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Il mondo di Jennifer: non solo rose e Fiori - La scalatrice marchigiana si presenta

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Giunta alla conclusione della sua seconda stagione trascorsa stabilmente tra le Élite, Jennifer Fiori, ventiduenne marchigiana di Sassoferrato, ne approfitta per raccontarci un po' la sua esperienza, in attesa di intraprendere una nuova avventura ciclistica nel 2009.
Siamo giunti alla fine della stagione 2008. Che bilancio tracci della tua annata?
«La prima parte dell'annata in particolar modo non è stata molto positiva, le cose non andavano per il verso giusto. Poi a metà stagione sono riuscita a trovare una buona condizione e questo soprattutto grazie al fatto di essere riuscita a correre qualche gara in più, tra le quali il Giro d'Italia. Ciò mi ha consentito di disputare un buon finale di stagione, in cui speravo di fare molto bene soprattutto al Giro di Toscana».
Per il secondo anno consecutivo sei riuscita a portare a termine il Giro d'Italia, che tra l'altro quest'anno presentava un tracciato con qualche asperità in più rispetto all'anno precedente. Soddisfatta della tua prestazione?
«Sono soddisfatta di averlo portato a termine anche quest'anno ma sinceramente confidavo in una prestazione migliore. Ad ogni modo è pur sempre stata una bellissima esperienza».
L'aver partecipato già nel 2007 ti ha aiutato nell'approccio e nella preparazione di una corsa a tappe così importante?
«Sì, da questo punto di vista certamente sì. Quando hai già avuto la possibilità di correrlo l'anno precedente sai senza dubbio meglio come prepararti e per questo motivo quest'anno ero molto più tranquilla. E poi, avendolo finito già nel 2007, dovevo per forza riuscire a finirlo di nuovo! (ride)».
Torniamo un po' indietro nel tempo. Cosa ha spinto Jennifer Fiori a scegliere di praticare questo sport? Ripercorriamo anche un po' la tua carriera...
«Ho iniziato a correre all'età di 7 anni nella categoria G1 seguendo le orme di mio fratello, che correva in bici e pertanto mi ha trasmesso la passione. Per sei anni ho corso nella squadra del mio paese, vale a dire il GC Avis Sassoferrato, poi per altri sei anni, passando attraverso le categorie esordienti, allieve e juniores, ho militato nel GS Osimo Stazione, che mi ha permesso di confrontarmi maggiormente con le ragazze di tutta Italia. Successivamente sono stata due anni col Gruppo Lupi di Pistoia, con cui ho gareggiato nella categoria Under 20 ed ho anche fatto la mia prima esperienza con le Élite ed infine, dal 2007, ho corso due anni con la Michela Fanini».
Dovendo descriverti ciclisticamente, che tipo di atleta ti definisci?
«Mi piacciono i percorsi vallonati. Mi difendo in salita ma non sono una scalatrice pura ed inoltre sono dotata di un buon spunto veloce, ragion per cui in gruppetti ristretti potrei dire la mia».
E con le cronometro invece come la mettiamo?
«Oh mamma, lì sì che sono messa male! Non mi sono mai preparata specificamente per una cronometro ma comunque sia, nonostante non mi piacciano molto, spero di riuscire a migliorare perché nelle corse a tappe le prove contro il tempo ci saranno sempre».
Lo scorso anno ti sei comportata molto bene anche nel campionato italiano in linea disputatosi a Varazze. Come te la cavi nelle corse di un giorno? Ce n'è qualcuna, anche tra quelle che si disputano all'estero, che ti piace particolarmente?
«Sì, è vero, lo scorso anno sono andata abbastanza bene agli Italiani, arrivai undicesima. Che dire... Nelle corse di un giorno mi trovo bene ma al momento non ce n'è una che mi piace particolarmente. Ho avuto anche l'opportunità di correre in Olanda e di disputare il Giro delle Fiandre. Bellissima esperienza, ma il pavè non fa decisamente per me!».
