Più spietato di Terminator - Cavendish-Columbia, nuova festa
Non scandalizzatevi, ma tra un po' cominceremo ad inventare qualsiasi avventura con Mark Cavendish protagonista. Non per diffamarlo, ci mancherebbe, ma per legittima difesa: visto che infatti vince con una frequenza disarmante, abbiamo già scritto tutto di lui, e a un certo punto l'esigenza di non ripetersi diventa pressante.
Il giovanotto non ha fatto altro che vincere oggi a Brignoles l'ennesima volata della stagione (14 vittorie più una cronosquadre per lui), portando a 5 il totale di tappe conquistate al Tour; aggiungiamoci le 6 incamerate al Giro, oltre alla Milano-Sanremo e al resto, e avremo il quadro di quanto realizzato dal 24enne dell'Isola di Man nelle ultime due stagioni (ma aveva iniziato a vincere già da prima).
Lo svolgimento del tema della prima tappa in linea del Tour 2009 è stato talmente lapalissiano che lo si sarebbe indovinato senza neanche seguire la corsa. Fuga di quattro uomini (Clement, Dessel, Veikkanen, Augè) partita dopo una quindicina di chilometri, nella discesa da La Turbie, vantaggio che non ha mai superato di troppo i 5', gruppo controllato dalla Saxo Bank della maglia gialla Cancellara (che si è confermato leader).
L'azione dei quattro non è stata di quelle che restano negli occhi, andando quasi a esaurirsi da sé con l'approssimarsi del traguardo; tanto che è bastato che la Columbia di Cavendish collaborasse un minimo coi Saxo per portare il gruppo al ricongiungimento, a 10 dalla fine. E a niente è valso un tentativo solitario in contropiede di Ignatiev: volata doveva essere, e volata è stata.
Una volata strana, però, visto che una caduta (una delle tante della giornata: andati giù in precedenza tra gli altri Frank Schleck - come al solito - con Bruseghin, e poi Hutarovich) ha spezzato il gruppo ai 400 metri: Koldo Fernández è andato giù, e tra quelli coinvolti nel ruzzolone, e quelli che hanno trovato una via di fuga uscendo dal percorso di gara, quasi tutti i rivali di Cavendish son rimasti attardati. Lui invece, scarrozzato da 3 compagni, ha potuto lanciarsi al meglio. Alle sue spalle sempre Farrar, più indietro Ciolek che s'è svenato per chiudere un buco formatosi sugli sviluppi della caduta; e l'esito, a quel punto, non poteva che misurarsi nelle 3/4 biciclette di vantaggio che hanno separato Mark da Farrar (che si sarà sentito massimamente frustrato dal non riuscire ad avvicinare il rivale), un buon Feillu, Hushovd e il giapponese Arashiro.
Domani si replica, il percorso tra Marsiglia e La Grande-Motte promette una riproposizione di quanto visto oggi. Speriamo solo di poter assistere a una vera volata di gruppo, con tutti i protagonisti al loro posto.