Africa, tu sei tanto giovane - Ma anche l'Asia non è poi vecchia
Mettere assieme due continenti vasti ed eterogenei come Africa e Asia per parlare di ciclismo può essere molto azzardato ma, gettando uno sguardo generale sullo stato delle due ruote, scopriamo che la tante diversità che li caratterizzano dal punto geografico e sociale si riflettono poi anche nel modo di vivere questo sport. In entrambi i continenti troviamo tutte le diverse interpretazioni del movimento ciclistico: da quello legato esclusivamente all'iniziativa personale di pochi, a quello più organizzato ed affermato.
Per quanto riguarda l'Africa, il paese più avanzato ciclisticamente parlando è senza dubbio il Sud Africa che può contare su un diverso numero di corse e di squadre affiliate nella categoria Continental (ben quattro nel 2009): grazie a ciò molti più ragazzi possono avere l'opportunità di correre ad alto livello ed è più facile che emerga qualcuno tipo Robert Hunter, ottimo velocista che nel 2007 si è imposto in una tappa del Tour de France, ma anche i più giovani Daryl Impey e Burry Stander (Campione del Mondo Under 23 in Mountain Bike) sembrano avere un buon futuro davanti a se. Ma il Sud Africa non è l'unico paese in cui si riesce a fare una discreta attività: ci sono infatti corse (soprattutto a tappe) internazionali anche in Egitto, Marocco, Camerun, Burkina Faso, Gabon (dove i corridori africani hanno la possibilità di mettersi alla prova contro i professionisti europei di prima fascia) e Rwanda. Proprio in Rwanda si segnala un progetto importante nato da Tom Ritchey, uno degli inventori della mountain bike, e dall'ex professionista americano Jock Boyer: il rilancio del Tour of Rwanda (grazie anche al sostegno di numerosi sponsor) ha creato grande entusiasmo e l'idolo locale è il giovane Adrien Niyonshuti, classe 1987 e tesserato per la sudafricana MTN Cycling. Questa formazione ha dato ad Adrien la possibilità di esordire in Europa (al Giro d'Irlanda) ed è molto attenta allo sviluppo del ciclismo africano visto che in rosa ha anche Jupiter Nameembo dello Zambia e il 21enne algerino Hichem Chabane ed inoltre possiede anche un team UCI femminile che nel 2010 vedremo molto attivo in Europa.
Una maggiore eterogeneità la troviamo invece in Asia, vuoi anche per la vastità del territorio. Partendo da ovest troviamo subito la Turchia in cui proprio negli ultimi due o tre anni si sta cominciando a notare un gran lavoro della Federazione, soprattutto a livello giovanile, tanto che nel 2010 i Campionati Europei per Under 23 e Juniores si terranno proprio ad Ankara. Attualmente, però, il ciclismo è molto più sentito in Iran dove, soprattutto a livello nazionale, abbiamo un movimento vasto con molte corse a tappe e due squadre Continental (Azad University e Tabriz Petrochemical) che portano i propri corridori a gareggiare in tutta l'Asia. Nell'estremo oriente invece arrivano poche buone notizie dal Giappone: nonostante la presenza in calendario di un discreto numero di corse per ora non si vedono giovani interessanti e la chiusura a fine anno della squadra più conosciuta, la EQA-Meitan Hompo, non aiuterà di certo la crescita; una spinta però potrebbe arrivare dalle belle prestazioni all'ultimo Tour de France di Beppu ed Arashiro. Un movimento che invece gode di buona salute e che, anzi, senza migliorare di anno in anno è quello della Malesia: la costante crescita di una corsa come il Tour de Langkawi ha dato una grande visibilità internazionale ma le attenzioni della Federazione non sono rivolte solo alla strada visto che i pistard malesi si stanno ritagliando uno spazio sempre più importante nell'élite mondiale.
Dove non arrivano le federazioni nazionali, però, va detto che alcuni giovani corridori interessanti trovano un prezioso sostegno da parte dell'UCI: il Centre Mondial du Cyclisme di Aigle ospita ogni anno atleti provenienti da tutto il mondo che in un'unica struttura possono trovare allenatori preparati ed attrezzature di primo livello. In più questi ciclisti hanno la possibilità di gareggiare in molte corse, tra cui tutte quelle della Coppa delle Nazioni: un bel modo per portare alla ribalta ciclisti di paesi senza alcune tradizione.
