Il sigillo di Monsalve - Vince il giovane della Mastromarco
Il proseguio di questa Vuelta al Táchira, con l'accumularsi della fatica nelle gambe ed il susseguirsi di salite senza soluzione di continuità o riposo alcuno, finirà probabilmente per portare alla ribalta corridori più temprati e resistenti. Rimane tuttavia il fatto che, ad oggi, le tre tappe impegnative che la corsa venezuelana presentava, tra alta e media montagna, sono state tutte appannaggio di ragazzi poco più che ventenni.
Dopo Alarcón a Cordero e Camargo in cima a La Grita, ieri a confermare la tendenza ed a regalare la prima gioia stagionale all'italiana Mastromarco - pure presente per l'ennesima volta nella fuga da lontano con Mammini - è stato il locale Yonathan Monsalve, ingaggiato dall'ex pro' Di Fresco dopo il sorprendente podio conquistato un anno fa su queste stesse strade.
Limitato finora nel rendimento nel dilettantismo nostrano da una brutta caduta al Giro "baby", che l'ha costretto al ritiro con la maglia di miglior straniero ancora addosso, Monsalve, classe '89, nato nello stato di Barinas, grazie ad una preparazione differenziata rispetto ai propri compagni svolta nel mese di dicembre (che gli consente adesso di far sfoggio di un'ottima condizione), si conferma come uno dei corridori più abili tra le nuove generazioni del Sud America nell'imporre la propria riconosciuta punta di velocità in drappelli ristretti.
Per quanto riguarda le grandi manovre strettamente in ottica titolo finale, anche nella tappa di ieri non s'è sfuggiti al solito copione con Rujano a dar testardamente battaglia in salita ma sempre pericolosamente isolato. In cima all'ultimo Gpm di giornata, a poco meno di 30 km dall'arrivo, Rujano infatti transita per primo con a ruota la bellezza di cinque corridori della Lotería del Táchira più Monsalve ed Alarcón, esponendosi in discesa al concreto rischio di farsi infilare in contropiede, e perdere così ulteriore terreno. Un vero miracolo (o forse la mancanza di radioline, vietate da quest'anno nelle corse di categoria 2.2?), quindi, che sia riuscito a salvarsi in questa giornata, anche grazie al susseguente e tempestivo rientro dei compagni Medina e Galviz dalle retrovie.
Alla principale attrazione mediatica della corsa, al momento 4° nella generale a 46" dal capoclassifica José Alirio Contreras, è servita oggi su un piatto d'argento un'occasione irripetibile per svincolarsi dalla morsa "lotera" e ridare una piega vantaggiosa alla sua corsa. La cronoscalata allo stabilimento Concafé di Bramón di 17 chilometri sembra strizzare l'occhio alle qualità del "condor" di Santa Cruz de Mora e potrebbe rappresentare quindi l'autentico spartiacque della Vuelta al Táchira 2010.