Qual è stata la tua giornata più bella ciclisticamente parlando?
«Sicuramente il giorno del debutto al Giro d'Italia lo scorso anno. Partecipare alla corsa rosa era uno dei miei sogni quando ero più piccola».
Di contro: qual è la giornata invece assolutamente da dimenticare?
«Direi quella in cui sono caduta al Giro del Trentino, quest'anno. Niente di grave fortunatamente ma di certo cadere non fa mai piacere a nessuno».
Vieni dalle colline marchigiane. Oltre al famosissimo Carpegna molti appassionati negli ultimi anni hanno scoperto anche salite poco pubblicizzate ma molto impegnative come il Monte Nerone, il Monte Petrano o lo stesso Monte Catria, già affrontato nel Giro 2006 dagli uomini. Ti è mai capitato di affrontare in allenamento qualcuno di questi "mostri"?
«Sì, mi è capitato di scalare il Monte Catria ed il Monte Petrano, anche perché sono anche abbastanza vicini a casa mia. Sono sicuramente salite molto dure, tanto che nelle nostre gare non mi è mai capitato di affrontare ascese del genere. C'è anche da dire poi che qui nelle mie zone è difficile trovare un po' di pianura».
Sappiamo che nel 2009 affronterai una nuova esperienza nelle file della Top Girls. Cosa ti aspetti? Conosci già alcune delle tue nuove compagne di squadra?
«È una bella squadra, mi piace molto. Ho voluto cambiare perché nella vita è bello anche fare nuove esperienze ed avere nuovi stimoli. Lucio Rigato mi ha dato fiducia e spero di poterla ripagare durante la stagione, anche perché mi piacerebbe molto realizzare un altro dei sogni della mia vita, che è quello di indossare la maglia azzurra per disputare qualche corsa con la nazionale italiana. Per quanto riguarda le nuove compagne, tutte italiane, più o meno le conosco già tutte. Da atlete come la D'Ettorre e la Zugno sicuramente potrò imparare molto».
I due anni trascorsi alla Michela Fanini invece cosa ti hanno lasciato, sia ciclisticamente che umanamente?
«Sono stati due anni che mi hanno dato tanto. Ciclisticamente ho avuto molte soddisfazioni perché mi hanno dato l'opportunità di crescere e fare bellissime esperienze; umanamente invece ho conosciuto bravissime persone, dalle compagne a tutto lo staff della squadra. È stato proprio come essere in una famiglia, sono stata veramente bene».
Si parla spesso del fatto che con minore visibilità rispetto agli uomini, che inevitabilmente comporta meno sponsor e meno denaro, tirare avanti è difficile. Per te il ciclismo è un hobby che impegna gran parte delle tue giornate oppure è una concreta fonte di reddito?
«Il ciclismo per me è una grandissima passione ma obiettivamente è difficile andare avanti facendo solo questo mestiere. Difatti io svolgo la professione di geometra, lavorando nello studio di un ingegnere, per cui divido la bici dal lavoro. Riesco comunque a conciliare bene entrambe le cose, poiché per mezza giornata sono in ufficio mentre l'altra metà la dedico alla bici».
  Parliamo un po' dei momenti in cui non sei in sella alla tua bici. Come ami impiegare il tempo libero?
«Di tempo libero ne resta sempre ben poco ma comunque mi piace molto stare al computer e ascoltare musica, specie nel periodo delle gare in cui esco poco. Inoltre amo stare con Ivan, il mio ragazzo, ed uscire con gli amici».
Dici che ti piace ascoltare musica. Hai un artista o gruppo preferito?
«No, non ho preferenze. Mi piace ascoltare di tutto: pop, rock, dance... Dipende dal mio umore, da ciò che voglio ascoltare in quel momento o in quel determinato periodo».
Per concludere: a tavola invece stai molto attenta a ciò che mangi oppure di tanto in tanto qualche sfizio te lo togli?
«Di solito sì, ma purtroppo d'inverno è dura fare attenzione e così mi concedo qualche dolcetto di troppo, anche se non dovrei (ride)...»


Vivian Ghianni

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