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Inseguitori e sprinter - Guida completa alla CdM su pista

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Venerdì 30 ottobre riparte dal velodromo di Manchester, sede della federazione britannica, l'edizione 2009/2010 della Coppa del Mondo su pista, che quest'anno conterà di sole 4 prove: Manchester (Gran Bretagna), Melbourne (Australia), Cali (Colombia) e Pechino (Cina). Manca la tradizionale tappa di Copenhagen perché nel velodromo danese si svolgeranno, a fine Marzo 2010, i Campionati del Mondo.
La tappa di Manchester segna il ritorno alle competizioni, dopo un anno di stop, del più forte velocista contemporano, lo scozzese Chris Hoy che, finite le olimpiadi di Pechino, dove ha vinto tre medaglie d'oro, si è preso un periodo di relax prima di tornare in piena forma; grazie a questo periodo di riposo da parte di Hoy (e anche di altri velocisti britannici) sono tornati alla ribalta i francesi che da sempre hanno una grande tradizione nella velocità, basti pensare ai nomi di Arnaud Tournant e Florian Rousseau. Torna alle gare anche il fenomeno americano dell'inseguimento Taylor Phinney dopo l'incidente capitatogli nel mese di Luglio durante la Cascade Classic negli Stati Uniti.
La Coppa del Mondo riparte con una spada di Damocle sulla testa: il CIO entro dicembre comunicherà la modifica del programma olimpico e la pista rischia di perdere tre delle più importanti discipline dell'endurance (inseguimento individuale, corsa a punti e madison) per far posto all'omnium, una disciplina formata da 5 prove su pista (200m, chilometro da fermo, inseguimento individuale, corsa a punti, scratch).
Nel ciclismo su pista non c'è una vera nazione faro (a parte il caso della Gran Bretagna nel 2008), ma un gruppo di paesi dalla lunga tradizione: Germania, Francia, Russia, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Australia. A questi si sono aggiunti, di recente, paesi come la Malesia capace di vincere una medaglia d'argento ai Campionati del Mondo di Pruszkow nella velocità e la Coppa del Mondo nel Keirin con Awang.
L'Italia vive un periodo davvero negativo nel ciclismo su pista, fortunatamente le categorie giovanili ci fanno ben sperare: Elia Viviani e Tomas Alberio hanno 20 anni e dagli Juniores si sono messi in evidenza dei ragazzi molto talentuosi come Dario Sonda ed Elia Ongaretto per l'endurance e Rino Gasparrini e Loris Paoli nella velocità.


30.10 - 01.11 Manchester (GBR)
19.11 - 21.11 Melbourne (AUS)
10.12 - 12.12 Cali (COL)
22.01 - 24.01 Pechino (CHI)


Ecco ora la presentazione di alcuni degli atleti che si contenderanno la Coppa del Mondo divisi tra le due principali discipline: quelle della velocità e quelle endurance.



Le tre specialità veloci sono lo sprint, il keirin e il chilometro con partenza da fermo: solitamente i velocisti tendono a partecipare a tutte e tre le prove anche se il chilometro da fermo, da quando non è più nel programma olimpico, viene sempre più snobbato dagli sprinter di prima fascia.


Grégory Baugé (Francia)
È il campione del mondo in carica, ha vinto a Pruszkow con una finale davvero emozionante contro il malesiano Awang: è molto potente, ma anche discontinuo, alterna grandi prestazioni a prove deludenti, è diventato molto veloce nei 200 m lanciati dove spesso riesce a scendere sotto i 10 secondi. Dietro di lui una schiera di sprinter di prim'ordine: Kevin Sireau (primatista del mondo con il tempo di 9"572), Thierry Jollet (classe 1990), Michael D'Almeida, François Pervis, Mikael Bourgain e Quentin Lafargue.


Chris Hoy (Gran Bretagna)
Le parole per questo campione si sprecano: 4 medaglie d'oro alle Olimpiadi, 9 campionati del mondo. Nasce come chilometrista, poi, quando il CIO elimina la prova dai Giochi Olimpici, si sposta sulle discipline veloci, modificando completamente la tecnica dei 200m lanciati e delle volate. Rientra dopo un anno di stop, ma ai campionati nazionali ha dimostrato di essere ancora l'uomo da battere. La Gran Bretagna oltre a Hoy schiera molti velocisti pericolosi e giovani: Jason Kenny, Matthew Crampton, Ross Edgad e Jamie Staff.


Maximilian Levy (Germania)
Il giovane velocista tedesco, classe 1986, è il campione del mondo del keirin, è dotato di una potente progressione che lo facilita proprio in questa particolare prova. È anche un ottimo sprinter puro (bronzo a Pechino) e, se non è velocissimo nei 200m, si difende proprio grazie alla sua abilità in volata. Con lui l'altro forte velocista tedesco Stefan Nimke campione del mondo del chilometro da fermo, Mathias Stumpf, Robert Forstermann e René Enders.



Teun Mulder (Olanda)
L'Olanda è da Pechino orfana di Theo Bos, il 5 volte campione del mondo infatti ora si dedica alla strada, e tocca Teun Mulder risollevare le speranze dei tulipani. Teun Mulder è stato campione del mondo del chilometro da fermo a Manchester nel 2008, predilige le volate molto lunghe, si difende quindi molto bene anche nel keirin. I velocisti olandesi possono fare affidamento anche su Tim Veldt, Yondi Schmidt e i giovani Patrik e Yorick Bos (non sono parenti del più famoso Theo, ex fuoriclasse del settore, ora passato alla strada).


Shane Perkins (Australia)
Altra nazione con una grande tradizione della velocità è l'Australia: Shane Perkins è il vincitore della Coppa del Mondo 2009 nello sprint, da Juniores ha vinto il campionato del mondo sia nel keirin che nella velocità. Durante la Coppa del Mondo gareggia per il suo team, il Team Jayco, che nell'organico ha anche altri velocisti molto potenti come Jason Niblett e Scott Sunderland. È dalla vittoria di Bayley ai Giochi Olimpici del 2004 che l'Australia fatica a stare al vertice ma il giovane Perkins ha molti anni per poter riportare l'Australia in alto.


Gli altri
Ci sono in Europa molte altre nazioni con alteti interessanti come la Polonia con Lukasz Kwiatkowski, l'Ucraina con Andrii Vynokurov e Yevhen Bolibrukh, la Russia con Sergey Borisov, la Repubblica Ceca con Filip Ditzel e la Grecia con Christos Volikakis. Ma è soprattutto dai paesi emergenti come Malesia e Cina che arrivano tanti nomi: Lei Zang e Wen Hao Li (Cina), Azizulhasni Awang (vincitore della Coppa del Mondo del keirin), Josiah Ng Onn Lam e Mohd Rizal Tisin (Malesia).



Più variegate e combattute per la vittoria sono invece le discipline endurance dove sono molti di più gli atleti in grado di poter vincere le volate del madison, dello scratch e della corsa a punti. Di questo settore fanno parte anche le specialità dell'inseguimento individuale e a squadre, riservate ad atleti particolarmente preparati e adatti alla posizione in bicicletta.

Taylor Phinney (Stati Uniti)
Phinney è il più giovane campione del mondo della storia del ciclismo, ha vinto l'oro nell'inseguimento individuale a Pruszkow a soli 18 anni. Nonostante il suo fisico longilineo si cimenta molto bene anche nel chilometro da fermo (specialità solitamente riservata ai velocisti) e negli ultimi campionati nazionali ha vinto anche la prova della corsa a punti mostrando netti miglioramenti anche negli sprint. La nazionale statunitense ha anche altri atleti interessanti: Daniel Holloway, Guy East e Colby Pearce.


Jack Bobridge (Australia)

Bobridge (neo campione del mondo a cronometro tra gli Under 23) guida una lista di giovani talenti australiani in grado di difendesi egregiamente in tutte le discipline dell'Endurance a partire dai fratelli Cameron e Travis Meyer (il primo è l'attuale campione del mondo della corsa a punti), Glenn O'Shea, Leigh Howard (questi due sono un'affiatata coppia del madison e Leigh è anche campione del mondo dell'omnium), Adam Semple, Rohan Dennis e Luke Durbridge.

 


Chris Newton (Gran Bretagna)
Newton è il vincitore della Coppa del Mondo nella corsa a punti, è uno specialista di questa disciplina (anche a Pechino vinse il bronzo dietro Llaneras e Kluge). La Gran Bretagna porta un lunga lista di atleti endurance di altissimo livello esattamente come nella velocità: Andrew Tennant, Geraint Thomas, Peter e Timoty Kennaugh, Steven Burke, Steven Cummings, Ed Clancy e Ben Swift. A questi si aggiunge sempre Mark Cavendish nel momento dei campionati del mondo.


Roger Kluge (Germania)
Kluge è l'attuale campione d'Europa dell'americana in coppia con Robert Barko, è stato argento a Pechino nella corsa a punti e lo scorso anno, con la sua nazionale, la Germania, ha vinto la Coppa del Mondo nel Madison (lui stesso ha vinto la prova di Pechino in coppia con Olaf Pollack). La Germania è, senza dubbio, una delle più forti nazionali della pista, capace di affermarmi al vertici in tutte le discipline: nell'endurance può contare in particolare sull'esperto Robert Bartko e Marcel Barth.


Alex Rasmussen (Danimarca)
Il campione del mondo dell'americana è il simbolo di una nazione che è, di recente, diventata un vero faro per le discipline endurance, lo stesso compagno di americana Michael Mørkov è un potente velocista. La Danimarca è anche dotata di uno dei più forti team dell'inseguimento a squadre con Jens-Erik Madsen, Daniel Kreuzfeldt, Michael Faerk Christensen, Christian Ranneries e il fratello di Michael Mørkov, anche lui velocista, Jesper.

 


Jesse Sergent (Nuova Zelanda)
Il futuro dell'inseguimento individuale nei Giochi Olimpici è a rischio, ma non lo è dal punto di vista degli atleti: Jesse Sergent, compagno di squadra di Phinney alla Trek Livestrong, è del 1988 e anche lui, corre i 4 km in meno di 4'20". Non è l'unico neozelandese di primo piano: Hayden Godrey è stato campione del mondo nell'omnium nel 2008 e Hayden Roulston è stato argento a Pechino nell'inseguimento dietro a uno scatenato Bradley Wiggins. Da segnalare anche Sam Bewley e Marc Ryan.


Valery Kaykov (Russia)
Valery Kaykov è il vincitore della Coppa del Mondo nell'inseguimento individuale e, in coppa, non gareggia per la nazionale russa, ma per il Team Lokomotiv che vanta nel suo organico anche il giovane e molto promettente (anche su strada) Artur Ershov. Non ci sono ovviamente solo inseguitori in Russia, ma alcuni dei più forti velocisti per le americane come Alexei Markov, Stanislav Volkov e Nikolay Trusov.



Claudio Imhof (Svizzera)
Probabilmente non è lo svizzero più famoso, ma è giovanissimo, è solo del 1990, ed è una delle più importanti speranze elvetiche nell'endurance. Nel 2008, da Juniores, ha vinto il campionato europeo dello scratch e in coppia con Silvian Dillier ha trionfato nella tappa di Zurigo dell'UIV Talents Cup. In Svizzera è in corso un cambio generazionale dopo il ritiro del 7 volte campione del mondo Bruno Risi e con Franco Marvulli e Alexander Aeschbach che hanno superato i 30 anni. Oltre a Imhof e Dillier, da segnalare altri due giovani interessanti come Loic Perizzolo e Tristan Marguet.


Tim Mertens (Belgio)
Il Belgio ha una bella lista di atleti di alto livello soprattutto nelle prove scratch, corsa a punti e madison: non hanno invece un gran team per l'inseguimento, dove da segnalare c'è solamente Dominique Cornu. Tim Mertens è il vincitore della Coppa del Mondo dello scratch, è un discreto velocista e si è classificato al quarto posto ai mondiali nel madison in coppia con Kenny De Ketele (recente campione europeo nella corsa dietro derny). Altro nome importante è Ingmar De Poortere e Iljo Keisse sul quale però c'è da attendere la decisione della sua federazione in merito al suo caso di doping.


Gli altri
Sono davvero molti i nomi da segnalare perché nelle discipline endurance tanti sono gli alteti di alto livello: Walter Pérez campione olimpico del madison e Dario Colla (Argentina), Aliaksandr Lisousky (Bielorussia), Esteban Arango, Carlos Uran e Leonardo Duque (Colombia), Unai Elorriaga, Antonio Tauler e Albert Torres (Spagna), Morgan Kneisky e Julien Duval (Francia), Wong Kam Po (Hong Kong), David O'Loughlin (Irlanda), Kazuhiro Mori (Giappone), Pim Lightart e Wim Stroetinga (Olanda), Rafal Ratajczyk (Polonia), Martin Blaha, Jiri Hochmann e Jan Dostal (Repubblica Ceca), Volodymyr Diudia, Sergey Lagkuti e Volodymyr Rybin (Ucraina).

Gli italiani
L'Italia, si sa, non vive un gran momento per la pista, ma abbiamo comunque una lista di atleti di discreto livello: Elia Viviani è il campione europeo dello scratch U23 ed una delle grandi promesse per il futuro della disciplina. Oltre ad Elia Viviani la nazionale endurance può contare sull'esperienza di Angelo Ciccone (in coppia con Viviani si è piazzato al secondo posto nell'americana nella tappa della Coppa del Mondo di Copenhagen), su Alex Buttazzoni, Alessandro de Marchi, Fabrizio Braggion e Marco Coledan (questi ultimi due sono molto giovani).


(a cura di Laura Grazioli)

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