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La freccia d'Argentina - Primi hurrà per Chicchi e Greipel

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Alcuni lo chiamano fato, altri destino, altri ancora casualità: durante l'inverno il nome di Francesco Chicchi era stato accostato a più d'una squadra ma alla prima corsa lo ritroviamo subito vincente con la maglia della Liquigas. In squadra forse c'era un po' di delusione per i risultati di un 2009 sicuramente sotto le attese del velocista toscano ma nonostante il grande interesse generale nei suoi confronti ha preferito restare e giocarsi il tutto per tutte nelle corse più prestigiose. La sfida è di quelle toste perché a 29 anni un paio di stagioni no si fanno sentire quando bisogna cercare squadra ed allo stesso tempo in casa Liquigas la concorrenza di Bennati e dell'emergente Guarnieri è pesante: probabilmente conscio di tutto ciò Chicchi ha trovato una nuova determinazione e da qui la forza di sprintare più veloce di tutti nella prima tappa del Tour de San Luis, in Argentina.
Per Chicchi ora, però, arriva la parte più difficile, quella della conferma, dal momento che anche l'anno scorso era partito bene vincendo subito al Tour Down Under ma in tutto il resto del 2009 aveva poi centrato solamente una sola vittoria negli Stati Uniti nel mese di settembre: noi ci aspettiamo soprattutto di ritrovarlo competitivo nelle prime corse in Europa siccome nel vecchio continente non batte tutti ormai dal giugno 2008.
Ormai la globalizzazione del ciclismo sta portando le grandi squadre a correre anche in posti impensabili fino ad un paio di anni di anni fa: il Tour de San Luis è cresciuto molto e molti team europei l'hanno battezzato come esordio ufficiale per il 2010. I 168 km da San Luis a Villa Mercedes non presentavano particolari asperità ed in virtù anche di quanto visto l'anno scorso - vittoria in volata di Mattia Gavazzi sullo stesso tracciato - lo sprint era l'epilogo più scontato, dopo che la classica fuga di terze linee era stata ripresa: il successo di Chicchi è stato netto (più di una bicicletta) ed alle sue spalle troviamo nell'ordine il padrone di casa Edgardo Simón e gli italiani Napolitano e Loddo a testimoniare che i nostri connazionali gradiscono particolarmente l'aria di Villa Mercedes.
La corsa adesso prevede subito un arrivo in salita, seppur abbastanza leggero, a El Mirador del Potrero: quasi impossibile per Chicchi mantenere la leadership in classifica generale ma i ragazzi guidati in ammiraglia da Mario Scirea possono giocarsi subito la carta Vincenzo Nibali che è anche uno dei candidati alla vittoria finale. (Sebastiano Cipriani    )

Altro capo del mondo, stessa (annunciatissima) musica. In Australia prende il via un Tour Down Under con la starting list più qualificata di sempre: manca sì la Lampre alle prese con le bizze dell'UCI (licenza Pro Tour sì, licenza Pro Tour no? Licenza Pro Tour forse!), ma con Armstrong, Valverde ed Evans, probabilmente in pochi ci fanno caso.
Ma, si sa, il Tour Down Under, da che mondo è mondo, è corsa per velocisti, essendo i più bravi di essi riusciti addirittura a portare a casa la classifica generale nelle ultime due edizioni. E così, nella prima tappa, subito testa a testa tra le ruote veloci, anche se già da metà gara si capisce che probabilmente uno di loro ne avrà più dei rivali. Infatti, il gruppetto di giovani attaccanti (l'australiano Roe, il francese Kadri e lo svizzero Kohler) è tenuto a bada per tutto il tempo non dalla Katusha di McEwen, né dalla Rabobank di Brown o tantomeno dall'Astana di Davis - che anzi giungerà al traguardo staccato di più di 8', così come Förster e Haedo - ma da una sola squadra, la HTC-Columbia (sì, gli sponsor quest'anno si sono invertiti di ordine) di André Greipel.
E l'anno scorso abbiamo imparato a capire che quando questi lavorano per il loro velocista, lo fanno sul serio e, soprattutto, lo fanno per bene, per di più potendo contare su velocisti di primissimo ordine, come Cavendish, assente qui in Australia, e Greipel appunto. Sul rettilineo finale il tedesco s'è bevuto in un sol sorso le velleità di rimonta della coppia belga Steegmans (che sarà l'uomo di punta per le volate 2010 della RadioShack) e Roelandts, mentre hanno fatto fatica a farsi largo nelle primissime posizioni McEwen, Henderson (vittorioso domenica nel criterium d'apertura) e Brown, che pure godevano di ottime credenziali e hanno chiuso comunque nei 10. La sola squadra italiana al via, la Liquigas, pur provando ad impostare un treno nelle fasi calde, non ha raccolto più del 23° posto di Guarnieri, risultato sicuramente migliorabile già da domani con l'aiuto dei vari Finetto, Dall'Antonia e Sabatini.
Nei prossimi giorni - l'abbiamo detto - il menu non offrirà molte variazioni di sorta, anche se un paio di tappe più movimentate, tra giovedì e sabato, potrebbero risultare indigeste ai velocisti puri, pur strizzando l'occhio a quelli un po' più atipici.
Aspettate un attimo: e se Valverde... Ecco, ci risiamo, la febbre ricomincia!

Giuseppe Cristiano



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