Rujano stretto nella morsa - E Camargo fa terno alla Lotería
I micidiali chilometri finali dell'arrivo di ieri arrampicandosi su per La Grita, dovevano e sembravano a detta dei più poter essere il palcoscenico ideale per il grande assolo dell'idolo su due ruote delle folle venezuelane: José Rujano. Sì, proprio lui, scalatorino da meno di 50kg che al Giro d'Italia del 2005 spianava le salite, poi incapace di rispondere alle conseguenti enormi aspettative dell'ambiente ma finalmente, dall'alto del suo indiscutibile potenziale, corridore ritrovato nel fisico e nelle motivazioni tra le strade del Sudamerica da circa un anno a questa parte.
Doveva essere la vittoria della tranquillità, quella che gli avrebbe consentito, gestendo e puntellando il proprio vantaggio in classifica nell'ultima settimana, di incanalare a proprio piacimento l'andamento di questa Vuelta al Táchira, senza sfiancarsi eccessivamente e con l'obbiettivo del ritorno al Giro in maglia ISD ben chiaro nella mente e nei programmi.
Doveva ma non è stato, perché nello sport, si sa, attese e pronostici eccessivamente scontati sono quanto mai a rischio di smentita. Soprattutto se gli avversari di casa, ben preparati ed orchestrati da uno stratega veterano di mille battaglie, appaiono intenzionati a vender cara la pelle, costringendoti tutti i santi giorni ad interminabili inseguimenti, privandoti così del supporto dei compagni nei momenti cruciali, ed, a maggior ragione nel caso dell'istintivo Rujano, ad un costante e logorante muoversi in prima persona.
Gli attori dell'irriverente sceneggiato in questione sono i membri dei tre gruppi in corsa riconducibili al club Lotería del Táchira, ieri a segno con una fucilata inaspettata del giovane scalatore Jonathan Camargo (altro successo di prestigio da sommarsi a quello del Cerro del Cristo 2008) e scalzando il capoclassifica Ubeto (vincitore pure il giorno precedente in volata) con il più solido merideño José Alirio Contreras, un neoacquisto tra l'altro.
L'esibizione messa in piedi ieri dai "loteri", con sapienti fughe a lunga gittata ed attacchi a ripetizione nell'ultima ascesa (protagonisti Noel Vásquez prima ed il vincitore uscente Ronald González poi), dimostra innanzitutto quante pedine all'occorrenza intercambiabili disponga nel proprio scacchiere il tecnico colombiano Roberto "el Oso" Sánchez, ma anche come l'inopinata vulnerabilità dimostrata dal favorito della vigilia Rujano, 4° all'arrivo e comunque ancora in piena lotta per il "tricampeonato", debba fortemente rinvigorire le aspirazioni dei suoi rivali e spronarli ad approfittare dei deficit tattici di fondo suoi e della sua formazione.
Rivali tra i quali non si possono più annoverare i colombiani, scioltisi tra troppi incidenti ed una preparazione precaria come neve al sole in terre venezuelane, a differenza degli under-23 Alarcón (2°) e Monsalve (5°) che continuano a dar sfoggio di grande brillantezza e padronanza a dispetto dell'età.
Si prefigura quindi una corsa apertissima e di inevitabile battaglia quotidiana fino all'epilogo di domenica prossima a San Cristóbal. Sarà Rujano disposto a rimettersi in gioco a queste inaspettate condizioni? Lo capiremo presto visto che il percorso questa settimana non lascerà più spazio ad equivoci.