Under 23 e professionisti in team "minori"
Daniel Teklehaimanot (10/11/1988)
Questo giovane ciclista eritreo è forse l'esempio migliore di quanto possa essere buono il lavoro che viene svolto proprio al Centre Mondial du Cyclisme. Dopo essersi messo in mostra nel 2008 in alcune corse africane (tanto che pure l'Amore&Vita si era interessata a lui) ad inizio anno si è spostato proprio in Svizzera al centro UCI dove approfondite visite mediche gli hanno scoperto un serio problema cardiaco. Una volta superato il problema si è ripresentato molto brillante nel finale di stagione dove ha colto un ottimo sesto posto al Tour de l'Avenir con buone prestazioni sia in salita che a cronometro. Nel 2010 dovrebbe rimanere ancora un anno ad Aigle dove potrà imparare molto e fare un bel po' di esperienza correndo in giro per l'Europa, sperando poi che arrivi una chiamata da qualche squadra importante.
Jaco Venter (Trek-Marco Polo – 13/2/1987)
Oltre ad un'esperienza al Centre Mondial du Cyclisme, Jacobus "Jaco" Venter ha potuto già testarsi nel ciclismo professionistico con alcune squadre Continental (Neotel e Trek-Marco Polo). Il 2009 è stato sicuramente il suo anno migliore: nel mese di marzo si è laureato campione nazionale della cronometro e subito dopo si è classificato quinto al GP du Portugal, corsa a tappe molto impegnativa. Il suo buon feeling con le corse a tappe si è poi ripresentato al Tour de l'Avenir in cui Jaco è arrivato quarto grazie ad una prestazione eccezionale nella cronometro. Il prossimo anno per Venter potrebbe essere quello della verità: se troverà una continuità di risultati il passaggio in squadra più blasonata sarà automatico visto che non sono molti quelli così completi ed adatti per le corse a tappe.
Rafaâ Chtioui (Doha Team - 26/1/1986)
Nel 2004 sorprese il mondo piazzandosi al 2° posto alle spalle di Roman Kreuziger nel Mondiale in linea di Verona riservato agli Juniores. Un africano su un podio mondiale (seppur juniores) non era mai capitato nel ciclismo. E invece questo tunisino ha continuato a migliorarsi piazzandosi in linea e a cronometro ai Giochi del Mediterraneo dell'anno successivo, ma soprattutto vincendo una crono di 24 km al Tour de l'Avenir 2007 davanti a Malori, Boasson Hagen, Martin, Boom e Konovalovas. Il passaggio al Doha Team nel 2008 lo ha portato a correre un po' più lontano dall'Europa, ma comunque è riuscito a piazzarsi 8° alla Côte Picarde. Nel 2010 lo vedremo in Italia con la maglia dell'Acqua&Sapone e capiremo di più sulle sue qualità da corridore.
Jacques Janse van Rensburg (Trek-Marco Polo - 6/9/1987)
Tra i fratelli Janse Van Rensburg il più promettente sembra essere proprio Jacques. Nel 2008 ha colto il 3° al Giro del Capo ed ha partecipato ad alcune prove della Nations Cup; nel 2009, insieme al passaggio alla Trek-Marco Polo, è arrivato un buon sesto posto al Tour de Langkawi. Jacques è principalmente uno scalatore, bravo anche sulle salite molto lunghe ed impegnative come testimonia il 7° posto a Genting Highlands in Malesia. In caso di arrivo allora sprint non è particolarmente veloce, il che ne fa un piazzato: le uniche vittorie sono infatti un titolo nazionale in linea tra gli juniores (2005) ed uno tra gli under 23 (2008).
Jay Robert Thomson (MTN Cycling - 12/4/1986)
Al contrario di molti altri connazionali, Jay Robert Thomson ha corso quasi esclusivamente in Africa e, nonostante buoni risultati, le sue gare fuori dal continente sono state fin qui estremamente limitate. Tuttavia il portacolori della MTN è riuscito a distinguersi come ottimi passista: negli ultimi due anni ha vinto infatti il Campionato Africano a cronometro mentre nel 2007 fu secondo. Quest'anno, grazie alle sue qualità, Thomson è stato convocato dal Sud Africa per i Mondiali di Mendrisio per disputare sia la prova a cronometro che quella in linea tra gli élite: la trasferta in Svizzera s'è conclusa con un dignitoso 28esimo posto nella prova contro il tempo e con un ritiro (a causa di una caduta) nella prova in linea.
