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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Giulia Lazzerini

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Ed è infine giunto il momento di far "sbarcare" anche le ragazze nella rubrica dedicati ai volti meno noti del ciclismo. È Giulia Lazzerini, 21enne spezzina della Michela Fanini Record Rox, ad inaugurare la serie che ci porterà a scoprire un angolo di questo sport spesso non valorizzato dai media come meriterebbe.
Giulia, come comincia una bimba ad andare in bici?
«Certamente la famiglia gioca un ruolo fondamentale... Nel mio caso, galeotta è stata la voglia di emulare la sorellina più grande che aveva cominciato a fare qualche garetta in zona. A 5 anni, pur non avendo l'età per far parte della categoria dei Giovanissimi, costringevo mio padre a portarmi in pista per fare qualche giro. E così sono arrivata a 7 anni già "smaliziata" e, almeno fino a 10 anni, ho battuto regolarmente i miei coetanei dell'altro sesso, collezionando campionati italiani uno dopo l'altro. Dagli Esordienti in poi è stato un po' più difficile affermarmi, ma le mie 2-3 vittorie l'anno sono sempre riuscita a portarle a casa».
Mai venuta, da adolescente, la voglia di smetterla con il ciclismo che - purtroppo - è visto dai più come uno sport prevalentemente maschile?
«Sì, più di una volta, ma la passione mi ha sempre tenuta incollata a quel sellino. Ed essendo cresciuta a "pane e Pantani" mi bastava pensare alle sue imprese per riuscire a continuare ancora, decisa anno per anno a misurarmi con i miei limiti».
Dunque, ci sono stati momenti molto difficili, ma ce ne saranno stati anche di altrettanto felici...
«Sicuramente. L'avventura con la maglia azzurra agli Europei Juniores di Valkenburg fa parte di questa categoria. Ricordo che quel giorno mi fu assegnato il compito di lavorare per le mie compagne finché potevo ma, dopo aver passato la prima parte di gara a chiudere ogni buco, mi ritrovai nella fuga "buona". Alla fine saltai e fui ripresa dal gruppo delle inseguitrici ma - me lo confermò anche un'impressione del c.t. Salvoldi - penso fu più una questione di appagamento per il lavoro svolto che per effettiva mancanza di forze. Chissà, fossi riuscita a rimanere davanti fino alla fine con Eleonora Patuzzo, forse avremmo potuto portare a casa di più di un decimo posto. In quell'occasione ricevetti da Silvio Martinello un bel complimento per la mia condotta di gara, cosa che ricordo tuttora con estremo piacere».
Che vita fa una ciclista di medio livello?
«Domanda di riserva (ride)? Non è una gran vita, bisogna ammetterlo. Lo si fa soprattutto per passione, perché di soldi neanche a parlarne. Io, ad esempio, quest'estate sono stata costretta a lasciare l'università perché non riuscivo a conciliare le due cose in nessun modo e ora devo accontentarmi delle 400 euro mensili previste dal mio contratto, senza la possibilità di costruire alcunché per il futuro. Nell'autunno mi sono portata avanti con il lavoro facendo un corso e prendendo un diploma da massaggiatore sportivo. Un domani, quando smetterò col ciclismo pedalato, avrò sempre qualcosa che mi potrà tenere legata a quest'ambiente che ho così tanta paura di mollare del tutto».
E tempo per la "vita sociale" ne rimane?
«Per quanto mi riguarda, davvero poco. Per fare la vita del corridore, inteso nell'accezione che noi dell'ambiente diamo alla parola, ho perso molte compagnie e quindi ora frequento soprattutto gente con cui mi alleno e quando esco, lo faccio quasi sempre per andare a vedere una gara dei dilettanti o dei pro'. Devo ammettere che trascorrere il tempo libero in famiglia non mi dispiace affatto. Il resto, tutto cinema e shopping, rigorosamente da sola (ride)!».
Per restare quasi in argomento... Sappiamo che ti piacciono i cambi radicali di look...
«Sì, quando si chiude un capitolo importante della mia vita, sono i miei poveri capelli a subire ogni tipo di maltrattamento. Li taglio, li acconcio, li tingo, fino a quando non riesco a vederci di nuovo me stessa...».
Ci è arrivata voce anche del tuo impegno in politica...
«Allora avete degli ottimi informatori...(ride). Sì, è vero, la politica è una cosa che mi è sempre piaciuta, intesa come impegno per far bene alla comunità. Nell'ultima tornata elettorale, sono stata candidata al consiglio comunale del mio paese, Vezzano Ligure, ma purtroppo non siamo riusciti a vincere. Sicuramente ci riproverò perché in cuor mio ho un sogno da realizzare: organizzare una corsa ciclistica nella mia zona!».

Giuseppe Cristiano

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