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«Con Bouba e Monia ci siamo anche noi!» - Andrea Carlesi, team manager della Fenixs, guarda alla stagione 2008

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Nomini la Fenixs e ti viene in mente Svetlana Bubnenkova. Ovvio. Anzi, inevitabile. Ma la Fenixs non è solo "Bouba" - che nel frattempo è al centro di una diatriba tra Federciclo francese e Federciclo russa per una questione legata (pare) alla burocrazia del cognome dell'atleta dell'est (che comunque sembra non agitare il team manager toscano) - anche se la russa trapiantata in Toscana è la capitana e la leader assoluta della compagine guidata da Andrea Carlesi, che ci espone il suo punto di vista sulla stagione conclusa e ci parla degli obiettivi futuri del team.
La Fenixs-HPB ricorderà il 2007 soprattutto per il doppio lutto nel giro di pochi mesi: dapprima la tedesca Liane Bahler, proprio alla vigilia del Giro d'Italia, e poi Davide Savino, il titolare della Edilsavino, azienda che vi sostiene con la sponsorizzazione, poco prima della fine di agosto. Per cos'altro ricorderete la stagione che s'è conclusa?
«Le disgrazie che ci hanno colpito sono state devastanti: da quel punto di vista, è vero, ci è andato tutto storto. Invece sotto l'aspetto sportivo il 2007 è stato buono: 58 vittorie, delle quali 25 con la sola Bubnenkova, e non solo su strada, viste le affermazioni su pista, nel ciclocross e in mountain bike».
Possiamo dire che il grosso neo è stato la stagione di Olga Slyusareva?
«La Slyusareva è in fase calante, questa è la verità. Sapevamo che questa sarebbe stata la sua ultima stagione su strada, e neanche siamo stati più di tanto dietro all'atleta per pretendere chissà cosa. Per il 2008 non rientrava nei nostri piani ed ha cambiato team, ma a quanto ne so, nella nuova squadra dovrebbe disputare soltanto attività su pista».
A parte la Bubnenkova, solita leader del gruppo, si sono distinte particolarmente altre due russe: la giovane Boyarksaya e la Antoshina. Che tipo di atlete sono?
«Per la prima posso dire che in Russia hanno già fatto la squadra per l'Olimpiade di Pechino, e la Boyarksaya e la Bouba son già sicure di prendervi parte. Questo per far capire lo spessore di questa giovane passista, che va forte in salita e che possiede anche una buona reattività negli scatti. Svetlana le sta insegnando tanto, dall'alimentazione agli allenamenti. La Antoshina è un'atleta meno visibile della più giovane collega, ma in seno al team è ugualmente importante. La definirei un'atleta completa, con una forte predisposizione per le prove contro il tempo. A fine stagione, però, n'è arrivata un'altra...».
Si riferisce alla Vlasova?
«È un'atleta strepitosa. Quello che riesce a fare in pianura in testa al gruppo è impressionante. È in grado di tenere i 50, ma anche i 60 km/h per 10 km. È una forza della natura, e sono curioso di seguirla quest'anno, visto che per la prima volta l'avrò in squadra dall'inizio di stagione».
E di questa sorta di unione con la Saccarelli che cosa ci dice?
«La compagine non aveva le opportunità per continuare, ma gettare il bambino con l'acqua sporca è sempre un peccato. Conoscevo già tre o quattro atlete di quel team, quelle che hanno fatto bene in passato, soprattutto nelle categorie giovanili, ed abbiamo proposto loro un passaggio "in blocco". Con loro ci sarà anche il direttore sportivo Montedori, una persona preparata, un professionista serio, un uomo che potrà veramente essermi d'aiuto nella gestione sportiva del team».
Con loro, anche delle neopro'. Che ci può dire di loro?
«Provengono dalla Desenzanese, una squadra di cui conosciamo il valore. Tra tutte, la Cocchi mi sembra quella maggiormente in grado di poter far bene sin da subito, anche se le ragazzine vanno fatte maturare con calma e senza alcuna pressione. Anche perché di giovani nella Fenixs già ce ne sono, ed anche di molto brave: la Mascelli, ad esempio, sta facendo benissimo in questo periodo nel ciclocorss, tanto che il CT Fausto Scotti mi ha preannunciato un suo possibile impiego con la maglia azzurra».
