Lo sprinter e il campione - Tappa a Loddo, classifica a Nibali
Un bottino di quattro tappe (su sette) e la classifica generale portata a casa: difficilmente la pattuglia italiana poteva sperare di far meglio in questa corsa argentina d'inizio stagione. Certo, gli avversari erano quelli che erano, soprattutto per i nostri assi dello sprint che hanno fatto il bello e il cattivo tempo conquistando addirittura sette podi su nove nelle tre tappe riservate ai velocisti.
Ieri sera Loddo ha firmato la sua personale doppietta a San Luis e portando a quattro i successi di questo primissimo scorcio di stagione dell'Androni Giocattoli di Gianni Savio che si dimostra ancora una volta compagine costruita per vincere, e tanto, in ogni parte del mondo. E non siamo che all'alba. Secondo Napolitano, a cui è mancato ancora una volta quel qualcosina per poter trasformare almeno uno dei tre podi conquistati in vittoria. Ma l'importante, in questo momento, è essere lì, riprendere confidenza con certi meccanismi e con gli avversari, le vittorie arriveranno.
E ora lasciamo la scena al Nibali che non t'aspetti, capace di arrivare in Argentina, spianare la strada al successo di Chicchi nella prima tappa, sfoderare una crono perfetta contro avversari sicuramente più in condizione di lui, e poi di difendersi col coltello tra i denti dagli assalti dei sudamericani che però in nessuna occasione hanno dato l'impressione di poterlo veramente mettere in difficoltà.
Sia d'esempio per tutti i campioni del ciclismo moderno questo Nibali, voglioso di soffrire anche in una corsa a tappe sudamericana: sono venuto qui e provo a vincere fino alla fine - a gennaio in Argentina come a luglio in Francia - e se poi gli altri sono più forti di me, allora è un altro discorso. Sembrerà un discorso ovvio, ma andateglielo a dire a un Andy Schleck, impalpabile in fior di corse durante l'anno (andare a spulciare gli ordini d'arrivo di Tirreno-Adriatico, Sanremo e Paesi Baschi 2009 per farsi un'idea del concetto) per poi, magari, presentarsi in forma smagliante 10 giorni dopo a Freccia e Liegi e ridicolizzare gli avversari sulle côtes. Non ce ne voglia il fortissimo spilungone lussemburghese ma, con tutto il rispetto per la sua immensa classe, noi gli preferiamo i Nibali e gli Evans.
Ritornando in Sudamerica, il podio è completato dal solito - per questo tipo di corse - Serpa che ha forse pagato una crono al di sotto dei suoi livelli e da un'ottimo Rafael Valls, giovanotto spagnolo della Footon da seguire con curiosità. Interessanti i piazzamenti dei redivivi Botero, quinto e Rasmussen, ottavo (ma separati da un solo secondo, frutto dell'abbuono conquistato dal colombiano proprio nell'ultima tappa!), ma mai seriamente in lotta per il successo finale.