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Suelotto: «Che risate insieme a Tatiana» - Conosciamo Eleonora, giovane vicentina della Gauss

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Tanta passione ed una grinta da vendere. Per Eleonora Suelotto, vicentina di Tezze sul Brenta nata nel 1988, si è conclusa la prima grande avventura nel mondo delle Élite. Riconfermata dalla Gauss RDZ Ormu anche per la stagione 2009, è arrivato per lei il momento di farsi conoscere un po' dal pubblico.
Eleonora, partiamo dal principio: come e quando ha avuto inizio il tutto?
«Ho iniziato a correre all'età di 8 anni con la società del mio paese, ovvero la Bicisport Linda. Poi nella categoria esordienti sono passata all'Avantec Breganze, in cui sono rimasta per ben sette anni, facendo quindi tutta la trafila con loro. Il tutto ha avuto inizio quando andai a vedere la gara di una ragazza che era la figlia di un dipendente che lavorava nell'azienda di mio padre; così quando poco tempo dopo ho saputo che anche nel mio paese stava per nascere una squadra di ciclismo giovanile ho deciso di iniziare, col sostegno di mio padre. E dire che nella mia famiglia nessuno ha avuto questa passione, visto che mio padre è stato per vent'anni un calciatore in serie D mentre mio fratello è diventato arbitro di calcio dopo aver praticato per un paio d'anni questo sport».
Questa è stata la tua prima stagione nella categoria Élite e non si può certo dire che ti siano mancate le occasioni per gareggiare: difatti hai preso parte ad alcune tra le più impegnative corse a tappe del calendario: Tour de l'Aude, Giro d'Italia e Route de France. Di certo la grinta non ti manca se è vero che sei riuscita a portarle tutte a termine. Giusto?
«Verissimo! (sorride). Per me la grinta e la passione sono le caratteristiche principali per un corridore. Sicuramente ho preso parte a gare impegnative in cui oltre ad essere ben preparati fisicamente bisogna esserlo anche mentalmente. A mollare però io non penso mai e probabilmente è stato proprio grazie a questa mia dote che ho avuto la possibilità di correre molto, con la fiducia e il sostegno sia della mia ds che delle mie compagne».
Di' la verità: c'è stato un giorno in cui hai seriamente temuto di non riuscire a concludere la tappa dentro il tempo massimo?
«Sinceramente si e forse al Tour de l'Aude l'ho temuto anche più di una volta!».
Un buon assaggio del mondo Élite comunque l'avevi già avuto lo scorso anno, disputando nel mese di settembre il Tour de l'Ardèche in Francia. Che ricordi hai di quell'esperienza?
«Innanzitutto ho potuto sfruttare questa grandissima occasione sia grazie alla mia ex squadra, vale a dire l'Avantec Breganze che a Luisiana Pegoraro e alla Gauss, che mi hanno permesso di gareggiare. Per me è stata un'esperienza unica poiché ho potuto imparare molte cose che mi sono poi tornate utili nelle gare a tappe successive. Inizialmente poi non riuscivo a crederci: stavo per correre con atlete che fino a quel momento avevo solo guardato con grande stima ed interesse, sognando sempre che potesse arrivare il giorno in cui sarei stata lì a gareggiare con loro. Poi quando mi sono trovata lì al fianco di ragazze che reputo tra le più forti al mondo come la Guderzo, la Martisova ma anche la Belvederesi e la Corazza e tante altre, ho capito che anch'io potevo contribuire ai loro successi e così mi sono sentita veramente realizzata».
C'è un'atleta da cui sei rimasta particolarmente impressionata finora?
«Si: la tedesca Ina-Yoko Teutenberg, il mio idolo, su tutte. Poi direi anche Edita Pucinskaite».
Nel mese di giugno hai ottenuto una bella vittoria per distacco a Cesano Maderno, in una gara riservata alle juniores e under 20. In maggio poi hai preso parte alla Tirreno-Adriatico. Pensi che per una ragazza alle prime armi nel mondo Élite possa giovare il fatto di confrontarsi ancora per un po' con atlete più giovani oppure sarebbe preferibile gareggiare sempre nella massima categoria?
