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Caro Nibali, che crono! - Down Under: Greipel vince ancora

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Ci sono cose che paiono così ovvie che lo stupore, appurato che si siano invece consumate per la prima volta, è difficile anche da descrivere: insomma, che uno come Vincenzo Nibali vinca una cronometro individuale non sembra certo la notizia dell'anno, e forse neanche del giorno, ma scoprire che alla fine dei 19,5 km del circuito di San Luis il siciliano della Liquigas-Doimo ha festeggiato il suo primo successo personale contro il tic tac (escludendo le varie cronosquadre, dunque) è senz'altro un importante elemento per il ciclismo italiano.
Lo sappiamo, è gennaio e si sta parlando di una corsa con pochissimo peso specifico. I battuti (secondo il tedesco Bengsch a 4" e terzi a parimerito il brasiliano Nicácio e l'argentino Giacinti a 11, mentre al quinto posto troviamo un'altra bella sorpresa), pur essendo dei buoni passisti, non sono certo corridori in grado di figurare nelle corse storiche; i Victor Hugo Peña e i Botero, rispettivamente 6° e 10°, sono lontani parenti di chi vestiva maglie gialle e vinceva tappe al Tour de France ad inizio decennio.
Rimane comunque un successo, e una vittoria ad inizio stagione non può che fare bene al morale. Nibali s'era già messo in luce tirando la volata vincente al compagno Chicchi a Villa Mercedes, e questa cronometro vinta lo porta anche in vetta nella classifica generale con 26" su Giacinti (portacolori della nuova formazione Professional brasiliana, la Scott-Marcondes) e 30 su José Serpa, il colombiano di Savio che oggi ha pagato forse qualcosa in più di ciò che si aspettava (30" da Nibali, per l'appunto).
Parlare di distacchi oggi è però probabilmente un mero esercizio retorico, visto che da stanotte si inizierà a salire, e neanche di poco (i 1720 metri di altitudine del Cerro el Amargo, a 20 km dall'arrivo della Carolina, stanno lì a testimoniarlo). Per cui non soltanto Serpa, ma anche il Valls vincitore due giorni fa, il Rasmussen ora 12esimo in classifica, senza dimenticare altri corridori come il vincitore uscente Lucero, Javier Moreno, Jackson Rodríguez, Vázquez (tutti al limite dei 2'28" dal siciliano), avranno molto terreno per tentare di sferrare i propri attacchi.
Il bottino dell'Italia (3 tappe in 4 giorni, le maglie di leader di Chicchi e quella che lo Squalo di Messina indosserà almeno domani) viene rimpinzato anche dal 5° posto a 14" (eccola, la sorpresa annunciata) della maglia tricolore Filippo Pozzato, che ha un passato - troppo trascurato - da cronoman e la classe per riuscire a fare un'ottima figura anche quando la forma non è eccelsa. Magari, gli venisse l'appetito mangiando... (Mario Casaldi)

Dall'altra parte del mondo, invece, le indicazioni che arrivano sono ancora una volte quelle di una HTC-Columbia in grande condizione, non solo fisica: la corazzata guidata in ammiraglia dall'australiano Allan Peiper sempre assolutamente devastante nei finali di tappa grazie al lavoro di Grabsch, Roulston e Sieberg; con un treno così il compito di Greipel è sicuramente più facile ed il tris ottenuto oggi a Goolwa (con questa sono otto vittorie in tre anni) non ci stupisce più di tanto.
Non passano neanche 3 km che i coraggiosi di giornata si mettono in marcia. In avvio c'è un Gpm a Lenswood e i punticini lì in cima fanno gola a Thomas Rorhegger, primo nella relativa classifica. E infatti il tedesco parte con Kemp, Kaisen, Ravard, Castroviejo e Clement, poi si aggiungono Frei e Minguez, il gruppetto può andarsene in scioltezza, Rohregger può festeggiare al passaggio sul colle, e il plotone, dietro, può prendere il suo passo senza però lasciare troppo spazio ai fuggitivi.
Tre minuti e un quarto è infatti il vantaggio massimo che gli attaccanti toccano, dopo 36 km di tappa (e a 113 dal traguardo). Troppo interessate, HTC e Sky (e mettiamoci pure RadioShack), a proporre la terza volata generale in quattro giorni, perché gli 8 di testa si mettano nella medesima strane idee.
Tanto li tiene a tiro, il gruppone, che a un certo punto deve pure rallentare, per evitare di riprenderli troppo presto (e ritrovarsi punto e a capo con qualche altro tentativo di attacco da tenere a bada). Il margine scende a 1' a 30 km dalla fine, e tra gli attaccanti, sotto la pioggia battente che ha caratterizzato l'intera tappa, monta il fermento tipico di questi casi: chi ne ha di più si gioca l'estrema chance, nella fattispecie Kemp, Clement e Castroviejo, che se ne vanno in allungo ai 28 km, senza che quest'azione faccia venire il mal di stomaco ai velocisti in gruppo. Testardo più che mai, Clement tenta ancora tutto solo, ai 16 km, ma non dura che poche centinaia di metri.
A 15 km dal traguardo il plotone torna compatto, ed è già tempo del contropiede più atteso dell'intero Tour Down Under: è Armstrong a muoversi, con tanto di paggio di fiducia (Tomas Vaitkus) che gli dà un paio di tiratone per scavare un vantaggio di una qualche entità: sono 23" quelli che i due RadioShackers si ritrovano a gestire, troppo pochi comunque rispetto alla furia di un'HTC che sa di avere un Greipel quasi imbattibile da giocarsi alla roulette finale.
Ai 3 km Lance e Vaitkus vengono ripresi, i ragazzi di Bruyneel fanno appena in tempo a organizzare il treno per Steegmans ed è già volata.
L'esito, come detto, è lo stesso delle due volate già disputate con il tedesco Greipel davanti a tutti. In seconda posizione troviamo McEwen, che sta cercando di lasciarsi alle spalle gli infortuni del 2009, mentre Brown è terzo e Steegmans quarto. Delude un po' il Team Sky che si perde un po' negli ultimi metri non riuscendo a lanciare bene Greg Henderson che taglierà il traguardo solamente in 13esima posizione. Per quanto riguarda invece la classifica generale, grazie ai 10" di abbuono conquistati oggi, Greipel è sempre più leader e favorito di questo Down Under: McEwen è 20", Henderson e Steegmans a 24", Brown, Roelandts ed Evans a 26" mentre Valverde ha pagato oggi 17" che lo fanno scivolare in 26esima posizione.
Domani ci sarà la tappa più dura visto che nel finale bisognerà affrontare per due volte la salita di Willunga: niente di trascendentale visto che gli anni passati molti velocisti sono riusciti a rimanere davanti ma siamo sicuri che squadre come la BMC e la Caisse d'Epargne proveranno a far saltare il banco.

Sebastiano Cipriani



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