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«Che coppia, io e Tatiana!» - Ecco Monia Baccaille, attesa all'esordio in maglia Gauss

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Dopo un 2008 nelle file della Fenixs in cui è riuscita nuovamente a guadagnare la convocazione in nazionale ed aver corso un mondiale da protagonista, Monia Baccaille si prepara ad affrontare la nuova stagione, che la vedrà gareggiare nelle file della Gauss RDZ Ormu. Anche con la nuova casacca l'obiettivo è quello di confermarsi tra le atlete di spicco del nostro panorama internazionale e magari far parte nuovamente della spedizione azzurra a Mendrisio.
Monia, dopo le annate disputate nelle fila della Saccarelli prima e nella Fenixs lo scorso anno sei ora giunta alla Gauss RDZ Ormu.Quali sono i motivi di questa scelta?
«È stata una scelta dettata dal fatto che la Gauss è una squadra assolutamente all'altezza, in grado di disputare i grandi appuntamenti e di essere competitiva su tutti i fronti. Nelle ultime stagioni mi sono trovata abbastanza bene sia nella Saccarelli che nella Fenixs ma in una squadra come la Gauss io credo che sia possibile fare un salto di qualità».
Approdi in una squadra giovane ma in cui non manca qualche atleta d'esperienza. Soprattutto però approdi in una Gauss che ha in Tatiana Guderzo un'atleta che con i risultati del 2008 ha saputo conquistarsi indubbiamente la leadership. Sulla carta potreste costituire un duo niente male...
«Sicuramente. Conosco Tatiana da sempre, visto che siamo coetanee, per cui credo che riusciremo ad essere assolutamente complementari, senza che ci siano problemi di nessun tipo».
Naturalmente ogni gara ha una storia a sé, ma pensando anche ad una gara a tappe come il Giro d'Italia non pensi che magari il tenere particolarmente d'occhio Tatiana da parte delle vostre avversarie potrebbe giocare a tuo favore, anche solo per la possibilità di una vittoria di tappa?
«Beh una vittoria di tappa spero magari di raccoglierla (ride)! Sicuramente il compito di curare la classifica spetterà a Tatiana, visto che ha già dimostrato di saper correre il Giro in un certo modo; noi altre avremo il compito di aiutarla e magari di metterci in luce nelle varie tappe. È vero infatti che sono stata in grado di concludere un Giro nelle prime 10 posizioni (ottava nel 2006, ndr), ma quello fu un Giro particolare, caratterizzato da salite brevi e non particolarmente impegnative e dall'assenza di una cronometro. Proprio le cronometro attualmente le soffro ancora e devo ancora migliorare sotto questo punto di vista, per cui ora sarebbe meglio puntare a qualche successo di tappa. Comunque sia staremo a vedere strada facendo».
Dicevamo che ogni gara ha storia a sé ed ha avuto la sua storia anche il Mondiale di Varese. Ti abbiamo vista subito entrare in azione nel primo tentativo di fuga di giornata ed il caso ha voluto che in quell'azione siano entrati subito nomi importanti, come la Ziliute o la Armstrong. Hai rimpianti in proposito, dato che per alcuni momenti si pensava che un'azione simile potesse anche giungere fino in fondo?
«Credo che sarebbe stato difficile pensare di giungere fino in fondo, soprattutto pensando al fatto che una nazionale come l'Olanda era rimasta fuori dall'azione. Siamo arrivate ad avere anche 2 minuti di vantaggio ma poi siamo state riprese al suono della campana. In ogni modo io penso di non avere nulla da rimproverarmi, perché credo di aver svolto bene il mio compito; inoltre vivere la gara in questo modo penso che sia anche meno stressante».
In teoria il circuito iridato di Mendrisio sembra essere ancora più selettivo di Varese. In ogni caso la tua speranza è quella di esserci ancora?
«Certo, io spero di esserci e di poter disputare nuovamente la gara. Non sarà facile su un percorso duro come quello di Mendrisio ma spero di giungere competitiva all'appuntamento e poter essere nuovamente utile alla causa della squadra».
