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Luperini: «Il Giro non finisce sul Serra» - La pisana a caccia della sua sesta maglia rosa

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Dopo un 2008 senza dubbio pieno di soddisfazioni, con la conquista del quarto titolo italiano seguito dal quinto successo in carriera al Giro d'Italia a rendere ancor più memorabile un palmares già di per sé straordinario, Fabiana Luperini si appresta nuovamente ad affrontare la corsa rosa con l'obiettivo del massimo risultato. Il fatto che l'atleta della Selle Italia-Ghezzi abbia fin qui alzato una sola volta le braccia al cielo nel corso della stagione (nella seconda tappa del Gracia-Orlova in Repubblica Ceca) non deve sicuramente far pensare ad una Luperini in disarmo, nonostante una concorrenza che si presenta senza dubbio agguerrita. La particolare conformazione del Giro Donne di quest'anno potrebbe quindi creare ancora i presupposti per un grande spettacolo.
Iniziamo dalla fine, ovvero i campionati italiani. Per un po', si è avuta la sensazione che il tentativo a quattro assieme a Guderzo, Cantele e Berlato potesse andare a buon fine. Poi cos'è successo?
«Non essendo un'atleta sufficientemente veloce, avevo necessità di staccare le mie avversarie, perché in un eventuale arrivo in volata soprattutto la Cantele e la Guderzo si sarebbero sicuramente dimostrate più veloci. Ho cercato di staccare le mie avversarie in salita ma quando mi sono accorta di non essere in grande giornata e che il percorso non mi constentiva di fare la differenza ho lasciato che fossero le altre a promuovere l'azione, visto che erano molto più interessate di me ad una conclusione in volata. Non c'è stata però una grande collaborazione, le altre non hanno spinto molto ed a quel punto sono rimasta tranquilla facendo la mia gara, visto che correvamo tutte per squadre diverse ed avevamo esigenze diverse. Inoltre avevo alcune mie compagne dietro di me ed ho ritenuto di dover aspettare, perché ogni tanto, anche in situazioni come questa in cui magari non si è in gran giornata, è anche giusto ripagare delle compagne che si trovano a lavorare in altre occasioni».
Portiamoci verso il discorso Giro. Quest'anno, a differenza dei precedenti, non hai partecipato alla prova di Coppa del Mondo a Montréal, che pure ti aveva visto grande protagonista negli ultimi anni. Successivamente hai preso parte ad Emakumeen Bira in Spagna e Giro del Trentino. Giunti a questo punto,cosa possiamo dire riguardo la condizione di Fabiana Luperini?
«Lo scorso anno venivo senza dubbio da un periodo molto più positivo soprattutto a livello di morale, con le vittorie ottenute al Giro del Trentino e nel campionato italiano, che avevano creato molto ottimismo in vista del Giro. Quest'anno ho svolto comunque queste gare in preparazione, anche se il Giro si presenta disegnato in maniera diversa e rispetto alla scorsa stagione potrei partire svantaggiata dal percorso, ma comunque in questo momento la condizione si presenta buona».
Ed eccoci al Giro. Una cosa balza subito all'occhio: le prime quattro tappe saranno in terra toscana. Quanto è importante, a livello motivazionale anche per il proseguimento del Giro, iniziare l'avventura proprio sulle strade di casa?
«Naturalmente il fatto di correre in casa rappresenta sempre una grande soddisfazione, dal momento che mi ritrovo a correre tra persone amiche ed inoltre ho la fortuna di conoscere benissimo i percorsi. Capita così che lì dove magari non si riesce ad arrivare con le gambe si riesce ad arrivare con la testa grazie al sostegno di queste persone. Poi ovvio che non tutti gli anni si riescono a trovare percorsi adatti, ma il fatto di disputare la crono a casa mia, anche se potrebbe risultare molto più adatta ad altre atlete, può costituire un vantaggio in più».
Difatti dopo il prologo di Scarperia notiamo, appunto, che appena due giorni dopo ci sarà la prova a cronometro di Santa Maria a Monte, che soprattutto nella parte finale dovrebbe consentire alle meno specialiste di non perdere troppo terreno...
