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Le pagelle 2008: rimandate e bocciate - Brändli&Cantele deludenti, Pucinskaite da rivedere

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Come sempre, a fine stagione, è tempo di bilanci. Proviamo a dare qualche numero, senza avere la pretesa di giudicare le prestazioni di quella o quell'altra atleta, condizionabili da mille fattori che possono sfuggire a chi scrive. Questa volta tocca alle rimandate e alle bocciate: atlete che hanno corso al di sotto delle loro possibilità, oppure hanno mancato di continuità nel corso degli otto mesi agonistici.


Grete Treier (Gauss RDZ Ormu) - 6+
La velocista-scalatrice, l'ha ribattezzata qualcuno. Prendiamo il Giro d'Italia a mo' di esempio: decima nella settima tappa, quella del secondo show montano di Fabiana Luperini, e quarta il giorno dopo, quello del poker di Ina Teutenberg. Insomma grande continuità di rendimento, su tutti i terreni, ma vittorie poche, troppo poche. L'anno prossimo sarà un anno sabbatico per la bionda estone e dobbiamo ammettere che il suo tricolore bianco-azzurro-nero ci mancherà in gruppo.

Luise Keller (Team Columbia) - 6+
Le vittorie nel Campionato nazionale e nella Route de France c'hanno fatto ammirare un'atleta di cui sospettavamo soltanto le ottime qualità, ma che mai avevamo visto così forte, anche se - dobbiamo dirlo anche per lei - a sprazzi. Il 2009 sarà un buon giudice per capire veramente di che pasta è fatta...

 


Susanne Ljungskog (Team Flexpoint) - 6
Mese di maggio clamoroso con la doppietta Tour de Berne-Tour de l'Aude, ma poi pochissimo altro, per una dal suo palmares. Impalpabile al Giro d'Italia e alle Olimpiadi, si presenta con una buona gamba a Varese dove però deve arrendersi a una foratura nel finale, quando era con la compagna Johansson, in un gruppo di sei, a giocarsi la terza maglia iridata. Ci piacerebbe vederla un po' più continua, nel 2009.


Claudia Häusler (Equipe Nürnberger Versicherung) - 6-
La tedeschina deve al più presto smettere i panni dell'eterna ragazza prodigio e vestire quelli della campionessa, se vuole diventare una realtà del ciclismo mondiale. Non che a 23 anni sia già vecchia ma, per dirne una, la sua ex-compagna Pucinskaite a quell'età ha vinto un Mondiale. L'abbiamo vista ottima terza (e vincitrice di tappa) al Giro, ma poi solo qualche altro piazzamento qua e là.


Monia Baccaille (Fenixs) - 6-
Monia è una ragazza che, secondo noi, vale molto di più di un Gran Prix Elsy Jacobs e di un podio ad una tappa del Giro di Toscana o della Route de France. Nella stagione in cui compirà 25 anni, con il trasferimento alla Gauss di Guderzo, Martissova, Lechner e Corazza potrebbe darle qualche stimolo in più per dimostrarcelo.

 


Zulfia Zabirova (Bigla Cycling Team) - 5,5
Gli anni passano per tutti, anche per Zula. La classe rimane intatta e si vede nelle due tappe vinte al Tour de l'Aude o a Pechino, dove è tra le più attive in salita. Salta, apparentemente senza motivo, l'ultima parte della stagione, praticamente non correndo più dopo i Giochi Olimpici...

 


Karin Thürig (Cervélo Lifeforce) - 5,5
Vince quattro crono durante l'anno ma nelle più importanti - quella olimpica e quella mondiale - raccoglie solo un terzo e un sesto posto, partendo entrambe le volte come favorita. Il 2009, accanto alla sorella Andrea, potrebbe essere per lei l'ultima stagione da professionista.

 

 


Giorgia Bronzini (Titanedi Frezza-Acca Due O) - 5+
L'avevamo lasciata bronzo mondiale in quel di Salisburgo, ma nel 2008 la ritroviamo a quei livelli solo nel periodo premondiale tra Trophée d'Or e Zurigo. Al Giro non dà mai l'impressione di poter lottare per una vittoria di tappa e al Mondiale è solo la controfigura di quella di 12 mesi fa. Deve decidere, e in fretta, che fare da grande: velocista pura o donna da percorsi misti, con buono spunto veloce?


