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León come una gazzella - Vince Sánchez. S.Luis: Rodríguez

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Probabilmente non ce l'avrebbe fatta lo stesso Valverde, forse gli indiavolati HTC-Columbia avrebbero in ogni caso fatto il diavolo a quattro per riportare sotto Greipel per fargli conquistare il suo secondo Tour Down Under. Ma santo ragazzo, era proprio necessario perdere quei 17" in volata ieri, staccandoti da 50 corridori in una tappa in cui pure il tuo compagno Drujon è arrivato davanti?
Fatta questa doverosa premessa, oggi dobbiamo dire che, una volta tanto, i corridori non hanno disatteso le nostre aspettative, regalandoci una tappa emozionante e che è rimasta incerta fino alle ultime centinaia di metri.
Le fasi iniziali sono una vetrina per Dimitriyev e Vorganov (il Katusha con i 5" d'abbuono diligentemente raccolti s'installerà al settimo posto della generale) che animano una fuga con poche velleità di successo ed esauritasi in prossimità del primo passaggio (dei due previsti) dal Gpm di Willunga Hill. Proprio in quei frangenti entra in scena la Caisse d'Epargne. Lavoreranno per Rojas, già due volte terzo nella generale del Down Under? No, José quest'anno non pare brillantissimo, gli uomini in nero lavorano per i capitani "veri", menano per spianare la strada a Valverde e a Sánchez in salita. Una strana chiacchierata tra Alejandro ed Evans non fa che aumentare i sospetti, finché lo stesso Cadel li spazza via in un colpo solo, con una bella progressione assestata come si deve. Sulzberger lo segue per un po', ma poi anche lui alza bandiera bianca. E i Caisse? Sono lì a pochi secondi, con Sagan (che gambe, 'sto ragazzino!); Evans lo sa e li aspetta perché comunque quello messo meglio in classifica, in fin dei conti, è lui.
Il gruppetto ha 40" di vantaggio su Greipel che si è difeso più che egregiamente ma che ora deve mettere alla frusta i compagni perché il suo vantaggio su Evans è di soli 26" e ci sono anche gli abbuoni (che nei giorni scorsi hanno fatto il suo gioco) a rendere più incerta la situazione. Valverde, senza quei maledetti 17" persi, sarebbe stato addirittura a 24", 14" reali se pensiamo che, con un compagno adattissimo a finali come questi, difficilmente la vittoria sarebbe potuta sfuggirgli. Il distacco di Greipel pian piano diminuisce ed Evans, rientrato nei panni dello splendido perdente, deve dire addio ai sogni di gloria (non sarà il Tour, ma vincere tra migliaia di tifosi australiani, con quella maglia e dopo un'azione come questa sarebbe stata comunque una bella soddisfazione) e arrendersi pure allo scatto di Sánchez che va a prendersi la tappa davanti a Luke Roberts (rientrato da dietro), a Valverde e alla stessa maglia iridata. Il distacco di Greipel è di soli 9", la maglia di leader, e il Tour Down Under sono al sicuro, ma che fatica! (Giuseppe Cristiano)

L'acuto di Alberto Loddo di un paio di giorni fa ci aveva inevitabilmente portato a tessere le prime lodi dell'Androni Giocattoli, ma è bastato che il terreno si facesse ancor più congeniale alle caratteristiche del team di Gianni Savio per poter di nuovo dare spazio alle celebrazioni, in maniera ancor più perentoria. Tre uomini piazzati nelle prime cinque posizioni dell'ordine d'arrivo sono sufficienti a marchiare Androni la quinta tappa di questo Tour de San Luis e se per lo spagnolo Maté il quarto posto di giornata sa tanto di pagnotta guadagnata, gli altri due Savio-boys sorridono di gusto: in primis Jackson Rodríguez, già pimpante nella seconda frazione, che centra il primo successo stagionale ed in secundis José Serpa, quinto all'arrivo ma ora secondo nella generale, principale antagonista di un Vincenzo Nibali riuscito a controllare senza eccessivi patemi la situazione anche dopo aver superato qualche attimo di leggera defaillance sul Cerro el Amargo, ascesa più ostica di giornata.
I 156 km da San Luis a La Carolina, col caldo a farla da padrone (temperature oltre i 35°), sono stati animati dalla fuga a tre del tedesco Mamos, del brasiliano Cardoso ma soprattutto dell'idolo locale Walter Pérez, campione olimpico nel Madison a Pechino 2008 in coppia con Juan Esteban Curuchet e pistard di indubbio valore. Il terzetto, che raggiunto un vantaggio massimo di circa 5 minuti, ha resistito fino all'ascesa del Cerro el Amargo, a circa venti chilometri dal traguardo, cedendo poi la scena ai principali protagonisti di un plotone che nel frattempo è andato sfaldandosi. Sono stati lo spagnolo Valls, nuovamente protagonista quindi, e l'argentino Pereyra a mettersi particolarmente in luce mentre il gruppetto di testa comprendeva anche Rasmussen, Serpa, Botero e Kolobnev, con Nibali rientrato poco dopo. Sono stati però gli ultimi cinque chilometri a regalare il maggior spettacolo, con continui attacchi che hanno prodotto il terzetto andato poi a giocarsi il successo finale.
Rodríguez ha fatto valere il suo notevole spunto veloce su Valls e Kolobnev, mentre il gruppo Nibali (il siciliano è 6° all'arrivo) ha concluso staccato di 7 secondi, tutti gli altri sono giunti oltre il minuto, ragion per cui ora il portacolori della Liquigas sarà chiamato ad affrontare l'ultimo arrivo in quota di domani sul Mirador del Sol, guardandosi principalmente da Serpa (2° a 30") e da Valls (3° a 1'09"), avversari più pericolosi in una top-ten che vede anche l'ingresso di Michael Rasmussen, 8° a 1'59". Meno di ventiquattr'ore di attesa ed i giochi saranno pressoché fatti.

Vivian Ghianni

 

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