Valverde fa bene i conti - Ale veste d'oro nel giorno di César
Tutto quello che non è successo in 182 km e 6 Gran premi della montagna è successo nei 3 terrificanti chilometri dell'Alto de Xorret de Catí, salita che si è rivelata un vero e proprio muro per alcuni, mentre ha rappresentato un bel trampolino di lancio per altri.
Alla fine della giornata, difatti, a sorridere non sono solo Gustavo César Veloso - vincitore di tappa - e Alejandro Valverde - nuova maglia amarillo che domani, nella sua Murcia, potrà dunque presentarsi col simbolo del primato; sorridono anche Gesink e Danielson, 3° e 4° in classifica (rispettivamente a 36 e 51 secondi da Valverde) dopo la prima due giorni di montagna; e sorride soprattutto Ivan Basso, oggi davvero pimpante su una salita tutt'altro che adatta alle sue caratteristiche, durante la cui scalata non ha mai perso un metro (se non in vista del Gpm) da Valverde ed Evans, che a fasi alterne sono stati i promotori delle sgasate che han costretto uomini come lo stesso Danielson, gli acciacchiati Samuel Sánchez e Mosquera, e ancora Joaquím Rodríguez (il primo ad accendere le micce in gruppo) e lo strepitoso Cunego di ieri a rallentare per non andare troppo fuori giri.
Chi è andato del tutto nel pallone in quei 3 km di salita è stato invece il giovane estone Rein Taaramäe, offrendo alla Cofidis la seconda grande delusione in due giorni (dopo il successo sfumato per un soffio a Moncoutié sull'Alto de Aitana); è stato proprio l'atleta classe '87 a rompere l'accordo con gli altri fuggitivi della prima ora (per la cronaca: Marzano, De la Fuente, Ramírez Abeja, César Veloso, Devolder e Julian Sánchez Pimienta) sulle prime rampe di salita, coi soli Marzano (staccatosi poi ai meno 6 dall'arrivo) e De la Fuente (che ha resistito 500 metri in più rispetto al milanese) capaci di restargli a ruota. Pareva involato verso il successo, Taaramäe, che quest'anno ha già ottenuto due podi importanti al Giro di Romandia ed al Giro di Svizzera e che una pesante cotta nella giornata di ieri aveva già eliminato dalla lotta per le posizioni buone della classifica generale.
Al cartello dei meno 6 il vantaggio dell'estone sul gruppo era di 2'13", ma Bennati rilevava la Silence e la Garmin in testa al gruppo poco prima dello scatto di Joaquím Rodríguez, scatto che in pratica ha dato il "la" alla bagarre per la leadership della classifica generale, visti i soli 2 secondi che separavano Valverde ad Evans al mattino e vista la lontananza dei fuggitivi, elemento (piuttosto deprecabile, ma gli ultimi GT ci hanno insegnato questo) che non ha permesso ai corridori più in voga di giocarsi il successo di tappa.
Come detto, però, lo spettacolo non è mancato: Taaramäe è stato raggunto e passato a circa 1 km dal Gpm non solo da Marzano, César Veloso e De la Fuente, ma anche da buona parte del gruppo, visti gli 8'47" pagati al traguardo e la 109esima posizione nella classifica di giornata. Lo stesso César Veloso è riuscito a distanziare Marzano ad un centinaio di metri dal Gpm, col milanese che ha provato a resistere con tutte le energie rimaste, ma che all'arrivo si è dovuto accontentare della seconda piazza a 21" dal corridore della Xacobeo Galicia, che nel 2008 vinse la classifica finale della Volta a Catalunya.
Qualche centinaio di metri più dietro Valverde ed Evans continuavano la loro lotta, mentre Basso - senza mai mettere il naso fuori, ma con apparente facilità - è stato per tutto il tempo con loro; Gesink è stato invece abile a rientrare poco prima del Gpm, mentre i tre corridori più forti della Vuelta (almeno per quello che si è visto in questa impegnativa due giorni) andavano a recuperare per strada Ramírez Abeja e De la Fuente; quest'ultimo è stato raggiunto (e passato a doppia velocità) soltanto da Valverde, in realtà, che con una volata incredibile si è andato a prendere la terza posizione e gli 8" d'abbuono (più 1" di buco); secondi preziosi, anzi preziosissimi, che lo portano in vetta alla classifica generale con 7" su Evans, 53" su Basso e 1'03" su Samuel Sánchez, che alla viglia erano coloro accreditati - come il capitano della Caisse d'Epargne - del ruolo di favoriti al successo finale.
Domani si arriverà a Murcia (dove Valverde è di casa) e l'Alto de la Cresta del Gallo a poco meno di 12 km dall'arrivo non dovrebbe pregiudicare un arrivo allo sprint, anche perché dopo la fuga di oggi e quella quasi certa che andrà via mercoledì verso Caravaca de la Cruz, gli uomini veloci non vorranno perdere una delle ultime occasioni a loro disposizione.