Con lo Stevio arriva una svolta - Il Giro Donne può fare la storia
Versione stampabileLa voce circolava già da qualche tempo ma tra indiscrezioni e smentite solamente oggi, alla presentazione ufficiale della corsa, ne abbiamo avuto conferma: il Giro Donne farà tappa sullo Stelvio. Sì, avete capito bene, proprio il Passo dello Stelvio, quella mitica vetta scalata dal Giro d'Italia degli uomini per la prima volta nel 1953 quando Coppi regalò ai suoi tifosi una delle sue grandi imprese: per le ragazze questa sarà una prima volta e, sebbene manchino ancora poco più di quattro mesi alla corsa, l'attesa è già grande.
Molti lettori probabilmente si chiederanno se ha senso portare una corsa femminile in cima ad una salita così lunga ed impegnativa: la risposta, molto semplicemente, è sì. L'inserimento nel tracciato di una salita famosa come lo Stelvio è una svolta che può finalmente portare il ciclismo femminile italiano ed internazionale su un altro livello, un livello in cui la parola "professionismo" non è più così dannatamente lontana come poteva sembrare negli ultimi anni: l'attenzione di tutti i media e anche solo dei semplici appassionati è sicuramente maggiore quando ci sono salite che hanno fatto la storia del ciclismo e ciò comporta quindi una maggiore visibilità di tutto il movimento. D'altronde nei Tour de France femminile disegnati da Pierre Boué tra il 1992 ed il 2003 si sono toccate ogni anno salite che quasi rendevano la corsa più dura rispetto a quella maschile (Alpe d'Huez, Ventoux, Tourmalet e Galibier solo per dirne alcune) e ogni tappa arrivi e partenze erano affollati di gente ed i media seguivano giornalmente la corsa: nel 2009 abbiamo avuto un bel Giro ma quanti spettatori c'erano sulle strade? E, Monte Serra a parte, quali sono state le salite affrontate?
Sicuramente è innegabile che la maggior parte del gruppo in una tappa simile farà una salita bestiale solo nel tentativo di portare la bicicletta all'arrivo ma anche questo, nei prossimi mesi, dovrà essere uno stimolo per le ragazze ad allenarsi di più (quando possibile, visto che molte studiano o lavorano) e soprattutto meglio: il salto di qualità del ciclismo femminile deve partire proprio dalle ragazze per poi estendersi alle squadre ed infine agli organizzatori. Bisogna fare comunque i complimenti a Giuseppe Rivolta non solo per questa bella novità ma anche per come ha saputo inserirla in modo intelligente nel tracciato: tutte le salite più dure di questo Giro Donne saranno nelle ultime tappe in modo da evitare ritiri di massa già nelle prime giornate ed in più le due tappe più impegnative non sono particolarmente lunghe, uno svantaggio forse per le grandi campionesse che hanno dalla loro proprio il fondo ma un grande aiuto a chi invece soffre nelle retrovie.
Nel suo complesso il percorso è molto bello, completo ed in grado di farci divertire ogni giorno. Si partirà dal Friuli con una tappa per velociste molto breve (appena 59 km) ma con un circuito finale sul lungomare di Trieste che ci darà modo di gustarci anche le bellezze della città. Ancora spazio alle sprinter a Riese Pio X mentre al terzo giorno ci sarà il primo appuntamento chiave per chi vuole vincere il Giro, una cronometro completamente pianeggiante di 17 km: favorite le grandi specialiste mentre le scalatrici dovranno cercare di limitare il distacco per poi puntare a recuperare in salita tutti i secondi persi qua. Le sprinter troveranno spazio ancora nella quarta tappa a Lendinara (dove Teutenberg vinse nel 2008) e nella passerella finale a Monza ma in mezzo ci sarà tanto terreno buono per dare battaglia. Quinta e sesta tappa sono abbastanza mosse e potrebbe vedere fughe o attacchi a sorpresa prima delle tre tappe più impegnative della corsa: nella frazione con arrivo ad Albese con Cassano, dedicata alla memoria di Fabio Casartelli, si scaleranno Sormano e Ghisallo; il giorno successivo arrivo a Livigno dopo aver affrontato Maloja, Bernina e Forcola mentre sabato 10 luglio sarà il grande giorno dello Stelvio, anticipato dalla salita di Trepalle in una tappa che misurerà appena 69 km.
Questo Giro sarebbe piaciuto molto a Fabiana Luperini e Nicole Brändli, ma purtroppo la grandissima scalatrice toscana e l'elvetica (otto Giri in due) hanno appeso la bici al chiodo alla fine della scorsa stagione e quindi il prossimo 2 luglio non saranno al via della corsa rosa: ovviamente è presto per parlare di favorite ma scalatrici come Haüsler, Pooley, Pucinskaite e, se ci sarà la nazionale americana, Abbott sono quelle su cui ci sentiremmo di puntare al momento. Tra le azzurre le più attese saranno ovviamente l'iridata Tatiana Guderzo, finalmente matura per puntare al podio finale, e Noemi Cantele che invece punterà ai successi parziali, magari proprio nella sua Arcisate. Un'altra grande vittoria dell'organizzazione del Giro Donne è che finalmente i Campionati Europei non si disputeranno più in contemporanea: potenzialmente alla partenza di Trieste potremmo quindi avere tutte le atlete più forti al mondo, una cosa che non può che far bene alla corsa ed alla crescita del movimento. È una grande occasione, non va sprecata.