Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Egor Silin
Versione stampabile Il 31 gennaio il Team Katusha ha messo in mostra tutti i suoi numerosi talenti: uno dei suoi fiori all'occhiello è un giovanissimo scalatore di nome Egor Silin. Il neopro' russo è arrivato per la prima volta in Italia a 14 anni e da quando ne ha 18 vive in provincia di Lodi: ve l'abbiamo già presentato facendovi conoscere i talenti emergenti russi, ma vi ricordiamo i suoi principali risultati di quest'anno, come le vittorie alla Coppa della Pace, la tappa del Carpegna al Giro "baby" e una tappa al Giro di Valle d'Aosta, la medaglia di bronzo al Mondiale di Mendrisio e molti altri piazzamenti. Se lo vedete non fatevi ingannare dalla faccia da bambino intimidito, in bicicletta si trasforma e diventa un pericolo per tutti: conosciamolo meglio!
Egor, sei uno dei più grandi talenti del ciclismo russo, hai appena fatto una grandissima stagione nella categoria Under 23: tu come la giudichi?
«È vero, ho fatto una delle più belle stagioni della mia carriera fino ad ora: ho dato davvero tutto, ho fatto il massimo. Sapevo che la stagione scorsa sarebbe stata l'ultima tra gli Under 23 perché io volevo passare subito, dopo il terzo anno. Così ho fatto veramente del mio meglio».
La vittoria più bella dello scorso anno?
«Non lo so davvero, l'anno scorso ho fatto tre vittorie, tutte e tre molto belle, molti piazzamenti importanti come a Capodarco, inoltre ho vinto la medaglia di bronzo al Mondiale di Mendrisio: e forse, se proprio devo scegliere, il risultato più bello è proprio quella medaglia».
Ci racconti come è andato il Campionato del Mondo, come l'hai vissuto?
«È stata una corsa abbastanza dura (ride). Io ho atteso tanto e così non ho visto quando è partito Sicard: io volevo attaccare sull'ultima salita, come poi ho fatto. Non ho vinto, però è andata bene e io sono contento: forse l'errore è stato proprio essere così attendista».
Parliamo un po' delle tue origini: quando hai cominciato con la bicicletta?
«Ho cominciato nel mio Paese quando avevo otto anni con mio papà come allenatore; poi a 14 anni sono passato in un altra squadra, sempre in Russia, dove facevamo alcuni ritiri qui in Italia e poi da quando ho 18 anni e sono passato nella categoria Juniores ho sempre vissuto in Italia».
Dove vivi qui in Italia?
«In provincia di Lodi, vicino a Piacenza, nel paese di Guardamiglio».
Com'è fare lo Juniores e il dilettante in Italia?
«È molto difficile, le corse sono dure, e ci sono tanti corridori forti, anche stranieri: secondo me l'Italia è la scuola migliore per il ciclismo e ringrazio l'Italia per questo. Al primo anno Junioresho vinto subito due corse, una a Montemagno nel bresciano e una in Basilicata: ho vinto sia a nord che a sud».
Sapevamo che ti cercavano molte squadre, perchè hai scelto il Team Katusha?
«Per un insieme di cose; perché è una squadra russa e mi sento un po' come a casa e anche perchè era la proposta migliore che mi è stata fatta».
Quali sono i tuoi obiettivi per il tuo primo anno nei professionisti?
«Non sono del tutto sicuro, ma io penso di essere già in grado di fare dei bei risultati. Abbiamo già fatto due ritiri in Spagna e ho pedalato, almeno secondo me, molto bene. Spero di fare subito delle belle prove».
Il debutto è avvenuto nella Challenge Mallorca.
«Sì, poi sabato correrò il Trofeo Laigueglia e dopo disputerà la Vuelta a Murcia».
Ti piacerebbe fare anche il Giro d'Italia?
«Per ora è nei miei programmi. Spero di arrivarci in condizione».
Come ami passare il tempo quando non ci sono le corse?
«Io sono una persona tranquilla, mi piace leggere un buon libro».
Ti auguriamo buona fortuna per la tua prima stagione nei professionisti.
«Grazie, sarà dura!».