«La mia Top Girls, tutta italiana» - Lucio Rigato, al via dell'ennesima stagione al timone del team arancio
Versione stampabile Nel ciclismo femminile, praticamente dagli albori di questo sport, Lucio Rigato è l'anima della Top Girls-Fassa Bortolo. È lui che ci guida alla scoperta della nuova stagione delle "orsette arancioni".
La Top Girls è una delle pochissime squadre in Italia ad aver già cominciato l'attività agonistica...
«Sì, sabato scorso abbiamo esordito in Belgio all'Het Volk, classica corsa fiamminga, con i soliti muri e il solito pavé. Per far bene in quelle corse non serve solo una buona gamba, ma anche abitudine a questo tipo di corse, cosa che deficita nella mia giovane squadra. Il risultato è stato un discreto ventesimo posto con la D'Ettorre, non a caso la più esperta delle mie ragazze...»
Quest'inverno vi hanno raggiunto due nuove ragazze, Chiara Rozzini e Jennifer Fiori, oltre a Valentina Carretta che ha corso con voi già nell'ultimissima parte di stagione 2008...
«Sono veramente molto soddisfatto di queste tre ragazze, le ho trovate serie e vogliose di far bene, proprio come piace a me. Hanno tutte e tre del buon potenziale e potranno veramente essere molto utili alla causa».
C'è un motivo particolare per cui da qualche anno la squadra persevera nella filosofia "tutte italiane"?
«Secondo me sarebbe un bene se anche qualche altra squadra seguisse il nostro esempio. La nostra è una scelta mirata soprattutto a tutelare il vivaio italiano che negli ultimi anni si sta man mano riducendo fino alla cinquantina o poco più di atlete Élite di quest'anno».
Se dovesse tracciare un bilancio della stagione 2008?
«Direi positivo, tutto sommato. Abbiamo partecipato alle tre maggiori competizioni internazionali, Europeo, Mondiale e Olimpiade - anche se quest'ultima solo da riserva - e abbiamo ottenuto due vittorie, sfiorandone un'altra in nella classifica finale di una corsa a tappe, il Giro di Polonia. Il percorso cominciato due anni fa, dopo la partenza di Luperini e Guderzo, sta andando avanti, passo dopo passo...».
Percorso che, immaginiamo, proseguirà nell'annata appena cominciata...
«Certamente. Le ragazze sanno che noi abbiamo un progetto a lungo termine che mira a farle crescere gradualmente. Si correrà praticamente ogni settimana, come lo scorso anno, quando siamo stati la formazione italiana che ha corso di più, in ogni parte di Europa. Se la fortuna ci restituisce quello che ci ha tolto nella passata stagione, credo che si potranno fare veramente delle ottime cose».
Nella vostra squadra pare ci sia un occhio particolare per le crono. Quest'anno quali ragazze saranno orientate verso questa specialità?
«Sì, ci avete visto giusto. Ho una passione speciale per le prove a cronometro e cerco di individuare le ragazze che hanno le attitudini per questa disciplina particolare. Nel roster di quest'anno continueremo il lavoro con Danesi che l'anno scorso ha partecipato ai Campionati Europei di specialità e anche Carretta promette molto bene. Staremo a vedere...»
Affaire Cucinotta: qual è la posizione della vostra squadra?
«Al momento si aspettano le controanalisi, che tardano ad arrivare. Io ho fiducia in Annalisa, ne ho sempre sentito parlare come di una ragazza molto corretta, cresciuta con certi valori di lealtà e correttezza, anche se la mano sul fuoco non la metterei per nessuno. Ovviamente spero che tutto si risolva per il meglio e in quel caso le porte saranno spalancate per il tuo tesseramento che, mi preme dirlo, al momento delle prime analisi positive non era ancora avvenuto».
Ma la notizia dell'ingaggio era di pubblico dominio, come sottolineato anche da un comunicato ufficiale della squadra...
«Sì, l'accordo era praticamente fatto ma la ragazza non aveva firmato alcunché con noi. L'unico atto semi-ufficiale è stato un pretesseramento inviato all'UCI nel mese di novembre a cui però non ha fatto seguito il tesseramento vero e proprio che sarebbe dovuto avvenire nel mese di gennaio».
Un'altra defezione dell'ultimo momento è arrivata da Anna Zugno. Quali sono stati i motivi di questa scelta?
«Semplicemente una scelta di vita. La ragazza è laureata, si è fatta due conti, e ha scelto la carriera professionale a quella ciclistica. Si sa, di ciclismo femminile non si campa e da questo punto di vista capisco la sua scelta. D'altro canto, però, dispiace perché era un'atleta dalle ottime potenzialità, mai espresse del tutto tra le Élite, sia per problemi fisici che personali. A lei va comunque un grosso in bocca al lupo per il suo futuro professionale».
E così, molto probabilmente affronterete la stagione con soltanto otto effettivi. C'è la possibilità di qualche ritocco dell'organico, magari a giugno?
«Lo escludo. Otto ragazze sono sufficienti per affrontare la stagione nel migliore dei modi, per un team come il nostro che non ha le possibilità di fare una doppia attività. La squadra è fatta e quest'anno si andrà avanti così!»