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Tourmalet e pochi km a crono - Non pare un percorso su misura per Lance

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Indiscrezioni della vigilia confermate: la parola chiave della Grande Boucle 2010 sarà Pirenei. Quest'anno infatti ricorre il centenario della prima scalata sulla vette della catena montuosa franco-ispanica in un Tour de France, per intenderci quella dell'"assassini!" rivolto dall'epico Lapize a patron Desgrange, colpevole a suo dire di aver inserito nel percorso salite impossibili come Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque.
E saranno queste cime, proprio in quest'ordine, a regalarci la Cuneo-Pinerolo in salsa francese al 16esimo giorno di corse: i primi tre colli saranno racchiusi nei primi 65 km, mentre dalla cima dell'Aubisque mancheranno 58 interminabili chilometri fino all'arrivo di Pau, ormai simbolo di tappe non disegnate a regola d'arte, per usare un eufemismo.
Ma se tralasciamo la tappa della celebrazione, tutto sommato possiamo commentare un percorso decisamente positivo sotto tantissimi altri aspetti. Innanzitutto balza all'occhio la drastica riduzione dei chilometri a crono rispetto alle abitudini storiche del Tour che pure aveva fatto buoni passi in avanti nelle ultimissime edizioni. Dopo il prologo inaugurale a Rotterdam, di soli 8 km, i corridori dovranno aspettare il penultimo giorno di corsa per usare nuovamente caschetti aerodinamici e bici con appendici e percorrere i 51 km che dividono Bordeaux da Pauillac. Soli 59 km, dunque, e niente cronosquadre: un qualcosa aspettato invano per decenni dagli scalatori di diverse generazioni.
Partire dall'Olanda e attraversare il Belgio per riapprodare in Francia nella regione del Nord, è stato un invito decisamente troppo grande per trascurare i percorsi delle grandi classiche di quella zona. Quindi, dopo il primo volatone di gruppo in quel di Bruxelles, saranno le côtes valloni prima, e diversi passaggi sul pavé poi a caratterizzare le tappe di Spa e Arenberg-Porte du Hainaut, con quest'ultima che terminerà proprio in prossimità dell'entrata della celeberrima foresta.
Le successive tre frazioni, oltre a regalare pane per i denti delle ruote veloci, avranno il compito di trasferire il baraccone in Borgogna, ai piedi della catena montuosa del Giura, per il primo vero antipasto alpino che degusteremo alla settima tappa. Un buon pranzo che si rispetti fa seguire all'antipasto un primo e un secondo. Ed ecco che, inframezzati dal primo giorno di riposo, l'arrivo in salita di Morzine-Avoriaz (col non semplice Col de la Ramaz posto appena prima dell'ultima salita) e la tappa di Saint Jean de Maurienne (con il Col de la Madeleine a poco più di 30 km dalla conclusione) daranno modo ai big di misurare le rispettive forze anche se i distacchi probabilmente si conteranno ancora con le decine di secondi e non con i minuti.
Un paio di tappe pianeggianti e un paio di tappe mosse (quella di Gap ancora in zona Alpi e quella di Mende - con la Montée Jalabert - nella zona del Massiccio Centrale), porteranno infine i corridori ai piedi dei Pirenei. La fine della seconda settimana sarà affidata alla Revel-Ax 3 Domaines, nella quale, nel finale, verranno scalati in rapida successione gli impegnativi Port de Pailhères e Plateau de Bonsacre. Il Port de Balès, distante soli 20 km (quasi tutti in discesa) dall'arrivo di Bagnères de Luchon e già affrontato nell'edizione 2007, sarà il punto chiave della tappa successiva e precederà il tappone commemorativo di cui abbiamo già detto e il secondo giorno di riposo.
Ma il vero piatto forte di quest'edizione sarà quello offerto dalla 17esima tappa: il tanto agognato arrivo in vetta al Col du Tourmalet sarà finalmente realtà nel 2010. Dopo aver superato il Col de Marie Blanque e il Col du Soulor, la mitica cima pirenaica offrirà agli scalatori l'ultima occasione per fare la differenza in vista della crono di due giorni dopo: un motivo in più per programmare sin da ora per il 22 luglio 2010 un bel pomeriggio davanti al televisore.
Detto della crono di Pauillac, gli arrivi di Bordeaux e Parigi non aggiungono ulteriori contenuti tecnici alla corsa, se non per rimpinguare il bottino di qualche sprinter.
Il voto per la Boucle '10 è certamente positivo, le novità sono piacevoli e anche la disposizione delle tappe all'interno della corsa (ricordate quelle odiose 7-10 tappe piatte che monopolizzavano i primi giorni di corsa fino a qualche anno fa?) si presenta come un motivo in più per fare un plauso a Prudhomme e compagni.
E, cosa non da poco visti i precedenti, non sarà il tanto temuto Tour costruito per re Lance.

Giuseppe Cristiano

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