Hasta la vista Astarloza - A Bourg-Saint-Maurice vince Mikel
Se volessimo forzare il titolo di un celebre film, potremmo dire che A star (loza) is born, ma sarebbe una parte di verità, perché se è vero che il basco è alla sua prima vittoria di grande livello, non si può certo dire che sia un corridore di primo pelo. Comunque bravo lui, che spesso frequenta le zone d'avanguardia del gruppo nei grandi giri, e che ha colto a quasi 30 anni un'affermazione che l'ha fatto letteralmente impazzire di gioia (vedere l'esultanza sotto lo striscione di Bourg-Saint-Maurice per credere).
Astarloza è stato uno dei parecchi fuggitivi di una giornata in cui non è che ci si aspettasse granché dagli uomini di classifica sui due San Bernardi: troppo leggere le pendenze (benché adagiate su salite molto lunghe), molta discesa per recuperare dopo l'ultimo Gpm (il Piccolo). Invece qualcosa s'è visto, se è vero che qualcuno ci ha lasciato pesantemente le penne (che Menchov abbia perso altri 15'41" da Contador non è neanche più una notizia; ma identico distacco ha patito l'ex maglia bianca Tony Martin, mentre un Evans orrendo paga 2'56", come l'ex capoclassifica Nocentini).
Merito dei Saxo Bank, nella fattispecie i fratelli Schleck, che sul Piccolo San Bernardo hanno imposto un buon ritmo, preludio all'attacco di Andy a 5 km dalla vetta (36 dal traguardo). Sull'allungo del minore degli Schleck il primo a seguire è stato un Vincenzo Nibali ogni giorno più maturo e pronto a recitare la sua parte: segnali incoraggianti per il futuro del pedale italiano nelle grandi corse a tappe (il siciliano ha 25 anni).
Con Nibali, si sono accodati Frank Schleck, Klöden, Contador e Wiggins; tutti gli altri staccati, a partire da Armstrong. Ma visto che la maglia gialla non dava segni di cedimento, casa Schleck ha preferito desistere, calando il ritmo e facendo così rientrare prima Lance (tutto solo: bella dimostrazione di orgoglio), poi i vari Sastre, Kirchen, Kreuziger, Vandevelde e così via, compatti fino all'arrivo.
La tappa, dicevamo, se la son giocata diversi fuggitivi: sul Gran San Bernardo l'assolo era stato di Pellizotti e Karpets, poi prima del Piccolo diversi rientri, e in salita l'italiano (sempre più leader Gpm) è rimasto con Van den Broeck, Astarloza e Moinard. Appassionante l'inseguimento in discesa da parte di Roche, Goubert, Fédrigo e Casar (con loro c'era anche Gómez Marchante, ma è caduto; come del resto Voigt, finito per terra poco dopo lo scollinamento e vittima di un trauma cranico): il secondo quartetto, reduce anch'esso dalla fuga del mattino, è rimasto a lungo a circa 10" di distanza dai primi, e solo poco dopo il passaggio sotto lo striscione degli ultimi 2 km ha operato il ricongiungimento.
Ma a quel punto i buoi erano già scappati dal recinto: dopo un vano tentativo di Moinard ai 3 km, Astarloza (che in volata partiva battuto) era scattato deciso ai 2500 metri, e la sua sparata gli stava permettendo di andare a vincere tutto solo.
Domani ci aspetta una vera indigestione alpina, con Cormet de Roselend, Saisies, Arâches, Romme e Colombière nei 170 km da Bourg-Saint-Maurice a Le Grand-Bornand: l'ultima vetta è a soli 15 km dal traguardo, e quindi Schleck e soci hanno terreno per attaccare seriamente e mettere in difficoltà la maglia gialla Contador; oppure, visto dall'altra prospettiva: Contador ha terreno per attaccare seriamente e aumentare il vantaggio sugli inseguitori. Nibali al momento è sesto, visto il salto all'indietro di Nocentini, a 2'51" da Alberto e a 1'05" dal podio (Wiggins terzo): mai ha avuto, Vincenzino, un risultato tanto grosso così a portata di mano.