Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Piergiorgio Camussa | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Piergiorgio Camussa

Versione stampabile

Piergiorgio Camussa nel 2010 affronterà la sua quarta stagione tra i professionisti con una nuova squadra, il Team Vorarlberg-Corratec. Ma il 2009 per lui è stata un'annata a metà. La sua stagione infatti è finita ai primi di marzo quando la sua squadra, il Team Piemonte, è stata cancellata dall'UCI per colpa di una gestione a dir poco fallimentare. E dire che fino ad allora Piergiorgio aveva raccolto i migliori piazzamenti della sua breve carriera, piazzamenti che comunque non sono serviti per trovare subito un'altra squadra che credesse in lui. Ma il ventottenne corridore di Bosio (AL) non si è scoraggiato e ha continuato a fare il professionista pur non potendo correre.
Allora Piergiorgio, partiamo proprio da quel mese di marzo. Come reagisci alla cancellazione della tua squadra?
«Venivo da un buon periodo, a febbraio avevo fatto tanti piazzamenti e nell'ultima gara, il Giro del Friuli, ero arrivato 15°. Quella è stata l'ultima mia gara, dopodiché ho continuato ad allenarmi seriamente per farmi trovare pronto qualora una squadra si fosse fatta avanti, ma purtroppo non ci sono stati risvolti positivi nonostante qualche contatto. Per cui da giugno in poi ho accettato la proposta del Team Viner che partecipa a tutte le principali Granfondo. Ne ho vinte un paio ma per me l'importante era poter avere la possibilità di mantenermi in allenamento e di testare la mia condizione con atleti di buon livello».
Prima di rientrare col Team Viner comunque non credo avrai attraversato un bel momento.
«Infatti ero davvero giù. In un primo momento pensavo di poter rientrare tra i professionisti, poi più andavo avanti e più mi demoralizzavo. Per fortuna ho avuto accanto a me la mia famiglia e altre persone che mi hanno sostenuto. Comunque poter fare le Granfondo è stato un bene anche se sono corse che non mi si addicono visto che spesso superano i 3.500 metri di dislivello».
E alla fine i tuoi sforzi e i tuoi sacrifici sono stati ripagati visto che da poco hai firmato con gli austriaci del Team Vorarlberg-Corratec.
«È successo tutto molto velocemente. Solo nelle ultime tre settimane infatti si è concretizzato il passaggio a questa bella squadra».
Sei andato in Austria nella sede del Team?
«Sì, prima di firmare i dirigenti mi hanno voluto conoscere e devo dire che per quanto mi riguarda sono rimasto colpito dalle persone che gestiscono la squadra: sono molto professionali, credono nel loro progetto e si stanno prodigando molto per crescere ancora di più. Già basta visitare la sede della squadra, la Rad Haus, per capire quanto sono seri. È una struttura avveniristica su più piani con delle grandi vetrate e oltre a ospitare gli uffici della squadra ci sono anche i negozi del merchandising e dell'attrezzatura per la bici, lo spazio per i meccanici e quello per i massaggiatori. Per dicembre è già stato fissato il primo raduno: andremo sulle Alpi svizzere e sono previsti anche corsi di sopravvivenza, percorsi di trekking, un po' come faceva Riis alla CSC. Spetta a questa squadra rilanciare il ciclismo austriaco dopo la mazzata del caso Kohl e il ritiro dell'ELK Haus».
Conosci qualcuno dei tuoi nuovi compagni?
«Conosco bene lo svizzero Ackermann col quale ho corso nel 2008 alla NGC Medical – OTC Industria Porte. Poi qualcuno l'ho conosciuto al Giro di Sardegna corso a febbraio e infine da poco mi sono messo in contatto telefonicamente con l'altro italiano della squadra, Andrea Capelli. È una squadra dove non ci sono grandi personalità, a parte Siedler forse, ma dove c'è una grande amalgama».
I tuoi primi due anni tra i pro', alla NGC, come li giudichi?
«Beh il primo anno, il 2007, è stato traumatico non solo per il fatto che cambiano i chilometraggi, il ritmo e l'intensità degli sforzi ma anche perché si passa da una dimensione dilettantistica dove si è molto seguiti e quasi coccolati, a una dimensione diversa e più complessa. Mi sentivo un po' smarrito anche perché in squadra eravamo tutti giovani e non c'era un leader esperto da cui imparare. Ciò nonostante alla NGC ci hanno fatto crescere molto e lì tutti abbiamo appreso che inizialmente non bisogna puntare alle vittorie bensì alla crescita. Nel 2008 infatti già mi sentivo più maturo ma è successa una cosa che ha avuto un contraccolpo psicologico su tutti: l'esclusione dal Giro a pochi giorni dalla partenza. Infatti per quel motivo la squadra a fine anno ha chiuso i battenti».
