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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Robert Kiserlovski

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Robert Kiserlovski è nato a Cacak, Croazia, il 9 agosto 1986. Vive nella città di Fiume, un territorio di frontiera («infatti parlo un po' di inglese ma me la cavo anche con l'italiano») dove vive una delle comunità italiane più grandi d'Europa. Robert inizia ad andare in bici e subito viene notato dai tecnici della squadra simbolo dei balcani, la slovena Adria Mobil, dove militerà. È un ragazzo schivo, il suo attuale Team Manager alla Fuji-Servetto, Stefano Zanini, lo tira fuori dal camper della squadra: «Ehi Robert... interview!». La porta scorrevole del camper si apre e ne esce un faccino da bimbo su un corpo da adolescente, tirato a lucido. Robert sembra timido, probabilmente lo è, ma gli bastano pochi minuti e diventa un fiume in piena, forse per giustificare l'attuale residenza. Andiamo a saperne di più di questo giovane corridore croato.
Ciao Robert, partiamo dalle tue origini, ovvero: come hai scoperto la bicicletta?
«In realtà più che una scoperta è stata una passione tramandatami da mio padre, che ha corso da professionista ed è stato un buon cronoman, e da mio fratello Emanuel, che corre nella Loborika. Nel 2000 ho iniziato ad andare in bici seriamente, prima era solo un gioco per me. Nove anni fa, però, mio padre mi ha incoraggiato a provare con il ciclismo e da allora non ho più smesso. Nel 2003 sono passato Under 23 all'Adria Mobil, un team importante dove hanno militato corridori come Spilak, Stangelj, Brajkovic e tanti altri. Mio padre mi allenava, allora. Dopo esser diventato professionista nel 2005, quest'anno sono passato all'Amica Chips-Knauf, ma la sqaudra ha avuto problemi e così dal Giro di Svizzera sono a tutti gli effetti un corridore della Fuji-Servetto. Mi trovo davvero bene in questa squadra».
Hai mai praticato altri sport all'infuori del ciclismo?
«Sì, ho fatto atletica per un po' di anni ed ero davvero bravo, specialmente nelle discipline di fondo come i 3000 metri piani o i 5000 metri. Ero bravo ma mi annoiavo».
Come mai ti annoiavi?
«Perché mi sembrava noioso correre sempre sull'anello della pista, infatti in inverno prendevo ed andavo a gareggiare nella corsa a piedi fuori dall'anello. Vincevo molto a dire il vero. Però alla fine ho preferito passare al ciclismo».
Che tipo di corridore sei?
«Tecnicamente sono bravino in montagna e come scalatore ho molti margini di miglioramento. Preferisco correre con un clima mite, perché il caldo torrido dell'estate mi dà sui nervi ed il mio corpo impazzisce. Finisce che il calore dell'asfalto l'ha vinta sulla mia forza mentale, dovrò lavorarci molto».
Hai un sogno nel cassetto o ti piacerebbe vincere una corsa in particolare?
«Mi piacciono tutte le corse e vorrei tanto vincere una gara del Pro Tour, penso che sarebbe davvero un bel risultato. Per quest'anno punto al Giro di Polonia, magari anche a quello dell'Austria, poi quel che verrà sarà solo ben accetto. D'altra parte ho solo ventidue anni, cerco di seguire i consigli che mi danno i miei allenatori ed anche mio padre e voglio migliorare passo dopo passo. È meglio un miglioramento lento e graduale che un'esplosione improvvisa cui non si dà seguito. Cerco di migliorarmi in ogni cosa a poco a poco, questo è il mio piccolo segreto».
Quando invece non sei in bici cosa fai per rilassare mente e corpo?
«Naturalmente passo un sacco di tempo con la mia famiglia e con la mia ragazza, Caterina. Lei mi capisce e mi dà molta forza per andare avanti, giorno dopo giorno. In inverno amo rilassarmi in mezzo alla natura, così capita spesso che inforchi la mia Mountain Bike e faccia dei bei giri nelle foreste. Tutto quel silenzio è davvero rilassante».
Che tipo di film ami guardare?
«Quasi tutti! Commedie, film di spionaggio, gialli. Non mi piacciono invece i thriller, mi fanno un po' paura...».
Com'è la tua giornata ideale per riposarti?
«Vediamo, quando sono a casa guardo molti film, ascolto molta musica e gioco con il computer. Mi piace l'elettronica, non tanto i social network come Facebook, che però utilizzo per mettermi in contatto con i miei amici lontani. L'elettronica mi piace da impazzire, sono come un bambino alle prese con i suoi giocattoli!».
Ti piacerà anche la musica elettronica, oppure no?
«Ovviamente sì! Amo molto la musica elettronica, la techno, la dance. Sempre durante l'inverno mi piace andare in discoteca con la mia fidanzata e con gli amici. Mi rilassa e non mi fa pensare al ciclismo per un mesetto all'anno. Faccio qualsiasi cosa possa distrarmi dalla bici nei mesi invernali».
Sei molto giovane. Hai già un fans club?
«No, forse ce l'ho su Facebook, ma nella realtà no. La mia famiglia ed i miei amici sono i miei migliori supporters. Mi incitano sempre e mi incoraggiano a fare sempre meglio, a poco a poco. In questo i miei familiari sono stati e sono perfetti. Sono molto orgogliosi di me. Non hanno mai fatto pressioni su di me perché diventassi professionista, l'ho voluto io e quindi eccomi qua!».


Francesco Sulas

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