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L'imbattibile Cron-tador - Ad Annecy lo show dello spagnolo

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Come delle giudiziose formichine, risparmiamo oggi un po' di aggettivi, visto che sabato (dopo la tappa del Ventoux) probabilmente dovremo ancora andare a pescare nel medesimo sacco, e identico lavoro ci aspetterà il giorno successivo, alla chiusura del Tour de France 2009.
Eppure ci sarebbe di che allargarsi, visto che Alberto Contador ad Annecy ha vinto in maniera splendida l'ultima cronometro della Grande Boucle, battendo fior di specialisti e ribadendo a tutti che chiunque voglia avvicinarsi a un grande giro nei prossimi anni dovrà passare sul suo corpo. Perché che fosse il migliore in salita era ormai noto da tempo; ma che le sue già buone doti da cronoman lo portassero in breve a dominare anche questa specialità, potevamo non aspettarcelo; o quantomeno non sperarlo, visto che in tal modo ne va dell'incertezza delle future gare a tappe più importanti.
Alberto ha conquistato la sua seconda tappa (dopo Verbier) in questo Tour, volando a oltre 50 km/h di media e lasciandosi alle spalle Cancellara, notoria locomotiva preceduta di soli 3", Ignatiev, Larsson, Millar e Wiggins; e distanziando parecchio i rivali per la classifica, a partire dallo stesso Wiggins, a cui Contador ha rifilato 43", proseguendo con Klöden (nono a 54"), Armstrong (16esimo a 1'30"), Andy Schleck (21esimo a 1'45"), Nibali (26esimo a 2'06") e Frank Schleck (35esimo a 2'34").
I 40,5 km di Annecy erano tutti piatti fino al km 25; poi 3,5 km di salita (la côte de Bluffy) al 6% e l'ultima parte (12 km tra discesa e pianura) ancora molto veloce. Una crono da specialisti, insomma, ma posta comunque nella terza settimana di un Tour de France, e soprattutto nella terza settimana di questo Tour de France (molto bella ed impegnativa, a dispetto delle prime due).
Ogni crono di un Grande Giro di divide in due parti: la lotta per la vittoria parziale e la sfida - in cui vale tutto: minuti, secondi ed anche centesimi (chiedere ad Armstrong dopo la cronosquadre) - di chi si gioca la classifica generale, praticamente già delineata dopo l'arrivo di ieri per quanto riguarda la maglia gialla, ma ancora apertissima per i posti sul podio e per ciò che riguarda la top ten.
Ignatiev e Cancellara si sono battagliati i primi rilevamenti cronometrici, col giovane russo a far segnare ottimi intertempi e con Cancellara in grado di scalzarlo dal primo posto parziale soltanto al km 34, per poi rifilargli 12" all'arrivo. E il primo intermedio di Ignatiev ha resistito fino al passaggio di Wiggins (col russo però migliore di tutti, anche di Contador, al km 25), per poi venire messo tutto in discussione al passaggio del madrileno: 1° al km 18, 2° al km 25, 1° al km 28,5 ed anche al km 37, oltre all'arrivo. In poche parole, un dominio.
Oltre la Gialla, dicevamo, c'è stata tutta una sequela di piccole lotte: Frank Schleck doveva difendersi da una sfilza di cronoman, ed anche Andy - sebbene il suo minuto e 29" fosse più tranquillizzante dei 30" del fratello su Armstrong - non poteva certo dormire sonni indisturbati. E se Schleck jr è stato abile a mantenere 1'14" sul vecchio re texano, Schleck sr ha dovuto cedere il passo non solo a Lance, ma anche a Wiggins e Klöden, ora lontani rispettivamente 34", 23" e 25". In ogni caso niente di irrimediabile, soprattutto con un Mont Ventoux tutto da scalare.
Armstrong torna dunque sul podio del Tour de France a dispetto di una cronometro non certo eccelsa (vederlo lì, al 16esimo posto, dietro i vari Moreau, Monfort e Syl. Chavanel è stato di certo un colpo), così come affatto eccelsa è stata la prova contro il tempo di Klöden, il quale evidentemente ieri ha fatto tanta fatica per cercare di restare il più possibile con Contador e gli Schleck sulla Colombière.
L'Italia sorride poco, con Bruseghin (23esimo a 2 minuti) primo dei nostri portacolori e Nibali addirittura 26esimo, a dispetto del voler guadagnare addirrittura minuti rispetto ad Andy Schleck, suo rivale per la maglia bianca (che invece gli ha rifilato 21"). Il siciliano mantiene comunque la 7a posizione in classifica a 1'50" dal podio (mentre Nocentini scivola al 15esimo posto), con Vande Velde, Astarloza e Le Mével a chiudere le prime dieci caselle.
Domani la Bourgoin Jallieu-Aubenas darà spazio ai fuggitivi, drappello nel quale si può sperare di vedere Pozzato e Ballan, finora autori di un Tour tutt'altro che da ricordare. Gli uomini di classifica (almeno i primi sette) se ne staranno tranquilli in vista del "mostro" di sabato, quel Mont Ventoux che sarà giudice inappellabile di questa 96esima edizione del Ricciolo francese.

Mario Casaldi    

 

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