Si è iniziato a salire - Vince Alarcón, Rujano pimpante
Incontrando finalmente temperature più gradevoli, ieri la Vuelta al Táchira è rientrata definitivamente entro i propri confini regionali. Confini entro i quali il suo elemento più naturale, la montagna, decreterà il vincitore dell'edizione 2010.
Poichè il tracciato presentava nel suo ultimo terzo una lunga salita a gradoni, molto pedalabile per quanto disseminata di traguardi parziali, velocisti puri e passisti di stazza hanno quindi sgombrato il campo, lasciando il passo a corridori più leggeri ma comunque dotati di una certa reattività finale.
È il caso ad esempio del vincitore, il 21enne merideño José Alarcón, attualmente in forza alla pericolante - e Savio, che lo segue da tempo, farebbe bene ad approfittarne - squadra di casa della Sumiglov ma formatosi nella "cantera" della Lotería del Táchira. Lo scorso anno fu ad un'inezia dal coronarsi "campeón" in questa stessa manifestazione davanti al ben più quotato corregionale Rujano.
Proprio José Rujano dal canto suo, con un paio di accelerazioni tipiche di quel modo correre molto istintivo che lo contraddistingue, ha rafforzato il timore tra i propri avversari che nonostantei soli 2500 kilometri a suo dire nelle gambe ed una preparazione chiaramente incentrata sul Giro d'Italia, il "condor" di Santa Cruz de Mora possa concretamente lottare già a partire dal severo esame di La Grita di domani per la terza corona nella più prestigiosa corsa a tappe venezuelana.
Un successo che ad ogni modo si preannuncia tutt'altro che agevole considerata la presenza costante nelle posizioni che contano dei Lotería del Táchira, cosa che potrebbe nuovamente portare il gruppo diretto dal veterano tecnico Roberto Sánchez (quello dei tempi d'oro della Café de Colombia) ad approffittare di un sostanziale predominio tattico in determinati frangenti di corsa.
Tra gli aspiranti al titolo non si può da oggi più annoverare lo scalatore colombiano Fernando Camargo. Il vincitore nel finale di 2009 del Giro dell'Ecuador ed assieme a Gregorio Ladino pronosticato della vigilia per la Boyacá Orgullo de América, è giunto al traguardo con oltre tre minuti di ritardo probabilmente a causa dei postumi di una brutta caduta occorsagli nella frazione di Gusdualito.
Fa piacere infine sottolineare come, in contrasto a quanto finora verificatosi nelle volate e contrariamente alle normali aspettative, con l'avvento delle prime difficoltà altimetriche abbiano trovato spazio in modo massiccio nell'ordine d'arrivo diversi giovani di buone speranze - una nota di merito per il longilineo Yosvang Rojas, terzo ed in costante evoluzione nelle proprie prestazioni da stradista - addirittura 2 Under 23 sul podio, 3 nei 5 e 10 tra i primi 30. Curiosi paradossi sudamericani...