Ci sono altre novità in cantiere?
«Stiamo parlando con la Colnago per poter avere la campionessa italiana Eva Lechner e la Stafler. Colnago è già stato nostro partner in passato, sarebbe bello riallacciare la collaborazione. Questo nuovo impegno ci permetterà di arrivare anche in Belgio e in Olanda con la mountain bike, di cui la Lechner è un'esponente di spicco».
Passiamo al 2008: quali sono i principali progetti?
«Per prima cosa punteremo a far arrivare Svetlana Bubnenkova al 100% della forma in occasione dei Giochi Olimpici di Pechino. Sarà un tracciato duro e, come già dimostrato a Stoccarda, quando c'è da combattere la Bouba risponde sempre presente. La presenza di Monia Baccaille, una delle giovani italiane più brave nelle corse di Coppa del Mondo, ci permetterà di poter tracciare quel percorso con Bouba. Poi ci metterei il Giro d'Italia, perché anche se non abbiamo una vera candidata per la classifica finale, per un team italiano è sempre una vetrina importantissima».
Quando inizierà la vostra stagione?
«Abbiamo già effettuato un mini ritiro a Rosignano, tanto per conoscerci un po', soprattutto con le nuove atlete, tra cui mi preme citare anche l'irlandese Dervan; proviene dalla Lotto, la conosco e me ne hanno parlato un gran bene. Per quel poco che siamo stati insieme, m'è parso un gruppo affiatato».
La debacle della Bubnenkova al Giro d'Italia è ascrivibile alla sola, seppur immane, tragedia avvenuta qualche giorno prima o può esserci stato dell'altro?
«Questo è sempre molto difficile da dire. Le cose sono andate così: la Bahler aveva effettuato 25 giorni di allenamento a Livigno, in altura, proprio perché doveva essere una delle gregarie più affidabili per Svetlana in salita. La Bouba in corsa è un cagnaccio, è vero, ma nella vita di tutti i giorni è una donna emotiva. Tutti abbiamo subito il lutto di Liane, ma credo che lei l'abbia accusato ancora più di tutti noi. Prima delle tappe, difatti, non era mai tranquilla, ed anche in corsa questa mancanza di tranquillità la pagava. Io so solo che non stava male, e vincendo quell'ultima tappa scattando un centinaio di volte in faccia ad alteta di caratura internazionale come le azzurre di Stoccarda, penso lo abbia dimostrato. La classifica finale è sfumata con quella scellerata cronoscalata del Monte Serra: non stava male neanche lì, ma in quei frangenti, sola contro il tempo e contro tutte, le saranno balzati alla mente tanti di quei ricordi da averla comprensibilmente deconcentrata. Nel team, però, non ne abbiamo fatto assolutamente un dramma. Sono stato il primo io, appena saputa la notizia di Liane, a dire alle ragazze: «Tutto quello che verrà sarà qualcosa di quadagnato». Vincere una tappa è stato il massimo, secondo me».
Contento per il Mondiale della Bastianelli o più deluso per il 4° posto della Bubnenkova?
«Contentissimo per l'Italia, per la Bastianelli e per lo staff azzurro. Anzi, vi racconto un aneddoto: nell'ultimo giro del circuito iridato, con la Cantele e la Vos davanti, nessuno era contento. Brava Noemi a non tirare, bravi tutti a ricucire. Quando è partita la Bastianelli è stata una sorpresa relativa: ce lo si poteva immaginare. Per lunghi tratti Svetlana è stata incontenibile, voleva andare a riprenderla, ma era sola e delle altre Nazioni nessuna era in grado, o voleva, aiutarla. Ad un certo punto Amadori mi si è avvicinato con l'ammiraglia e m'ha detto: «Oh, Andrea, vorrai mica far vincere la Vos?». Effettivamente, se Bouba avesse tirato per riacciuffare Marta, sarebbe stata troppo stanca per poter anticipare la volata. E in volata avrebbe vinto la Vos, con "noi" sempre quarti, o al massimo terzi. Bene così, insomma».
Qualcosa da aggiungere?
«Tra poco inaugureremo il nuovo sito internet della squadra, attraverso il quale sarà possibile essere aggiornati sulle nostre attività. L'indirizzo sarà www.teamfenixs.com».

Mario Casaldi

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