«Secondo me la cosa migliore da fare sarebbe organizzare alcune corse riservate solo alla categoria under 20, magari una corsa a tappe internazionale in modo da poterci confrontare meglio con le altre. Infatti bisogna tenere conto che per noi giovani è difficile gareggiare sempre nella massima categoria, poi non tutte hanno avuto la mia fortuna. Di certo gareggiare tra le Élite è molto più bello, lì si impara molto».
A proposito: dacci una descrizione ciclistica di Eleonora Suelotto, con le sue caratteristiche principali...
«Adoro la salita, meglio ancora se si tratta di strappi brevi. Vado abbastanza bene sui percorsi misti e ondulati mentre nelle volate ristrette riesco a dire la mia. Inoltre sono una che cerca sempre la fuga, l'arrivo in solitaria sarebbe proprio il top!»
Parliamo un po' della Gauss di quest'annata. Eri una delle più giovani in un organico che comprendeva, tra le altre, atlete di un certo livello come la russa Julia Martisova, l'estone Grete Treier ma soprattutto Tatiana Guderzo. Che giudizio dai a livello generale?
«Un giudizio senza dubbio eccellente poiché sono stata davvero bene. Ho passato un anno in squadra con alcune delle atlete più forti al mondo, delle vere professioniste in tutto e per tutto. Ritengo di aver avuto una fortuna inestimabile dal momento che mi hanno sempre seguita ed insegnato moltissime cose, non solo in gara ma anche nella vita di tutti i giorni. Sono riuscita ad ottenere la loro stima e per me questo è stato il successo più grande».
La Guderzo, tra l'altro, viene proprio come te dalla provincia di Vicenza. Immaginiamo, anche alla luce dell'ottima annata disputata, che per voi possa essere un punto di riferimento, vero? Vi allenate spesso insieme?
«Hai proprio centrato il punto: Tatiana è il mio più grande punto di riferimento e quando lei è a casa ci alleniamo sempre insieme. Mi insegna sempre molto, per cui non perdo mai l'occasione di uscire in bici assieme a lei. Poi è una grande, mi diverto troppo in sua compagnia (ride), a tal punto che il divertimento finisce per soppiantare la fatica dell'allenamento».
Per il 2009 inoltre è già stato annunciato l'arrivo in squadra di un altro nome importante, vale a dire Monia Baccaille. Come giudichi questa scelta?
«Direi che è stata un'ottima scelta, dato che stimo molto Monia, sia come atleta che come persona».
Inevitabilmente ci siamo proiettati nel 2009. Cosa ti aspetti? Hai ambizioni particolari?
«L'obiettivo principale sarebbe quello di riuscire ad indossare la maglia azzurra mentre con la mia squadra mi piacerebbe far bene in una prova di Coppa del Mondo».
Per te la bici è tutto o c'è dell'altro?
«La bici è importante ma preferisco pensare anche al mio futuro. Lavoro come impiegata nella carrozzeria di famiglia, che è grande ed in cui c'è sempre molto da fare. Comunque mi piace molto stare a contatto con i clienti, che molto spesso sono ciclisti, e scambiare qualche chiacchiera con loro, apprendendo anche dei consigli. Del resto uno dei miei obiettivi futuri è proprio quello di portare avanti, assieme a mio fratello Walter, l'attività di famiglia che mio padre iniziò ventotto anni fa e che attualmente conta undici collaboratori. Poi i miei genitori mi permettono di conciliare bene bici e lavoro durante la giornata e questa non è cosa da tutti. Del resto anche in famiglia siamo molto uniti, proprio come una squadra».
Andare al cinema; andare in discoteca; uscire con gli amici; ascoltare musica; leggere un libro. Sono solo alcuni modi per trascorrere il tempo libero. Solitamente ti ritrovi anche tu in qualcuna di queste azioni oppure preferisci rilassarti diversamente?
«Adoro uscire con gli amici. Andiamo un po' dappertutto ma l'importante è stare sempre in compagnia. Mi diverto troppo con loro. Inoltre mi piace anche ascoltare musica».
E se non fossi stata ciclista quale altro sport avresti voluto praticare?
«Mi piacciono un po' tutti gli sport ma se dovessi sceglierne uno in particolare direi il tennis».

Vivian Ghianni

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