Gli mancava solo lo sprint - Si arriva in volata, vince Boasson
Roermond, cittadina olandese, regala al ciclismo una novità niente male: Edvald Boasson Hagen, il norvegese classe '87 del Team Columbia, sa vincere anche allo sprint; o meglio, sa vincere anche gli sprint lanciati, come i velocisti veri, come Cipollini, come Petacchi, come Boonen. Sa farsi lanciare (da Renshaw, in questo caso) e sa vincere contenendo il ritorno di coloro che sono sicuramente più avvezzi a tali soluzioni (Goss, Farrar, Brown e Chicchi i piazzati alle spalle del "vichinghino").
La Gent-Wevelgem e qualche tappa del Giro d'Italia ci avevano già confermato le doti di questo ragazzone - che l'anno prossimo dovrebbe difendere i colori del nuovo Team Sky - e quest'arrivo non è neanche una novità assoluta, a dire la verità: perché Edvald era già riuscito in Polonia a vincere uno sprint di gruppo, e proprio un anno fa sconfisse Engoulvent ed Ivanov su queste strade, ma le cose oggi sono andate diversamente.
In Polonia, il norvegese stava tirando la volata a Greipel (poi retrocesso all'ultimo posto per una scorrettezza commessa verso Allan Davis), ma trovandosi ancora davanti negli ultimi 50 metri ha proseguito la sua azione, anticipando al colpo di reni proprio il compagno di squadra (ma negli almanacchi il 2° posto resterà di Roelandts); dodici mesi fa a Bruxelles, invece, Boasson Hagen anticipò lo sprint del gruppo andando a riprendere i già citati Ivanov (partito all'ultimo km) ed Engoulvent (che ci aveva provato 200 metri dopo) scattando a 500 metri dal traguardo.
Il traguardo di oggi doveva sorridere maggiormente a Farrar, ex capoclassifica restato al palo nella frazione di ieri e desideroso di incamerare qualche altro abbuono - e magari il 4° successo di tappa in questo Eneco Tour - prima della conclusione di domani a cronometro: lo statunitense difatti non è affatto fermo contro il tic-tac e i 15" che lo separavano in mattinata dal nuovo leader (Boasson Hagen, appunto) sembravano rimediabili.
Invece Farrar, forse un po' stanco dalle fatiche degli ultimi due giorni, ha lasciato che fossero Quick Step (per Weylandt), Lampre (per Furlan) e Liquigas (per Chicchi) a sobbarcarsi l'inseguimento dei tre fuggitivi di giornata (Flens, Duyn e Serov), anche perché uno di loro (Duyn) era un uomo Garmin. Il ricongiungimento è avvenuto ai meno 6, poi nessuna squadra è riuscita realmente a mettersi al comando delle operazioni e così è toccato a Tony Martin dare l'ultima accelerata all'ultimo chilometro.
Mark Renshaw si è rivisto nei panni che l'avevano visto grande protagonista al Tour de France in appoggio a Cavendish ed ha lanciato ad altissima velocità Boasson Hagen, che sulle prime è sembrato anche poter perdere la ruota dell'australiano. Ritrovata cadenza e forza necessarie, il norvegese s'è lanciato a centro strada, finendo poi sulla sua destra per scongiurare (in maniera "stronza", ma corretta) il recupero di Goss, mentre Farrar scalzava in bella rimonta Brown e Chicchi dal gradino più basso del podio di giornata (con Renshaw che ha chiuso al sesto posto).
Insomma, quella di oggi è la prima vera vittoria per Edvald Boasson Hagen da "velocista", anche se velocista non è e probabilmente non lo sarà mai; queste doti, però, gli saranno utilissime nelle grandi classiche. Nelle piccole corse a tappe, invece, forse gli saranno più utili le doti a cronometro, visto che domani la corsa belgiolandese si chiuderà coi 13,1 km contro il tempo di Amersfoort: 21" su Farrar, 25" su Bak, 31" su Sylvain Chavanel e 35" su Posthuma sembrano un bel bottino da difendere per puntare alla vittoria finale.
Non saranno della lotta invece Boonen - ritiratosi stamattina per preparare al meglio la Vuelta, era nei primi 15 - e soprattutto Nibali, bravissimo attaccante ieri, ma sfortunato con quella scivolata ai meno 3 dall'arrivo: il siciliano è tornato oggi in Italia con una clavicola, quella sinistra, fratturata, ed ora anche la sua partecipazione ai Campionati del Mondo di Mendrisio è in forte rischio.