Mirjam Melchers (Team Flexpoint) - 5+
Non è una bocciatura senza appello ma Mirjam, qualche anno fa, ci aveva abituato a ben altre prestazioni. Quest'anno va sì sul podio a Berna e indossa la maglia rosa dopo il prologo del Giro, ma poi quasi mai l'abbiamo più vista lottare per un piazzamento importante. Solo un'annata sfortunata o per l'olandese è iniziata la fase discendente della parabola?

 


Marta Bastianelli (Safi/Team Cmax Dilà) - 5
È universalmente riconosciuto che ripetersi sia più difficile che vincere la prima volta. Figuriamoci dopo aver vinto un campionato mondiale, a 20 anni. Podio a Brissago, seconda alla Freccia, un bronzo amaro al Campionato Europeo Under 23 e poi, dopo il Giro chiuso con qualche affanno nelle dieci, la doccia fredda del provvedimento disciplinare a suo carico per l'assunzione di una sostanza contenuta in un prodotto dimagrante. La aspettiamo in gruppo - senza particolari pressioni - da agosto 2009...


Regina Schleicher (Equipe Nürnberger Versicherung) - 5
Cinque vittorie il suo bottino 2008 ma nessuna veramente prestigiosa. Un misero podio al Giro d'Italia, surclassata dall'uragano Teutenberg. Anzi, a voler essere ingenerosi, numeri alla mano, mai l'iridata di Madrid è riuscita a mettere la sua ruota davanti a quella della connazionale in uno sprint di gruppo. Anche per lei siamo giunti (quasi) al capolinea?

 


Nicole Brändli (Bigla Cycling Team) - 5-
L'apertura col botto a Brissago avrebbe fatto presagire ben altri risultati per la svizzera, ma dopo quel giorno Nicole non ha mai più alzato le braccia al cielo. Controfigura di se stessa al Giro d'Italia, delude anche a Pechino e, pare per una diatriba con il c.t. svizzero, conclude anzitempo la stagione, non venendo convocata per Varese.

 


Noemi Cantele (Bigla Cycling Team) - 5-
Per chi, come lei, aveva incentrato la stagione sulle Olimpiadi e i Campionati del Mondo (che si sono corsi sulle sue strade) un 15° e un 37° posto non devono essere proprio il massimo della vita. Un paio di vittorie di secondo piano rendono meno amaro il boccone, ma da lei, dopo l'annata 2007, ci si aspetta molto, molto di più.

 


Edita Pucinskaite (Equipe Nürnberger Versicherung) - 4,5
Una volta sola abbiamo visto (forse) la vera Edita: nel tappone del Monte Serra, al Giro d'Italia: seconda. Per il resto solo il fantasma dell'atleta che aveva spopolato nel 2007 vincendo, tra l'altro, Giro d'Italia, Giro del Trentino e Tour de Berne. Cadute e acciacchi vari le hanno impedito di esprimersi come voleva, sia a Pechino che a Varese, ma siamo sicuri che la sua voglia di primeggiare ce la restituirà più forte di prima.


Oenone Wood (Team Columbia) - 4
Ad essere sinceri facciamo fatica a ricordare di aver visto la sua maglia di campionessa australiana nelle posizioni buone del gruppo, nelle gare che contano. Miglior risultato: un quarto posto al Fiandre e poi null'altro, con due gare assolutamente impalpabili a Pechino e Varese. Forse le sono venute a mancare le motivazioni e, se così fosse, la scelta di appendere la bici al chiodo è comprensibilissima. Auguri per tutto, Oenone!


Maribel Moreno (Elite2) - 4
Fattacci di Pechino a parte, la magrissima atleta spagnola non ci ha mai dato l'impressione di essere quella capace di buttare giù dal podio Fabiana Luperini al Giro d'Italia 2007 o che, qualche mese più tardi, le toglieva la soddisfazione della vittoria al Tour d'Ardèche. Poi la scenata dell'attacco d'ansia alla vigilia della prova in linea olimpica...

 


Svetlana Bubnenkova (Fenixs) - n.g.
Come giudicare un'atleta che ha percorso solamente 5,5 km di gara, i 5,5 km della cronosquadre iniziale del Giro di Toscana? C'è chi ha detto per motivi burocratici legati al nome, chi per una squalifica pendente, in attesa di scoprire l'esatta versione dei fatti, la citiamo, per non dimenticarci di una delle grandi protagoniste dell'ultimo decennio.

 

 


Le pagelle 2008: parte prima

Giuseppe Cristiano

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