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Sono gocce di ruGiada - Borgato: «L'anno prossimo ci sarò anch'io»

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Tra le tante giovani ragazze che lo scorso anno hanno fatto il loro esordio tra le Élite una delle più promettenti è senza dubbio la veneta Giada Borgato. La portacolori della Selle Italia è appena rientrata dal ritiro con la sua squadra, è il momento ideale per fare un bilancio sulla passata stagione e su quella ormai alle porte.
Giada, innanzittutto, come è andato il ritiro?
«È andato molto bene, siamo stati a Cervinia e anche se abbiamo trovato tantissima neve abbiamo faticato parecchio e messo parecchi chilometri nelle gambe. Tra l'altro la squadra inizierà la stagione già a metà febbraio in Qatar quindi dobbiamo farci trovare pronte».
Facciamo un salto indietro nel tempo, quando hai iniziato ad andare in bicicletta?
«Ho iniziato presto, dalla categoria G1. Il ciclismo è un po' una passione di famiglia visto e ho seguito mio papà che andava in bici e aveva, e ha tuttora, una squadra Juniores».
Quindi una lunga crescita attraverso tutte le categorie, quando hai capito che il ciclismo poteva veramente per te?
«Sì, è vero, ho fatto tutte le categorie giovanili correndo parecchio con la maglia del Rubano e poi due anni da Junior nel Breganze. Ho capito abbastanza presto di avere delle buone doti, da esordiente ho vinto gli italiani e anche nelle stagioni successive mi piazzavo sempre molto bene nelle corse più importanti e, una volta arrivata tra le Junior, ho cominciato a sperare nel salto finale».
Ecco, il salto finale. Non dev'essere stato semplice passare dal mondo delle Juniores a quello delle Élite, per di più in una squadra importante come la Menikini-Selle Italia
«All'inizio è stata davvero dura, anche perché si passa da una categoria in cui gareggi contro le tue coetanee ad una in cui ci sono cicliste con il doppio dei tuoi anni. La differenza poi è ancora maggiore quando vai a correre all'estero mentre nelle corse in Italia si sente meno. Per quanto riguarda la squadra invece non è stato un problema: Zini ha lanciato un bel progetto con le giovani quindi in squadra c'erano quattro o cinque ragazze della mia età e quelle più esperte sono sempre state pronte ad aiutarci e darci consigli. Poi correre assieme ad una campionessa come la Luperini è un grande vantaggio, noi giovani possiamo imparare davvero tanto».
Quali sono i terreni su cui ti esprimi meglio in corsa?
«Mi trovo bene sui percorsi misti con salite non troppo lungo e sono abbastanza veloce».
Quindi ti trovi bene nelle corse di un giorno, ce n'è qualcuna in particolare che vorresti vincere?
«Oddio, questa domanda me l'hanno fatta anche i miei tecnici ma davvero non saprei dirne una, per ora mi andrebbero bene tutte. Effettivamente le classiche mi piacciono, magari fare bene in una corsa come l'Het Volk sarebbe un ottimo modo per iniziare la stagione».
E il Giro invece?
«Il Giro è una corsa stupenda e durissima. Mi piacerebbe correrlo anche se quest'anno è in concomitanza con gli Europei che per noi giovani sono una vetrina molto importante: per ora ci sono sempre andata e, se in quel periodo la forma sarà buona, spero di esserci di nuovo. Anche se ovviamente la scelta non dipende da me, ma dal CT (ride)».
In questi anni hai fatto anche pista e sei anche stata convocata in nazionale per gli Europei, pensi di continuare anche in futuro con questa doppia attività?
«Di ragazze che fanno pista ne sono rimaste poche. Non so ancora bene cosa farò, finché si è under 20 strada e pista si conciliano bene, dopo è più difficile. Io comunque darò priorità alla strada perché è quella che mi piace di più e in cui mi trovo meglio».
Torniamo un attimo sul tuo primo anno tra le Élite: per molte di voi questo coincide anche con l'anno della maturità, per te è stato difficile mettere d'accordo studi e allenamento?
«Io penso che se uno vuole davvero qualcosa, gli sforzi per ottenerla pesano molto bene. Sicuramente non è facile andare a scuola, poi andare ad allenarsi presto e trovare ancora tempo per studiare la sera. In quel periodo ho avuto la possibilità di gareggiare insieme alle Junior e alle Under 20: ho potuto concentrarmi sullo studio e allo stesso tempo non ho perso il colpo di pedale. Da quest'anno invece ho deciso di fare la ciclista a "tempo pieno" per provare a capire fin dove posso arrivare».
Quando scendi dalla bici, invece, cosa ti piace fare? Come occupi il tuo tempo libero?
«Tempo libero si fa per dire anche perché tra allenamenti, corse, trasferte e ritiri di tempo ne rimane poco. Però quando posso cerco di uscire con i miei amici, in fondo a chi è che non piace divertirsi un po'? (ride)».
Beh, è giusto così. Ormai non ci rimane che farti un grande in bocca al lupo per la prossima stagione!
«Grazie e crepi il lupo. Un saluto a tutti!».

Sebastiano Cipriani

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