 anni ed è lei stessa a raccontarci la sua particolarissima storia.
Una storia che è per quanto riguarda il ciclismo è iniziata da pochissimo tempo.
«È vero, al college a Dartmouth giocavo a tennis e dopo essermi laureata mi sono trasferita a New York ed ho iniziato a lavorare nel mondo della finanza. Poi un po' per gioco, un po' per tenermi in forma nel 2008 ho cominciato ad andare in bici e lo scorso inverno insieme all'allenatore Matt Koschara ho iniziato ad allenarmi con un programma serio e definito. I primi test (la scorsa primavera ha fatto segnare 310 watt di potenza per cinque minuti, ndr) e le prime gare sono andate molto bene ed ora eccomi qui».
Il 2009 è stato quindi il tuo primo anno nel mondo del ciclismo d'élite, come ti sei trovata?
«Benissimo! È stato divertente ed emozionante allo stesso tempo, poi sono arrivati anche dei buoni risultati quindi tutto è ancora più positivo».
Degli ottimi risultati sono arrivati subito alla tua prima corsa internazionale, la Route de France. Li è arrivata una vittoria di tappa e il secondo posto nella generale, eri sorpresa o te lo aspettavi?
«Onestamente non me lo aspettavo perché non avevo mai corso in Europa e mi sono ritrovata subito a fare una corsa a tappe impegnativa e non potevo immaginarmi quale sarebbe stato l'impatto fisico ed emotivo».
Prima di venire a correre in Europa, però, hai fatto molte gare negli Stati Uniti, che differenze hai trovato tra questi due "mondi"?
«Le corse qui in Europa sono completamente diverse: tappe lunghe e impegnative, un ritmo completamente diverso e delle avversarie di altissimo livello. Negli Stati Uniti sono riuscita a vincere la Cascade Classic (con ben 3 vittorie di tappa) e la Fitchburg Longsjo Classic (lasciandosi alle spalle anche Jeannie Longo) ma anche il modo di interpretare la corsa è molto diverso: comunque ho la fortuna di trovarmi sempre bene». Il Giro di Toscana è stata la tua prima corsa in Italia, ti è piaciuta?
«Wow, adoro l'Italia e la Toscana è una regione splendida, spero di tornarci. La corsa poi è andata molto bene perché sono riuscita a terminare in 11a posizione nonostante ci fossero quasi tutte le migliori al mondo: anche noi americane avevamo una squadra molto forte ed eravamo veramente un bel gruppo molto affiatato».
Nonostante questa sia stata la tua prima stagione sei stata subito convocata per il mondiale, che esperienza è stata?
«È stata un'esperienza fantastica, sono molto felice. Correre per gli Stati Uniti in una gara così importante al fianco di tante campionesse è stato decisamente emozionante e la corsa per quanto mi riguarda è andata bene: ho fatto tutto il possibile per aiutare Kristin Armstrong che si è giocata il podio fino all'ultimo».
I tuoi ottimi risultati non sono passati inosservati, hai ricevuto tante offerte per il prossimo anno, vero?
«Si è vero, mi hanno cercato un molte squadre di alto livello ma alla fine ho scelto il Team Columbia perché è una delle squadre più forti al mondo e mi darà la possibilità di correre sia negli Stati Uniti che in Europa. Nella squadra ci sono ragazze fortissime e di grande esperienza, sono eccitata all'idea di correre al loro fianco e sono sicura che posso imparare tanto».
Che obiettivi hai per la stagione 2010?
«Per ora devo cercare di rimanere con i piedi per terra: il mio obiettivo sarà quello di lavorare bene per le mie compagne di squadra, osservarle ed imparare visto che sarà solamente il mio secondo anno come ciclista». Non abbiamo ancora parlato della tue caratteristiche. Ti vediamo spesso sorridente prima della partenza ma quali sono le tue qualità in corsa?
«In salita mi trovo bene e ho visto di essere competitiva; anche a cronometro me la cavo ma sono consapevole che devo e posso sicuramente migliorare molto su tutti i terreni. Nelle corse a tappe per ora mi sono sempre trovata molto bene ma adesso aspetto di testarmi anche in qualche corsa in linea impegnativa per capire se posso andare bene anche li».
C'è qualche corsa che ti affascina e che vorresti vincere?
«Per me questa domanda è molto difficile (ride): al momento proprio non saprei, magari ne riparliamo tra un anno!».