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Gambe di ferro e cuore di Marmo - Alla scoperta della giovane velocista della Fenixs

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Alice Marmorini, classe 1987, aretina, è stata una delle sorprese più piacevoli della stagione appena conclusa. I suoi numerosi piazzamenti nelle volate italiane e non hanno fatto rizzare le orecchie agli addetti ai lavori e sfregare le mani ad Andrea Carlesi, team manager della Fenixs che beneficierà anche nel 2009 delle sue prestazioni.
Alice, quando hai capito che saresti potuta diventare una ciclista professionista?
«Effettivamente solo quando lo sono diventata, cioé nel 2007, con il Team Saccarelli. Nelle categorie "preparatorie" al grande salto non sono mai stata una vincente, tranne in sporadiche occasioni. Spesso mi piazzavo ma non credevo che i miei risultati potessero permettermi il passaggio al professionismo».
E invece già al primo anno un bel quinto al GFM Meccanica, seguiti, nel 2008 da diversi piazzamenti nelle volate di tutto l'anno. E dire che il tuo fisico non è propriamente quello che ci si aspetta da una velocista...
«Sì, le mie misure sono 1,65 per 46-47 kg, ma, da sempre, i test che ho effettuato, hanno rilevato muscolatura sicuramente più da sprinter che da scalatrice. Insomma ho un buono spunto veloce su cui lavorare, senza per altro trascurare lavori di resistenza che mi consentano di superare salite non troppo impegnative».
Ma non hai paura a sgomitare con una Wild o una Teutenberg - tanto per citarne due - ai 60 all'ora per districarti in uno sprint lanciato?
«No, direi di no. Io voglio sempre giocarmi le mie carte e, se per farlo devo sgomitare con gente più grossa di me, che ben venga».
Una curiosità. In più di qualche occasione è capitato di vedere te e la tua compagna Monia Baccaille piazzate entrambe nella top-15. Le vostre volate erano organizzate per collaborare o ognuna giocava le proprie carte?
«Soprattutto al Team Saccarelli il mio compito era quello di coprire la ruota di Monia, così capitava che riuscissi a ottenere qualche piazzamento di rincalzo. Quest'anno i miei tecnici mi hanno lasciato carta bianca per le volate e sono riuscita ad ottenere qualche buon risultato. Quando invece la gamba non era delle migliori, ad esempio al GP Liberazione, mi sono messa a sua completa disposizione».
Più di qualche volta hai vestito la maglia della Nazionale. Qual è il tuo rapporto con quella maglia e con i tecnici?
«Non credo di avere un buon feeling con la maglia azzurra... All'Europeo Juniores di Mosca ero in fuga con le due russe che poi hanno fatto prima e seconda ma i crampi mi hanno bloccata. L'anno scorso, a Sofia, tra le Under 23, ho corso in condizioni fisiche pessime a causa dell'influenza e a metà gara ho dovuto abbandonare...»
Questione di sfortuna, quindi...
«La fortuna gira, no? Aspetterò... (ride
Come hai cominciato con la bici?
«In modo particolare perché ho iniziato già a 6 anni, mentre di solito si comincia a 7, con la categoria G1. Invece a me avevano allestito una passerella, una sorta di apripista alla G1. Ho iniziato perché mio fratello sapeva andare senza rotelle e così un giorno ho provato a imitarlo, cadendo e rialzandomi mille volte, finché non sono stata in grado pure io. Un allenatore di una squadra giovanile mi ha notata e, all'inizio per scherzo, poi sempre più seriamente, ho iniziato a praticare ciclismo».
Parliamo un po' delle persone che ti hanno circondato in questi anni: l'avversaria più ostica e la persona che più di tutte ti ha aiutato a crescere...
«Nella categorie minori indicherei sicuramente le due Bastianelli, veramente ossi duri da battere. La persona che mi ha certamente aiutato più di tutte, sia psicologicamente che atleticamente è stato il mio allenatore, Lido Francini».
Una soddisfazione che in futuro ti vorresti levare, magari già nel 2009?
«Un podio in una gara importante: Europei o una tappa del Giro».
Nella vita, oltre a essere una ciclista professionista della Fenixs, che fai?
«Sono una ventunenne studentessa universitaria di Economia, single e molto poco logorroica (ride)... Dài, se proprio devo aggiungere qualcosa, dico che sono single, mi piace stare sulle mie, adoro ascoltare musica e sono una fanatica della tecnologia».

Giuseppe Cristiano

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