Mascelli: «Sogno il Fiandre» - La laziale tra strada e ciclocross
Versione stampabileNata a Tivoli il 18 aprile 1986, la laziale Deborah Mascelli si appresta a vivere una nuova stagione nelle file del Team System Data. Dopo la stagione su strada i mesi autunnali ed invernali si presentano per lei abbastanza intensi, dal momento che è impegnata anche nell'attività del ciclocross, dividendosi principalmente tra le prove del Trofeo Regione Toscana e alcune prove dell'innovativo Giro d'Italia del Ciclocross.
Deborah innanzitutto quando e perché hai iniziato ad andare in bicicletta?
«Ho iniziato nella categoria Esordienti, all'età di 12 anni. Da juniores ho corso nelle file del Velo Club Latisana e poi da Under mi sono ritrovata una prima volta nella System Data, per poi correre una stagione nelle file della Fenixs. Il tutto ha avuto origine dalla passione che avevo seguendo le imprese di Marco Pantani, poi ha influito molto anche il fatto che mio padre è stato un ciclista dilettante di buon livello, che aveva sfiorato il passaggio al professionismo».
Com'è stata l'esperienza al Giro d'Italia di quest'anno?
«Quello 2008 è stato il secondo Giro a cui ho preso parte dopo quello dell'anno precedente (curiosamente entrambi conclusi in 99.ma posizione, ndr). Senza dubbio è stata una bella esperienza ma penso che sia ancora troppo presto correrlo con qualche velleità di classifica».
Quali sono le tue caratteristiche? Che tipo di corse preferisci?
«Sono una passista, pertanto le corse che prediligo sono le gare a cronometro e le corse di un giorno».
Infatti quest'anno te la sei cavata bene contro il tempo in occasione dei Campionati Italiani, giusto?
«Esattamente. Mi sono classificata in quarta posizione ma sono stata la prima tra le atlete Under 23».
C'è una corsa che ti piace particolarmente?
«Si, mi piacerebbe fare molto bene al Giro delle Fiandre, anche per il fatto che lì in Belgio è una corsa molto sentita anche a livello femminile».
Nel complesso quindi che stagione è stata per te su strada?
«Complessivamente non è stata una stagione troppo positiva, fatta eccezione per alcune gare a cronometro tra cui, appunto, il campionato italiano. Spero di far meglio nella prossima stagione».
Come ti sei trovata alla System Data? Hai legato particolarmente con qualche compagna?
«Sono stata abbastanza bene ed ho instaurato un buon rapporto con tutte le compagne di squadra».
Sappiamo che oltre alla strada pratichi il ciclocross. Quando hai iniziato a praticarlo?
«Pratico il cross da due anni e nella scorsa stagione sono riuscita a vincere il titolo toscano ed il Trofeo Regione Toscana».
Abbiamo visto che in alcuni casi alcune crossiste hanno fornito buone prestazioni anche a cronometro su strada. Basti pensare, ad esempio, al titolo mondiale contro il tempo vinto dalla Kupfernagel. C'è un qualcosa che quindi lega le due discipline?
«Io credo che il tutto possa essere riconducibile all'individualità della gara, visto che in una cronometro si è soli nel proprio sforzo proprio come in una gara di cross, anche se in queste ultime è necessaria molta più tecnica. Dipende molto, quindi, da una certa abitudine ad essere a tutta per l'intera durata della prova».
Come giudichi l'iniziativa del Giro d'Italia di Ciclocross, partita quest'anno?
«Penso che la creazione del Giro sia un'iniziativa senza dubbio positiva per una buona ripresa della specialità e per questo bisogna sicuramente ringraziare il Commissario Tecnico Fausto Scotti per l'interesse e la passione che mette nel suo lavoro. Certo, a livello di pubblicità si può fare ancora meglio per attirare l'attenzione sull'evento».
Un pensiero ad una maglia azzurra lo fai?
«Sicuramente lo faccio, anche perché quello di vestire la maglia della Nazionale è un po' il sogno di tutti. Al di là del cross comunque mi piacerebbe molto indossare la maglia azzurra in una gara a cronometro».
Hai mai praticato ciclismo su pista?
«Sì: nel 2004 da juniores mi sono classificata seconda nello Scratch e terza nel Keirin ai Campionati Italiani. Purtroppo però sono stata costretta ad abbandonare quel tipo di attività a causa dell'eccessiva lontananza dai luoghi d'allenamento e di gara».
Oltre a te ci sono veramente poche cicliste laziali. A che punto è, pertanto, il movimento femminile nel Lazio?
«Non c'è molto da dire: purtroppo nella mia regione c'è poco movimento a livello di ciclismo femminile».
Oltre al ciclismo fai qualcos'altro?
«Posso dire che mi dedico soprattutto all'attività in bicicletta ma quando capita do una mano a mio padre nel suo negozio di biciclette».
Come impieghi il tempo libero?
«Di solito ascolto musica, però mi piace molto anche fare shopping».