Che 2010 ti aspetti?
«Sarà dura ritornare tra i pro'. Non corro da marzo e se ne parlerà solo a febbraio di ritornare in gruppo. Devo recuperare il tempo perduto e ritrovare il giusto ritmo. Proprio per questo già mi sto allenando, anticipando l'inizio della preparazione visto che in genere io ho sempre iniziato il primo lunedì dopo il 15 novembre. Spero di partire forte come ho sempre fatto. Poi ad aprile la squadra andrà a correre in Belgio e come lo scorso anno credo farà Gand, Fiandre, La Panne, Hareelbeke. In quelle occasioni voglio farmi trovare pronto perché sono cresciuto col mito del nord, della Roubaix di Ballerini e di Museeuw. Poi io adoro le giornate fredde e ventose. Rendo di più».
È anche per questo motivo che inizialmente sei partito dalla Mountain Bike per poi passare alla strada?
«Sì, in parte sì. Dal 1997 al 2002 ho fatto infatti solo MTB. Nel 2003 ho alternato strada e fuori strada. Solo dal 2004 mi sono dedicato esclusivamente alla strada correndo per tre anni da élite».
Come mai questa decisione?
«Sinceramente avevo avuto molte delusioni dalla MTB. Avevo inseguito a lungo il sogno di vincere il tricolore e di indossare la maglia azzurra, sia da Juniores che da Under 23, ma avevo solo accarezzato questi sogni. Ci sono andato vicinissimo più volte e lo scoraggiamento che ne è conseguito mi ha portato a prendere la decisione coraggiosa di cambiare mezzo, anche se le prime gare con la bici da corsa ricordo che furono disastrose».
Ma la MTB resta il tuo primo amore?
«Devo essere sincero: no! Non la tocco da due anni. Purtroppo in MTB quando si esce, lo si fa quasi sempre da soli e non è bellissimo. Questo è anche un altro motivo che mi ha fatto abbandonare l'attività fuori strada. Poi devo aggiungere un'altra cosa importantissima: nella mia zona abbiamo avuto ciclisti leggendari come Coppi e Girardengo, quindi ci si deve sempre confrontare con la bici da corsa, è quasi una cosa obbligata per chi ama le due ruote. Io personalmente mi confronto in un certo senso anche coi miti del passato, infatti spessissimo vado a trovare e a fare due chiacchiere con Andrea Carrea, il gregario di Coppi che ha sempre tante storie interessanti da raccontare. È favoloso poterlo ascoltare».
Quando hai capito che il ciclismo poteva diventare il tuo lavoro?
«Nel 2004 alla Paris-Barentin-Yvetot dopo 210 km di pioggia e vento. Era la prima volta che affrontavo quelle distanze e arrivai secondo. Niente male per uno che solo da poco correva su strada».
C'è qualcuno che devi ringraziare in particolare o qualcuno che ti ha insegnato tanto?
«Credo che finché campo dovrò ringraziare Pietro Algeri per gli insegnamenti che mi ha dato. Poi anche una persona che da sempre mi è stata vicina, mio cugino Andrea Camussa che è anche il mio manager ed è stato fondamentale nella gestione della trattativa col mio nuovo team».
Hai qualche rimpianto particolare per la gestione di qualche corsa nel finale?
«Quest'anno nella tappa del Giro di Sardegna vinta da Gatto ho colto un 12° posto che non mi rende giustizia. Sono stato sfortunato in quel finale ma anche poco audace. Sono un po' timido in certi arrivi anche se in quell'occasione si trattava di una volata di un gruppetto di 20 e io non sono per niente veloce. Sono un buon passista che va discretamente bene in salita».
Hai qualche svago in particolare quando scendi dalla bici?
«Sì, diversi, ma ho poco tempo. Colleziono moto d'epoca e il mio gioiellino è una Vespa del 1954. Leggo molto e vedo poca TV. Ultimamente ho letto un libro di Tiziano Terzani. Poi di tanto in tanto pratico qualche altro sport come il tennis, ultimamente infatti ho organizzato una partitina tra incompetenti dove l'unico aspetto positivo era che chi perdeva pagava da bere. Infine dato il posto dove abito, mi piace fare trekking».
Allora per il corso di sopravvivenza con la squadra avrai qualche vantaggio.
«Ma credo si tratti di un vantaggio minimo perché ho paura ci faranno fare cose diverse, del tipo “passaggio sul ponte tibetano”. Ma speriamo di no».
Sei fidanzato, Piergiorgio?
«Sì. Il 31 dicembre saranno due anno che sto con una ragazza di Lodi».
Proprio nella notte di Capodanno vi siete messi insieme allora?
«Già. Queste feste almeno servono per combinare qualcosa di buono».

Marco Fiorilla



RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano