Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Carlo Scognamiglio
Versione stampabile Tra i corridori del gruppo che ancora non sono diventati celebri figura Carlo Scognamiglio («Non sono ancora celebre, ma nemmeno giovane...»), bergamasco nato a Seriate il 31 maggio 1983. Dopo l'esordio tra i professionisti nel 2006, nella Milram di Stanga ed al fianco di due mostri sacri come Zabel e Petacchi, Carlo l'anno prossimo vestirà la cascca della ISD-Neri, al fianco di Giovanni Visconti e José Rujano. Nel mezzo c'è stato un biennio in Barloworld e la vana ricerca della prima vittoria da professionista. Ma lasciamo che sia il protagonista a parlarci di sé.
Buonasera Carlo. Innanzitutto come ti senti?
«Sono quasi in ferie e non posso che sentirmi bene! La stagione che ho alle spalle è stata soddisfacente, nonostante un paio d'infortuni che me la stavano rovinando. Le brutte cadute alla Coppi&Bartali ed al Giro di Turchia hanno fatto sì che la mia forma s'impennasse da luglio in poi. Vero che a febbraio avevo ottenuto un 5° posto al Gran Premio dell'Insubria vinto da Ginanni, ma in quest'ultima parte di stagione ci stavo davvero prendendo gusto e quasi quasi mi spiace che sia già finita».
Noi non giudichiamo un ciclista solo dal suo palmarès, ma notiamo che nel 2009 hai ottenuto moltissimi piazzamenti.
«Sì, un bel secondo posto al Giro del Veneto, poi ho fatto 9° al Campionato Italiano... Stavo iniziando a prendere confidenza con i piazzamenti di lusso, ma quello che mi è mancato in questo 2009 è senza ombra di dubbio la continuità. L'anno prossimo cercherò di essere più continuo e sfruttare meglio le occasioni, cosa che non ho fatto invece quest'anno».
Ecco, parliamo subito del tuo 2010 in ISD-Neri, con Visconti e Rujano capitani. Cosa ti ha portato a scegliere questa squadra?
«La squadra, per essere presente da pochissimo sui grandi palcoscenici, sta crescendo bene e mi è sempre parsa ben organizzata, questo è il primo motivo che mi ha fatto scegliere il team di Luca Scinto. Il secondo motivo per cui ho scelto questa squadra è la presenza di un corridore come Visconti».
Spiegaci meglio...
«Giovanni è un mio carissimo amico, siamo due corridori simili per caratteristiche tecniche, solo che lui va un po' più forte di me (ride)... Scherzi a parte, abbiamo già corso insieme nella nazionale Under 23, quindi io conosco bene lui e lui mi conosce altrettanto bene. Di conseguenza il mio obiettivo per il 2010 è fare una buona stagione per me stesso, ma in primis aiutare la squadra e Visconti a vincere tante corse; dovrò essere al posto giusto nelle fasi cruciali della gara. E se poi arrivasse la mia prima vittoria da professionista non potrei che esserne felice!».
Magari, vista l'amicizia che vi lega, potresti chiedere a Visconti di farti qualche "favore" ogni tanto. Ovviamente contraccambiato...
«Eh, gliel'ho già chiesto se mi fa vincere qualche corsa, ho messo le mani avanti, in qualche modo (ride)! Sono sicuro che dovrò adempiere al mio ruolo di gregariato nei confronti dei capitani ed appena avrò il via libera non mi farò certo scappare l'occasione!».Come è nata la tua passione per il ciclismo?
«È nata prestissimo, a 7 anni ero già su una bicicletta. Tutto è iniziato per gioco e per l'ammirazione che nutrivo nei confronti di mio fratello Nello. Infatti lui correva già in bici e ricordo che lo andavo a vedere alle gare. Così ho voluto provare anch'io. Il risultato? Mio fratello ha smesso di correre, mentre io sono diventato un ciclista professionista».
Essendo bergamasco hai disputato la categoria Under 23 alla UC Bergamasca.
«Già, lì era come essere a casa, mi sono trovato veramente bene».
Quali erano i tuoi avversari più tenaci in quella categoria?
«Bene o male gli stessi di adesso, ma se devo dire due nomi mi vengono Visconti e Riccò».
Come hai vissuto invece il passaggio alla Milram?
«Il passaggio da pro' è stato particolare e molto impegnativo, naturalmente. La Milram nel 2006 era una squadra piena zeppa di giovani, non c'era un "grande vecchio" che dava consigli, se escludiamo Zabel e Petacchi. Così come gli altri, ho dovuto imparare a correre a mia spese, cercando di migliorare gli errori commessi gara dopo gara. Sapete, correre "con" Zabel e Petacchi significa correre "per" Zabel e Petacchi. Avevano bisogno di una squadra che fosse all'altezza. Sicuramente è stata un'esperienza che mi è servita molto negli anni successivi».
Quindi il biennio 2008-2009 in Barloworld, squadra che tu definisci come una grande famiglia.
«Esatto, è così. Rispetto a una squadra Pro Tour, la Barloworld ha un ambiente più familiare. Essendo oltretutto una Professional i corridori sono meno come numero e ci si conosce tutti quanti meglio. In tal modo si vive ogni situazione in maniera meno stressante. Però, se c'è stato il momento in cui si doveva fare risultato o essere protagonisti, ci facevamo trovare sempre pronti. Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni in questi anni, insomma».
Qual è stata la corsa che ti ha emozionato più di tutte?
«La gara che più mi ha emozionato e che mi emoziona ancora oggi è la Milano-Sanremo. Intanto perché si corre in Italia. E poi terminarla dopo 300 km di gara dà una sensazione indescrivibile, è la Classica con la C maiuscola. Poi ci sono tante altre corse che trasmettono forti emozioni, una su tutte il Giro d'Italia, ma quella che più mi ha impressionato è stata la Liegi... ehm, volevo dire la Milano-Sanremo».
Se è per questo, hai corso anche la Liegi nel 2007 (terminata 94mo, ndr).
«Sì, ed è molto, molto dura, perciò mi ha impressionato meno... No, anche quella è una gran bella corsa, altroché».Come ami svagarti nei pochi momenti in cui non ti alleni o non corri?
«Mi piace stare a casa e riposarmi, perché noi corridori ne abbiamo molto bisogno. Per il resto ascolto musica, esco con gli amici o leggo un libro. E adoro viaggiare».
Sei un buon lettore?
«Diciamo di sì».
Qual è il libro che troviamo sul tuo comodino?
«Al momento sto leggendo I pilastri della Terra di Ken Follett. È la prima volta che leggo un suo libro, ma il genere mi piace parecchio. Leggo molto anche Dan Brown, ma mi dedico alla lettura più alle corse, per distrarmi».
Domanda per le nostre lettrici: sei fidanzato?
«Sono fidanzato con Laura, da un anno. Quando sono a casa dedico tutto il mio tempo libero a lei».
Hai detto che ami la musica; che tipo di musica ascolti prima di una cronometro, per darti la carica?
«Non c'è un tipo di musica che mi piace, ascolto tutta la bella musica. Dipende dal mio stato d'animo, a seconda di come mi sento scelgo una canzone. Il mio iPod contiene molto repertorio di Venditti, Vasco, ma anche dei Metallica. Vario molto, ecco».
Ti piace viaggiare e per i ciclisti è quasi tempo di vacanze. Qual è il tuo luogo di vacanze preferito?
«Mi è piaciuta moltissimo Roma. È il più bel posto che abbia mai visto. Quanto alle vacanze, direi che quelle a Santo Domingo sono le migliori. Ne ricordo una con un amico, fatta a fine stagione, mi sono divertito da pazzi! Quest'anno sono indeciso, pensavo di andare in Messico o ancora a Santo Domingo».
Questa volta con la fidanzata, però.
«Naturalmente! Queste donne... (ride)».
Per finire, quali sono i tuoi obiettivi per il 2010?
«Fare bene per me e per la mia nuova squadra. Personalmente mi auguro di correre una bella Milano-Sanremo, poi spero che la squadra ottenga anche nel 2010 l'invito per il Giro d'Italia ed infine, come quest'anno, vorrei trovare le forze necessarie per disputare al meglio le classiche d'agosto ed il finale di stagione. Sono molto fiducioso!».