«La prima parte sicuramente sarà più favorevole alle specialiste, che però magari soffriranno in quella conclusiva. Ci saranno comunque avversarie in grado di andare forte su ogni terreno, che sono poi anche coloro che possono essere considerate tra le favorite del Giro, come ad esempio Neben e Arndt, per le quali questa prova non costituirà un problema,anzi. Andando molto bene anche in salita quindi questa prova può costituire senza dubbio un vantaggio per loro».
Poi naturalmente ritroviamo il Monte Serra. Probabilmente la vincitrice del Giro non uscirà già da questa tappa ma potrebbe già dirci chi potrebbe abbandonare i sogni di gloria...
«Lo scorso anno è capitato che chi ha vinto lì, ha poi vinto anche il Giro (sorride) e sicuramente chi sarà in testa lì avrà poi buone chances nel prosieguo della gara rispetto a chi magari andrà in difficoltà. Sarà comunque necessario andare forte anche nelle tappe successive e credo che sarà molto importante l'apporto di una squadra competitiva».
Giungiamo così alla seconda parte che, proprio come nel Giro del Centenario tra gli uomini, vedrà l'epilogo nel Sud dell'Italia, tra strade magari non troppo conosciute ma che appunto per questo potrebbero presentare qualche insidia in più. Inoltre in tappe come quella con arrivo a Castel del Monte potrebbe esserci anche il vento a complicare le cose. Qual è il tuo giudizio?
«Ci sono tappe che si correranno su strade difficili, in cui ci sono continui saliscendi e dove ci saranno salite poste ad inizio e metà gara. Se quindi dovesse verificarsi una situazione in cui la maglia rosa si troverà ad essere isolata contro squadre che si presenteranno molto attrezzate, a quel punto il gioco di squadra finirà per risultare determinante. Anche il vento può costituire un'ulteriore insidia, unita al fatto che si correrà ormai da più giorni e al caldo che potrebbe farsi sentire».
Siamo alle avversarie. Sicuramente quest'anno la Cervélo fin qui ha disputato una stagione notevole e presenta nelle sue file Claudia Häusler, che lo scorso anno fu la piacevole sorpresa del Giro, terminato al terzo posto. Ritieni che possa essere lei l'avversaria principale?
«Sicuramente lei sarà una delle avversarie principali, dal momento che è cresciuta molto rispetto alla scorsa stagione e potrebbe avere, strada facendo, anche l'aiuto delle sue compagne, che come ben sappiamo sono molto valide».
Quali sono le altre atlete da tenere particolarmente d'occhio?
«Su tutte direi Judith Arndt, perché in questo momento ha una grande condizione ed anche perché quest'anno finora ha corso poco e quindi avrà fame di vittorie. Oltre a lei direi anche Amber Neben e Trixi Worrack, dal momento che sono atlete difficili da staccare in salita e che a cronometro vanno molto forte, del resto la Neben è campionessa del mondo in carica della specialità. Quest'anno poi, come dicevo in precedenza, potrebbero essere molto più avvantaggiate dal percorso rispetto a me».
Se dovessi fare il nome di una outsider chi indicheresti in questo momento?
«Direi l'americana Mara Abbott. Va forte in salita e potrebbe prima o poi arrivare a conquistare un successo di prestigio, inoltre anche lei corre in una squadra davvero molto forte».
Una volta archiviato il Giro, quali saranno gli appuntamenti più importanti per l'ultima parte di stagione?
«Correrò il Thüringen Rundfahrt, in Germania e poi vedremo come organizzare il programma per poter magari far bene al mondiale e sperare quindi di non arrivare stanca all'appuntamento, come accaduto in altre occasioni».
Il mondiale di Mendrisio si presenta sulla carta abbastanza impegnativo. Sognare non costa nulla, ma se dovesse arrivare quella tanto sospirata maglia iridata è realistico pensare ad un prolungamento di carriea?
«A quel punto senza dubbio si, andrei ancora avanti. Chissà, potrebbe essere la volta buona, non si sa mai».

 

Vivian Ghianni

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