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Via in Olanda, poi Terminillo - Così la strada per le grandi salite?

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La partenza dall'Olanda e il ritorno delle grandi salite, l'assenza di Milano e il passaggio in Abruzzo, i nuovamente molti, troppi trasferimenti e il tributo a Coppi, lo sterrato dell'Eroica e quello di Plan de Corones. Da quanto trapela, soprattutto su Tuttosport, sulla Stampa e sulle varie testate locali, saranno questi i tratti principali del 93esimo Giro d'Italia, sul quale il velo cadrà ufficialmente il prossimo 24 ottobre, nello studio televisivo di "X Factor", a Milano.
Proprio l'assenza del capoluogo lombardo, nonché sede della Gazzetta dello Sport e di RCS, non può che passare in primo piano, visto che si tratterebbe della prima volta dal 1989 che la corsa rosa non tocca Milano né come partenza di tappa, né come arrivo. Certo i problemi suscitati dal circuito cittadino e dallo "sciopero bianco" dei corridori, nella nona tappa dell'edizione del centenario, hanno senz'altro influito in una scelta che viene da più parti data come certa, anche se non ci stupiremmo in qualche colpo di scena che riporti il Giro nel più tradizionale dei suoi scenari.

Pecunia non olet: il via da Amsterdam
Scenario decisamente meno tradizionale è quello dei Paesi Bassi, che ospiteranno le prime tre frazioni del Giro 2010, a partire dalla cronometro iniziale che si terrà nella città di Amsterdam sabato 8 maggio.
Questa prima parte di corsa, già annunciata da tempo e ufficializzata a fine settembre, s'inserisce nel progetto denominato "GiroMania", che promette un vero e proprio bagno di folla per l'avvio della corsa rosa. L'Olanda così, dopo aver visto nel 2009 la partenza della Vuelta (da Assen) e l'assegnazione del Mondiale 2012 (a Maastricht-Valkenburg), continuerà a proporsi come il centro del ciclismo mondiale, con lo start del Giro d'Italia da Amsterdam appunto, che si aggiunge a quello del Tour de France da Rotterdam.
Utrecht e Middelburg gli altri due arrivi di tappa, a completare un trittico olandese che difficilmente apporterà qualcosa dal punto di vista tecnico, ma che di contro sicuramente servirà a rimpinguare le casse dell'organizzazione. Non è del resto il primo sconfinamento in avvio: dal '65 in giù, altre otto volte s'è assistito alla partenza del Giro da una località estera, con i casi più recenti che avevano portato la corsa proprio al Nord, nel 2006 a Seraing (Belgio) e nel 2002 ancora in Olanda, a Groningen.
Certo, se di questi tempi è difficile disdegnare la pecunia olandese, a noi continua a non sembrare poi così consono che ragionamenti legati al marketing e a questioni economiche entrino tanto prepotentemente nei meccanismi che danno vita ad un percorso, specialmente quando lo stesso non si arricchisce e anzi viene privato della possibilità di attraversare in modo più completo il territorio italiano.
A tutto questo, va ovviamente aggiunta la questione del trasferimento verso Cuneo, annunciata come sede della quarta tappa, molto probabilmente una cronosquadre, visto che, se le indiscrezioni sono veritiere, non vi sarà un giorno di riposo a dividere le tappe al nord Europa da quelle sul suolo italiano. Il format della cronosquadre, che - va da sé - richiede un tempo di svolgimento più limitato e può essere disputata nel pomeriggio, è a quanto pare lo stratagemma pensato da Zomegnan e soci, ma anche su questo c'è di che storcere il naso, dal momento che un trasferimento così a lunga gittata e che interessa - si badi bene - non solo i corridori, ma decine e decine di membri dello staff e di mezzi, non sarà certo una passeggiata di salute per nessuno.

Castellania e il Terminillo, passando per lo sterrato
Superata la cronosquadre in quel di Cuneo - e saranno due prove contro il tempo in quattro giorni - ecco che l'omaggio a Coppi, a cinquant'anni dalla sua scomparsa, si concretizzerà nella quinta tappa, con arrivo previsto a Novi Ligure e quasi certamente un passaggio per Castellania, il paese dove il 15 settembre 1919 nacque il Campionissimo. Sarà verosimilmente frazione per velocisti, così come la successiva, con arrivo a Marina di Carrara, dove Petacchi vinse, alla Tirreno-Adriatico 2008.
Più interessante si profila il programma di venerdì 14 maggio, con il gruppo impegnato in Toscana, sulle impegnative strade dell'Eroica. Fatte le dovute distinzioni, è una scelta che, se confermata, è un po' analoga a quella fatta dagli organizzatori del Tour, ossia inserire una frazione con tratti in pavé nella prima settimana di gara.
Sabato 15, quindi solo all'ottavo giorno di gara, arriverà la prima tappa veramente dura, con l'arrivo sulla salita del Terminillo, il primo test importante per gli uomini di classifica. Se poi il Terminillo, che sarà attaccato probabilmente da Rieti verso Campoforogna, venisse davvero affrontato due volte (possibilità che è emersa, ma pare anche poco probabile per ragioni di chilometraggio), i distacchi potrebbero essere anche più importanti di quelli visti nel 2003, quando trionfò Garzelli su Simoni (vedi).
La prima settimana si chiuderà con il gruppo che approda in Campania, a Cava de Tirreni, al termine di una tappa che è lecito attendersi mossa e favorevole ai tentativi di fuga, ma accessibile anche ai velocisti.

In attesa delle Alpi, L'Aquila
Chiusa una prima settimana poco significativa ma nobilitata dal Terminillo, un copione pressoché identico pare quello più futuribile per la seconda settimana, aperta dal giorno di riposo in Campania, lunedì 17, e dalla successiva discesa in Puglia, con arrivo per velocisti a Bitonto, previsto per martedì 18 maggio.
Saranno giorni da vivere principalmente in attesa delle Alpi, che faranno la loro apparizione nel weekend, ovvero opportunamente in coincidenza della vetrina televisiva più significativa. Nel frattempo, gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi bene aperti nell'undicesima tappa con arrivo a L'Aquila, tributo della corsa rosa alle terre piagate dal terremoto.
Il finale sarà senz'altro ondulato e aperto a varie soluzioni, così come in occasione dell'ultimo arrivo del Giro nel capoluogo abruzzese. Era il 2005: Bettini in rosa, ancora furioso per il declassamento da primo a quarto del giorno prima, s'infila in una fuga da lontano di più di venti unità, viene ripreso, deve infine cedere il palcoscenico e la maglia a Di Luca, vittorioso su Bruseghin e profeta in patria.
Altro materiale per velocisti giovedì 20, con l'arrivo a Porto Recanati, mentre il preludio alle Alpi sarà affidato a una frazione con arrivo nella Cesenatico di Pantani. In questo caso, ci si può attendere qualche salita (Trebbio? Catria? Carpegna?), più facilmente non troppo vicina al traguardo, e in generale una frazione adatta alle fughe come fu l'undicesima del Giro 2004 (vinse Sella in solitaria).

Stefano Rizzato
con la collaborazione di Sebastiano Cipriani e Giuseppe Cristiano

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