Nonostante alcune buone prestazioni nelle ultime due stagioni ti abbiamo vista alzare le braccia al cielo in una sola occasione, il Gran Prix Elsy Jacobs in Lussemburgo dell'aprile scorso, per cui appare quasi scontato affermare che molti si sarebbero aspettati qualcosa di più. C'è qualcosa che effettivamente non ha funzionato in questi due anni oppure ti sei sentita ugualmente soddisfatta dalle tue prestazioni?
«Francamente io sono rimasta ugualmente soddisfatta, perché se è vero che è mancata la vittoria ho inanellato una lunga serie di piazzamenti, salendo più volte sul podio e finendo spesso tra le prime dieci. Credo che questo sia stato sintomo di una certa costanza di rendimento, anche se in qualche caso mi è mancato lo spunto vincente. Comunque io credo di aver fatto il massimo per le mie possibilità, per cui è andata bene lo stesso».
In proposito: può aver influito su questo magari il fatto di aver guadagnato qualcosa in fondo o tenuta su percorsi impegnativi, sacrificando un po' lo spunto veloce?
«Senz'altro, credo di aver migliorato il mio rendimento in salita all'incirca del cinquanta per cento ed è naturale che questo mi abbia fatto perdere un po' dello spunto veloce. Dall'altro lato però questo mi ha permesso di guadagnare in costanza e di essere competitiva nel corso del tempo».
Naturalmente non abbiamo dimenticato le tue prestazioni su pista, visto che nel 2008 hai conquistato il tricolore nello scratch e nell'inseguimento a squadre, oltre ad aver preso parte agli Europei in Polonia nella prova dell'Omnium. Anche nel 2009 la pista farà parte dei tuoi programmi oppure no?
«Di sicuro ho in programma la partecipazione ai Campionati Italiani mentre per quanto riguarda altri appuntamenti non ho ancora programmato nulla di preciso. Pertanto ora posso dire che cercherò di essere nuovamente protagonista nella rassegna tricolore».
Tornando alla strada c'è già un grande obiettivo per la prima parte della stagione oppure sarà la seconda parte, anche nella prospettiva azzurra che accennavamo su, quella su cui focalizzare maggiormente l'attenzione?
«Il mio obiettivo è quello di partire forte fin dall'inizio e sicuramente una gara a cui tengo in maniera particolare è il Giro delle Fiandre, dato che è una gara che mi piace ed è adatta alle mie caratteristiche; difatti anche negli anni scorsi sono riuscita ad ottenere ottimi risultati lì, come il terzo posto ottenuto nel 2005 ad esempio. Per il resto, una volta disputato il Giro, cercherò di correre il finale di stagione ai massimi livelli».
In tempi di crisi come quelli attuali neanche il ciclismo sembra sfuggire alla situazione. Forse non tutti sanno che oltre all'attività in bici abbini anche quella lavorativa. Di cosa si tratta? Quanto credi che possa influire l'aspetto economico soprattutto nelle cicliste più giovani e che da poco si affacciano nella massima categoria?
«Fino alla fine del 2008 oltre a correre e ad allenarmi in bici ho svolto la professione di geometra presso il comune di Marsciano, il mio paese d'origine mentre dal mese di gennaio sono entrata a far parte delle Fiamme Azzurre, ossia nel corpo di polizia penitenziaria. Come sappiamo il ciclismo femminile non è lo sport più pagato e quindi i nostri stipendi sono normalissimi, paragonabili a quelli di un operaio in alcuni casi, ragion per cui soprattutto le ragazze più giovani hanno la necessità di lavorare molto e guadagnarsi ogni cosa. Io stessa ho iniziato in una squadra molto piccola in cui non c'era assolutamente la possibilità di ottenere stipendi elevati, cosa che magari possono garantire 2 o 3 squadre di altissimo livello nel panorama. Inizialmente quindi il tutto è stato fatto per passione ed è normale che se al giorno d'oggi molte ragazze riescono a trovare una buona offerta lavorativa poi decidano di proseguire per quella strada».

Vivian Ghianni

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