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Il vincit-Oleg di giornata - Fuga Chuzdha prima del tappone

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Dei 166 km da Gondomar ad Aveio, ne bastano appena tre per indirizzare la tappa. Infatti subito dopo il via si avvantaggiano in diciotto, e la Liberty fa capire di non volersi ammazzare di fatica per tenere cucito il gruppo, inserendo Filipe Cardoso fra gli uomini in avanscoperta. Nella fuga le uniche squadre non rappresentate sono la LPR (che comunque non tirerà, a dispetto di una tappa piana che poteva regalare a Petacchi l'unico successo di questa trasferta portoghese) e la Xacobeo, mentre davanti ritroviamo alcuni dei più combattivi di questi giorni: in primis i tre che lottano per la maglia verde della montagna, cioè Sérgio Sousa (che la mantiene anche oggi), Oliveira e l'ucraino Chuzhda; immancabile ovviamente Pedro Lopes, fra l'altro il meglio piazzato in classifica generale, a 5'43" dalla amarela; poi appunto Filipe Cardoso, Vasilev, Simon Clarke e il nostro Marzano.
I diciotto guadagnano una manciata di minuti in brevissimo tempo, e dopo la prima ora di corsa la lotta per il successo parziale è ormai ristretta a loro. La temperatura è sempre altissima, spesso oltre i quaranta gradi, e i gregari della Liberty (come tutto il resto del gruppo) sembrano preoccuparsi maggiormente di recuperare i liquidi persi a causa del caldo torrido.
C'è allora un po' di tempo per parlare di Joaquim Andrade, classe 1969, che compirà quaranta anni giusto domenica prossima, giorno in cui si conclude la Volta. E lui, che è alla ventunesima stagione da professionista, questa corsa l'ha disputata appunto ventuno volte, portandola sinora sempre a termine. Andrade, negli anni belli un buon cronoman capace di tenere abbastanza in salita, ha speso tutta la sua carriera in formazioni lusitane, e fra i suoi successi possiamo ricordare i tre titoli nazionali (quello assoluto nel 2005 e due contro il tempo) e alcune piccole corse a tappe molto considerate da queste parti, come la Volta ao Algarve e la Volta ao Alentejo, oltre ad alcune tappe del giro nazionale (dove però non è mai andato oltre il settimo posto del 1995). Il rappresentante della LA-Rota dos Móveis è un perfetto esempio dei pregi e dei limiti del ciclismo portoghese, in grado di mettere in strada ad ogni stagione diverse squadre e parecchie corse (anche se negli ultimi anni entrambe sono calate, a causa della crisi che si sente anche qui), ma a volte troppo autoreferenziale e chiuso su se stesso, poco propenso a mettersi in gioco fuori dai confini nazionali.
Andrade attualmente occupa la trentanovesima posizione a una ventina di minuti da Nuno Ribeiro. Avrebbe desiderato provare a vincere una tappa, ma solo ieri lo abbiamo visto tentare un attacco, peraltro di breve respiro. A questo punto per lui rimane il portare a termine la Volta domenica, spegnere la sera le quaranta candeline, e poi a fine stagione il "veteraníssimo" (come lo chiamano qui) potrà appendere soddisfatto la bici al chiodo.
Intanto il vantaggio dei diciotto, salito fino ai 12', viene tenuto dalla Liberty intorno ai 9'. L'impressione è che l'eventuale passaggio della maglia di leader sulle spalle di Pedro Lopes non dispiaccia poi troppo agli uomini in blu-celeste. Un po' come per Hincapie allo scorso Tour, Lopes non è un pericolo per la vittoria finale e per quasi un decennio ha difeso i colori delle formazioni di Américo Silva (ai tempi della LA-Pecol).
Davanti però, a una quarantina di chilometri dal traguardo, attacca e prende il largo Chuzhda, che in classifica è solo un minuto più indietro rispetto a Lopes, che deve così impegnarsi in prima persona per contenere il distacco, contrattaccando insieme a Oliveira e al ceco Hebik. In ogni caso nel plotone si mettono a tirare ventre a terra PSK e Palmeiras Resort, e le speranze di leadership dei fuggitivi finiscono per sfumare. Per l'ucraino della Contentpolis c'è comunque la soddisfazione di una meritata vittoria, mentre Oliveira regola il terzetto inseguitore (su Hebik e Lopes), a 49". Marzano è decimo a 2'37". Sulla linea d'arrivo il gruppo concede meno di 5' al vincitore, e la camisola amarela resta sulle spalle di Nuno Ribeiro.
Domani tappa decisiva e spazio agli scalatori con l'arrivo sull'Alto da Torre, dopo quasi trenta chilometri di salita.

Gianluca Colloca



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