Kreuzi-gear, marcia in più - Roman romba all'arrivo di Nuoro
- Giro di Sardegna 2010
- Vuelta a Andalucía "Ruta Ciclista del Sol" 2010
- Liquigas - Doimo 2010
- Team HTC - Columbia 2010
- Team Saxo Bank 2010
- Alex Rasmussen
- Christopher Horner
- Cristiano Salerno
- Damiano Caruso
- Domenico Pozzovivo
- Janez Brajkovic
- Michael Rogers
- Michele Scarponi
- Przemyslaw Niemiec
- Robert Kiserlovski
- Roman Kreuziger
- Stefano Pirazzi
- Thomas Voeckler
- Uomini
Nonostante la stagione si sia aperta da appena un mese abbiamo già avuto di parlare a più riprese della Liquigas-Doimo, dove per il momento (in attesa che anche Basso e Pellizotti entrino in scena) pare assistere a prove tecniche di quieto vivere. Abbiamo già speso elogi per le autorevoli affermazioni allo sprint di Chicchi e Bennati tra Qatar ed Oman, abbiamo applaudito Vincenzo Nibali per l'esordio più che convincente alla Vuelta San Luis ed oggi, al termine della seconda tappa del Giro di Sardegna ci troviamo ad applaudire anche Roman Kreuziger.
Anche qui sarebbe fin troppo scontato enunciare i meriti del singolo corridore senza spendere due parole sul collettivo, a partire proprio da Vincenzo Nibali, i cui circa 40" persi nella tappa di ieri costituivano un chiaro segnale per la tappa odierna, dove era prevedibile che il team di Amadio fosse completamente a disposizione del giovane ceco. Lo Squalo dello Stretto non si è sottratto assolutamente al compito e assieme al croato Kiserlovski, altro nome interessante di questa Liquigas proiettata al futuro, ha attuato il forcing decisivo per selezionare il gruppo verso la non trascendentale ascesa al monte Ortobene, la vetta che sovrasta Nuoro a mille metri scarsi di quota e già teatro in passato di arrivi di tappa nella gara isolana.
Una tappa movimentata già dopo il trentesimo chilometro, quando se ne sono andati in dieci: anche qui Liquigas bravissima ad inserire Valerio Agnoli, in compagnia di Simon Clarke (in fuga anche ieri), Pavarin e Marangoni (Colnago-Csf unica formazione rappresentata da due elementi) e poi ancora Klimov, Irizar, Volik, Montaguti, Bernucci e Maserati. Un'azione durata oltre 150 chilometri con un vantaggio massimo di 3'05", che ha costretto il gruppo alla reazione per non concedere eccessivo vantaggio ad un tentativo in cui erano rappresentate diverse formazioni (tra le escluse l'Acqua&Sapone è parsa una delle più interessate al ricongiungimento). Esauritasi quest'azione a far saltare il banco Pliuschin, Ermeti (anche lui reduce dal tentativo di fuga della giornata precedente) e Stefano Pirazzi, con quest'ultimo che ha per l'ennesima volta onorato la fama di cavallo pazzo che lo vuole protagonista di tentativi di fuga (anche a lunghissima gittata) fin dalle categorie giovanili.
È stato proprio l'atleta ciociaro l'ultimo ad arrendersi, lasciando sul posto i due compagni d'avventura e perseverando nell'azione fino ai -5 dal traguardo, quando l'approssimarsi del traguardo e la reazione del gruppo coi Liquigas in testa hanno rimescolato le carte. Detto di Nibali e Kiserlovski tra i più attivi nel preparare idealmente il terreno a Kreuziger, gli ultimi a cercare concretamente di operare l'allungo decisivo sono stati, quando già era stato superato il cartello dell'ultimo chilometro, Pozzovivo prima e Scarponi poi ma per entrambi non c'è stato nulla da fare. Negli ultimi metri, che tiravano decisamente all'insù il notevole spunto di Kreuziger è riuscito a prevalere su quello di un avversario molto temibile e per nulla fermo allo sprint come l'ormai stagionato statunitense Chris Horner, uno di cui non si parla moltissimo ma che sa spesso essere protagonista nelle brevi gare a tappe, vicinissimo a regalare alla RadioShack la seconda affermazione stagionale. Al terzo posto ci fa piacere trovare Thomas Voeckler, che in attesa di regalarci qualche stilettata delle sue, mostra di essere in crescendo di condizione.
Applausi convinti anche per Damiano Caruso, che pian piano si sta calando sempre più nel professionismo e regala un'altra giornata da segno più alla De Rosa, che piazza anche Salerno al nono posto. Completano i dieci Scarponi (quinto), Brajkovic (bravo lo sloveno, sesto), Niemiec (settimo), Pozzovivo (ottavo) e Kiserlovski, che nonostante il lavoro di gregariato strappa una decima piazza con 15" di ritardo (Nibali invece 15esimo a 24"). Appena fuori dai dieci resta invece Francesco Masciarelli (23" il suo ritardo) che forse avrebbe necessitato di pendenze più severe per potersi esprimere al meglio. Dignitosa la difesa di Visconti (12esimo a 23") e di Francesco Gavazzi, a cui il 19esimo posto con 26" di ritardo non è però bastato per mantenere la leadership. Decisamente meno bene Giampaolo Caruso (giunto a 2'25"), Rasmussen (a 4'48") e Garzelli (9'03" il suo ritardo), ormai fuori dai giochi per il successo finale. Si ripartirà quindi da Nuoro con Kreuziger nuovo leader della gara con 4" su Horner e 6" su Voeckler, in attesa di assistere al primo sprint di gruppo o di vedere magari finalmente premiata un'azione da lontano.
La breve cronometro di 10,9 chilometri con partenza ed arrivo a Málaga ha invece provocato il prevedibile cambio della guardia in vetta alla classifica della Vuelta a Andalucia. Troppo arduo per uno scalatore come Pardilla mantenere poco più di 20" su uno specialista come Michael Rogers, che non si è così fatto sfuggire l'occasione di vestire la maglia di leader e mettere così una bella ipoteca sul successo finale, accontentandosi del quarto posto nella prova odierna contro il tempo. Ad assurgere agli onori di giornata è stato Alex Rasmussen, uno che sul passo ci sa fare eccome (come credenziale è sufficiente il titolo mondiale conquistato col quartetto danese lo scorso anno, vittoria a cui poi si è aggiunta anche quella nel Madison), che ha fatto segnare un ottimo 12'59" che ha relegato alle piazze d'onore Wiggins (a 5") e Tony Martin (a 7"). Saxo (oltre a Rasmussen troviamo Voigt 5° e Larsson 7°) e HTC Columbia (già detto di Rogers e Martin, abbiamo Roulston 6° e Monfort 10°) hanno monopolizzato la top-ten di giornata, in attesa del traguardo conclusivo di Antequera dove Rogers cercherà di conservare i 19" di vantaggio nei confronti di Van Den Broeck, rimasto anche quest'oggi al secondo posto della generale.