Mohammed Azizul Hasni Awang (5/1/1988)
Abbiamo già fatto cenno all'ottima qualità del ciclismo su pista malese ed Awang è senza dubbio il miglior esponente di questo movimento. Il "missile umano tascabile", come è soprannominato, nel novembre del 2008 è stato il primo malese a vincere una prova di Coppa del Mondo (a Melbourne) e qualche mese dopo, grazie al successo a Pechino, si è imposto nella classifica finale di Coppa del Mondo di Keirin. Ai mondiali in Polonia ha poi confermato le sue ottime doti da velocista arrivando secondo nello Sprint, costringendo alla bella il francese Bauge. La grande considerazione che ha la Malesia del ciclismo, e di questo ragazzo in particolare, si è vista già nel 2008 quando alle Olimpiadi a Pechino un giovanissimo Awang fu il portabandiera durante la cerimonia di apertura.
Anuar Manam (Azad University Iran – 11/10/1986)
In Malesia è considerato una sorta di campioncino da coccolare ed idolatrare, anche perché questo scattante velocista è comunque in grado di disputare degli sprint assolutamente discreti quando gli avversari non sono trascendentali. Emigrato quest'anno in Iran, l'anno scorso ha sfiorato il colpaccio finendo 2° in una tappa del Tour de Langkawi (il suo "Mondiale") venendo beffato da un finisseur coreano al termine di una fuga. Se nel 2010 non cambierà passo, però, sarà difficile riuscirci in futuro.
Hossein Nateghi (8/2/1987)
In tutta l'Asia i corridori iraniani sono conosciuti e temute per le loro grandi doti da scalatori. Hossein Nateghi, invece, è molto più a suo agio nelle volate motivo per cui difficilmente riesce a lottare per la classifica generale delle tante corse a tappe che corre: grazie al suo spunto veloce, però, si è portato a casa ben 19 vittorie in 4 anni di cui 6 solo nel 2009. Il suo futuro dipenderà esclusivamente dalle sue ambizioni ma onestamente ci sembra difficile che possa lasciare una squadra importante (almeno nel suo paese) e la possibilità di vincere molto per andare alla difficilissima ricerca di gloria in un altro continente.
Professionisti di prima fascia
John-Lee Augustyn (Barloworld – 10/8/1986)
Scalatore di ottimo livello, ha avuto la fortuna di approcciare le corse europee sin da 19enne con la maglia della Konica Minolta. Il passaggio alla Barloworld di Corti gli ha permesso di disputare tante corse italiane, ottenendo bei piazzamenti sin dall'inizio (l'11esimo posto al Giro del Trentino è il miglior esempio). Tutti però ce lo ricordiamo per le belle prestazioni al Tour de France del 2008, con quel lungo in discesa dal Col de la Bonnette (era in fuga); il sudafricano ha comunque finito quella Grande Boucle (primo GT in carriera) al 45esimo posto, terminando 5° nella classifica della maglia a pois. L'esordio al Giro - avvenuto quest'anno - è andato invece un po' al di sotto delle aspettative (77esimo). Nel 2010 correrà nel Team Sky dove potrà affinare il suo talento anche dal punto di vista tecnico e tattico, quello che per ora, a detta dei dirigenti Sky, è il suo vero punto debole.
Puntate già pubblicate
1 -
2 - Ci si muove oltre Manica - Gran Bretagna e Irlanda nel mirino
3 - Belgioiellini del domani - Panoramica tra Fiandre e Vallonia
4 - Un oceano di attese - Focus su Australia/Nuova Zelanda
5 - La fioritura dei tulipani - Il nostro sguardo cade sull'Olanda
6 - Scandinavia scandagliata - Focus: Nord Europa e paesi baltici
7 - Operación Triunfo - L'analisi su Spagna e Portogallo
8 - Teutonici e ruspanti - Non brilla solo Ciolek in Germania
9 - Giro di valzer e di promesse - Tutti i nomi dell'Europa centrale
10 - Un balcone sui Balcani - Il nostro sguardo sugli Stati slavi
11 - Tu vuo' fa' l'americano - Il focus su Nord e Centro America
12 - L'incredibile (ex) URSS - Sempre tanti nomi dall'Est Europa