«La mia vita tra argilla e ciclismo» - Scopriamo Emma Pooley, talento britannico
Versione stampabile Può essere senza dubbio considerata una delle principali rivelazioni della stagione appena terminata. Malgrado il suo sguardo un po' timido ed il suo fisico minuto, è in grado di fare molto male alle avversarie, soprattutto quando la strada sale. Una vita fatta non solo di ciclismo: da un paio di anni vive a Zurigo, dove è alle prese con un lavoro di dottorato nel campo dell'ingegneria geotecnica. Stiamo parlando di Emma Pooley, venticinquenne britannica arrivata al ciclismo d'Élite un po' per caso e subito messasi in luce agli esordi nel 2005. Emma è tornata a brillare nel 2007, offrendo alcune prestazioni di notevole rilievo. Anche durante la prossima stagione difenderà i colori della formazione svizzera Team Specialized Designs for Women.
Emma, il primo importante risultato della tua carriera ciclistica è stato il 4° posto ai campionati nazionali del 2005. In quella stagione sei anche stata selezionata per i campionati del Mondo di Madrid. L'anno successivo hai poi corso con il Team FBUK, ma non hai avuto una grande stagione. Cosa è successo nel 2006?
«L'anno scorso ho lottato per trovare un equilibrio tra lavoro ed allenamento, e così penso di non essere mai riuscita ad entrare realmente in forma. Anche il fatto di aver firmato per una squadra con sede in Belgio non mi è stato di aiuto, infatti non era molto conveniente dal mio luogo di residenza! Andare alle corse era piuttosto stressante ed il mio rendimento non è stato buono, così a metà stagione mi sono resa conto che non andavo abbastanza bene in questo sport e che non valeva la pena correre su questi livelli».
Ad inizio anno hai fatto qualche corsa in Australia con la tua squadra nazionale. A fine marzo ti sei poi unita al Team Specialized Designs for Women, una squadra svizzera con sede a Zurigo. Quali sono state le tue prime impressioni riguardo la tua nuova squadra? Conoscevi già alcune ragazze?
«Conoscevo già alcune atlete che avevo incontrato nel 2006 a delle corse in Svizzera. Le ragazze sono state tutte molto amichevoli ad accoglienti sebbene fossi arrivata in squadra a stagione iniziata. La squadra mi ha veramente sorpreso per professionalità: nonostante tutti i membri dello staff abbiano un lavoro a tempo pieno, si dedicano veramente tanto alla squadra e così tutto risulta ben organizzato».
A fine giugno hai disputato un'eccellente Grande Boucle terminando in terza posizione e mostrando le tue superbe doti di scalatrice. Lungo l'ascesa del Col du Tourmalet nessuna è stata in grado di seguire il tuo passo. Soddisfatta del tuo risultato nonostante la mancata vittoria di tappa?
«In parte ero molto contenta per come ho corso, visto che è stato piuttosto emozionante arrivare in cima al Tourmalet tutta sola, così come ero fiera per il lavoro di squadra che si è poi tramutato in un 3° posto nella classifica generale. Ma la tappa finale ha pure messo in evidenza un mio grande punto debole: dopo la salita, ho affrontato la discesa molto lentamente e così sono stata raggiunta ed alla fine ho terminato la tappa solo in terza posizione. Per questo motivo ero seccata con me stessa perché sapevo che avrei potuto vincere la tappa se non fossi stata così timorosa. È stato anche abbastanza imbarazzante: molte persone hanno visto la corsa e tutti mi hanno fatto notare quanto fossi una pessima discesista! Nel complesso questa corsa mi è comunque stata di enorme incoraggiamento».
La tua prima grande vittoria è poi arrivata al Thüringen Rundfahrt in seguito ad una spettacolare fuga solitaria di quasi tre ore. Quali sono i tuoi ricordi relativi a quel giorno?
«Principalmente il vento, mi sembrava sempre contrario quel giorno! Se do uno sguardo indietro, mi sembra un sogno... non penso che riuscirò mai a ripetere una corsa del genere, e così vorrei ricordarmela bene. Nell'ultima mezz'ora di corsa, quando finalmente cominciavo a credere che sarei riuscita a vincere la tappa, notavo che il mio vantaggio stava diminuendo, il tempo sembrava essersi fermato e le mie gambe non giravano quasi più. Il rettilineo finale era in pavé, ed i grandi ciottoli mi hanno impedito di alzare completamente le braccia al cielo per festeggiare la vittoria, e questo è stato un po' spiacevole. Ed ho anche fatto il mio primo test anti-doping: ero davvero contenta per essere andata finalmente così bene da venire controllata!».
Parliamo dei Mondiali di Stoccarda. Hai corso una buona cronometro arrivando ottava, ed anche nella gara in linea hai dimostrato di essere una delle più forti, concludendo in decima posizione. Sei soddisfatta dei tuoi ottimi Mondiali o hai qualche rimpianto?
«Ero molto contenta del mio risultato nella cronometro perché ho corso molto meglio di quanto mi aspettassi. Riguardo alla gara in linea, penso che avrei potuto correre un po' meglio tatticamente e lungo le discese, quindi in parte ho qualche rimpianto. Nonostante questo, il 10° posto mi ha reso sicuramente felice».
Qual è il risultato stagionale di cui puoi andare maggiormente fiera? Perché?
«La vittoria al Thüringen e la cronometro di Stoccarda sono probabilmente i miei migliori risultati sulla carta. Ma al Thüringen, ad essere sinceri, sono stata semplicemente fortunata, mentre il percorso della cronometro iridata era piuttosto adatto alle mie caratteristiche... quindi non penso di potermi sentire veramente fiera per queste due corse. In Svizzera c'è una corsa chiamata Niederbipp Mountain Champion, una cronoscalata. Quest'anno sono stata 4' più veloce rispetto al 2005. Sono sicuramente orgogliosa di questo risultato, perché mi ha fatto vedere quanto io sia migliorata».
Sei una grandissima scalatrice, ma in discesa e nelle curve puoi ancora migliorare, vero? Ciò è frustrante o ti motiva a cercare di migliorare queste caratteristiche?
«In realtà non sono sicura di essere una così brava scalatrice... senza dubbio posso ancora perfezionare alcuni aspetti. Però è vero, in discesa non vado molto bene e questo può essere davvero frustrante. Dopo la Grande Boucle ero veramente determinata a risolvere questo problema e così, assieme al mio allenatore, ho fatto lavori specifici che mi hanno aiutata. Non sono tuttora così brava, ma sono incoraggiata a lavorarci ancora a fondo perché so che posso fare grossi miglioramenti, e ciò che mi permetterebbe anche di salvare delle energie durante le corse».
Perché hai scelto il ciclismo? Cosa ti piace di più di questo sport?
«Prima correvo, ma dopo essermi infortunata ho cominciato a praticare il ciclismo semplicemente come allenamento alternativo. In seguito mi sono dedicata al triathlon ed alla fine, nel 2005, ho capito che ero maggiormente dotata per il ciclismo. Adoro correre e nuotare, ma in queste due discipline non sono abbastanza forte per poter essere una brava triatleta. Ciò che mi piace di più del ciclismo è l'allenarmi con gli amici, ed è il momento che più aspetto durante la mia giornata».
La carriera ciclistica è solo una parte della tua vita. Ti sei trasferita dall'Inghilterra alla Svizzera per ragioni professionali. Di cosa ti occupi esattamente?
«Dopo essermi laureata nel 2005 ho cominciato un lavoro di dottorato al Politecnico federale di Zurigo. Il mio campo di ricerca è l'ingegneria geotecnica ed il mio progetto riguarda la modellazione di tecniche per migliorare l'estrazione di residui minerari argillosi. Faccio alcuni esperimenti di laboratorio su modelli a piccola scala e poi analizzo un bel po' di dati! Il mio supervisore mi è venuto incontro permettendomi di ridurre il lavoro al 70% durante quest'estate, ed in questo modo ho avuto più tempo per correre ed allenarmi. Ciononostante, è veramente una lotta: quest'anno per via delle corse mi sono presa più giorni di vacanza di quanti ne avessi a disposizione, e così adesso in inverno devo fare gli straordinari. È un po' stressante perché mi sento sempre un po' in colpa, o per non dedicarmi abbastanza al lavoro, o per non allenarmi a sufficienza...».
Come trascorri il tuo tempo libero, se ne hai?
«In questo momento non ne ho molto: direi che attualmente il mio hobby preferito è... dormire! Ma mi piacciono altre attività sportive oltre al ciclismo come correre, nuotare, sciare, camminare. Durante le corse a tappe leggo per rilassarmi. E mi piace pure il cibo che cucino, specialmente le torte! E così mi diverto anche a cucinare».
Ti piace Zurigo? Pensi di esserti integrata bene in Svizzera? Cosa ti manca maggiormente del tuo Paese?
«Amo vivere a Zurigo. Mi ci è voluto un po' di tempo per abituarmi, ma ora che parlo bene il tedesco è tutto più facile. In particolare mi manca la mia famiglia, e probabilmente il tè! Sembrerà una cosa sciocca, ma sono completamente dipendente dal tè: finalmente ho trovato un negozio a Zurigo che vende un buon tè, ma qui non è stato così facile trovarne».
Puoi svelare qualcosa riguardo il tuo futuro? Correrai ancora per il Team Specialized Designs for Women? Hai ricevuto offerte da altre squadre?
«Nel 2008 rimarrò alla Specialized. Ho avuto una buona annata, ed è stato veramente bello correre per questa squadra. Sono sempre stata sicura di rimanere qui. Inoltre, per via degli impegni di lavoro, è sicuramente meglio rimanere in una squadra svizzera».
Parlaci del tuo programma di allenamento invernale. Farai altre attività oltre al ciclismo?
«Adesso sto facendo altro, come la corsa, lo sci di fondo, un po' di palestra e il nuoto. Questo in parte perché non ho molto tempo per fare lunghi giri, ed in parte perché ora qui è molto freddo. Dopo Natale andrò per quasi due mesi da mia zia, a Perth, in Australia, dove potrò fare un bel po' di lunghe uscite».
Probabilmente è troppo presto per parlare della tua prossima stagione. Ad ogni modo, quali potrebbero essere le tue aspettative ed i tuoi obiettivi per il prossimo anno?
«Vorrei continuare a migliorare, visto che a mio parere ho molte debolezze su cui posso lavorare. La mia ambizione principale è costituita dai Giochi Olimpici di Pechino; sarebbe fantastico venire selezionata, e così spero di mostrare di essere sufficientemente brava. Ma questa stagione si è rivelata per me un'esperienza così positiva che non vedo l'ora di correre nel 2008 con la mia squadra».
Davide Ronconi