Patuzzo: «Sono pronta a volare» - La 19enne in rampa di lancio per la sua seconda stagione tra le Élite
In due anni tra le Juniores ha conquistato due medaglie mondiali su strada, un bronzo e un oro. Con questo biglietto da visita Eleonora Patuzzo si è presentata nel pianeta delle Élite a inizio 2008. Poi la maturità e qualche problema di salute le hanno impedito di esprimersi al meglio e attende il 2009 per rilanciarsi alla grande alla corte di Maurizio Fabretto.
Eleonora, nel tuo armadio dovrebbe esserci una maglia con l'arcobaleno...
«Sì, c'è, c'è... una soddisfazione immensa, quel giorno!»
Pochissimi di noi avranno avuto la fortuna di seguire quella gara, che si è corsa ad Aguascalientes, in Messico. Raccontaci un po' com'è andata...
«Praticamente la gara si è risolta durante il penultimo giro quando, lungo i due strappetti del circuito, si è selezionato un gruppetto di sette. Nell'ultima tornata, nonostante qualche tentativo, siamo andate abbastanza di comune accordo e a circa due chilometri dall'arrivo ho seguito lo scatto di una ragazza australiana. A quel punto, dall'ammiraglia sono arrivati ordini di non collaborare e, così, ai 300 metri ho impostato la lunga volata che mi ha permesso di diventare campione del mondo! Sapete quanto si sente la gamba bella piena, che senti di poter spaccare il mondo? Ecco, in quel momento io mi sentivo così e non ho avuto nessun timore a partire da così lontano. I momenti successivi sono stati un cocktail di emozioni indescrivibili, passano in mente i mille sacrifici, le delusioni, le paure, le persone che ti sono state vicine nei momenti bui... ma è tutto stupendo!»
Sacrifici, delusioni, paure... ma chi te l'ha fatta fare di fare la ciclista?
«Colpa di mio fratello Lorenzo (ride)! Ha pregato mio padre di trovargli una squadra per iniziare a correre in bici e, l'anno dopo, ha trascinato pure me. Dopo i Giovanissimi ho pensato seriamente di smettere per la pallavolo, ma poi il richiamo della bici è stato irresistibile... Passione vera!».
Tu sei una di quelle nate nell'89, una di quelle che hanno avuto la maturità. Nel 2009 entrerà in vigore la nuova norma che permetterà il passaggio al professionismo vero e proprio solo nel mese di agosto, solo dopo gli esami... È veramente un problema così grosso passare in quest'anno?
«Secondo me dipende da ragazza a ragazza, non si può generalizzare. Ma in generale non è un problema, anzi è un'opportunità. Bisogna essere consapevoli di non poter dare il 100% in bici e a scuola ma, iniziare ad "assaggiare" il mondo delle Élite già da marzo, tutto sommato male non fa!»
Prima hai accennato al ruolo importante che ha avuto il tuo ds nella conquista del mondiale. Per te, la radiolina in corsa è uno strumento indispensabile o a volte ne faresti a meno, magari per sentirti più libera di agire?
«Mondiale a parte, in questa mia prima stagione da professionista mi è stata veramente utile, in molti casi. Se avevo bisogno di qualcosa potevo comunicarlo velocemente al ds o alle compagne. Assolutamente favorevole al suo uso!».
In un'intervista per Cicloweb.it di qualche mese fa la tua futura compagna e in passato avversaria di tante battaglie, Valentina Scandolara, ha detto di te, testualmente: "La sua più grande dote è la testa. Con quella, finora, ha saputo fare grandissime cose. Spero per lei che non perda mai la motivazione che la spinge. E che le basti per sfondare!". Ti ci ritrovi?
«A dire il vero non tantissimo. Penso che se avessi avuto, come dice lei, la testa, parecchie volte le gare sarebbero finite meglio per me... Comunque sia, l'anno prossimo, con lei e con l'altra mia ex-avversaria tra le Juniores Rasa Leleivyte, formeremo un bel terzetto in grado di poter fare grandi cose se, come credo, troveremo la giusta sintonia, aiutandoci a vicenda».
A proposito di compagne di squadra... Si sa che sono molto importanti per una neopro come sei stata tu nel 2008... Qualcuna in particolare ti ha aiutata ad ammortizzare il "grande salto"?
«La Titanedi era nel suo insieme un gruppo stupendo. Ma devo dire che soprattutto Giorgia Bronzini, da capitana della squadra, è stata per me una guida importante nei momenti difficili e mi ha insegnato tanti trucchetti utili in corsa».
Dai un voto alla tua stagione appena conclusa...
«È difficile dare un voto ad una stagione così particolare come quella che si è appena conclusa. Mononucleosi, esami di stato e, non ultimo, il problema burocratico Safi-Titanedi non mi hanno permesso di avere una buona continuità. Comunque non è stato tutto da buttare, è sempre stato un anno ricco di esperienze che mi saranno utili negli anni futuri».
Sogni per il 2009?
«Tanti, veramente tanti! Tipo arrivare sul podio in una gara di Coppa del Mondo (magari a Cittiglio) o, a voler sognare in grande, una tappa al Giro d'Italia...»
Ambiziosa!
«Più sognatrice che ambiziosa, direi...(ride)»
Che fa Eleonora quando smette gli abiti da ciclista?
«Sono una ragazza normalissima, come ce ne sono tante in giro. Ho il ragazzo - quello anche quando sono in abiti da ciclista (ride) - frequento l'università a Parma, ascolto musica, esco con gli amici... cose comuni a tutti i ragazzi della mia età!»