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Formula Cancellara - Lo svizzero detta legge a Monaco

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Nel lungo elenco dei risultati più annunciati della storia dello sport, come si piazzerà la cronometro vinta da Fabian Cancellara nel Principato di Monaco oggi? Sicuramente nelle primissime posizioni, visto che il bernese usciva da un Giro di Svizzera dominato, e la prova contro il tempo che apriva il Tour de France 2009 sembrava cucita addosso alle sue doti.
Eppure non si può dire che il dominio di Fabian nella prima tappa sia stato così squassante, se è vero che a metà prova, in cima alla salitella di Beausoleil, lo svizzero ha fatto segnare solo il terzo tempo, a 6" da un Contador scatenato (e più che mai motivato a scavare un margine quanto più profondo possibile tra sé e l'amico-rivale Armstrong), a 1" dall'emergente tedesco Tony Martin, e a pari merito col navigato Wiggins.
All'intertempo le distanze tra i big riservavano già qualche motivo di sorpresa: vicini Evans (a 7" da Contador), Leipheimer (a 8"), Kreuziger (idem), Klöden (a 10"). Armstrong pagava 17" al giovane compagno, Andy Schleck 26, Sastre 36 e un Menchov incomprensibile addirittura 48": il russo, praticamente fermo dal Giro vinto, non s'è poi ripreso nella seconda parte, visto che ha chiuso a 1'13" da Contador, appena in 53esima posizione.
Il punto è che, come detto, Contador la crono non l'ha poi vinta, visto che negli ultimi 8 km Cancellara ha indossato l'abito della festa e ha letteralmente strapazzato chiunque, avverando quindi il pronostico che andava per la maggiore.
Fabian ha addirittura ripreso lo stesso Menchov (che era partito un minuto e mezzo prima di lui), e ha alla fine relegato il più immediato inseguitore (lo spagnolo dell'Astana) a 18", guadagnandone quindi 24 (ovvero 3" al km, su uno dei più forti corridori del mondo - probabilmente il più forte).
La prestazione di Contador comunque basta e avanza al madrileno per fissare quei due o tre paletti che andavano fissati: il primo è che «in casa mia comando io», puntualizzazione necessaria ad arginare la bramosia dei suoi amici americani (Leipheimer è a 12", Lance a 22") e del quarto incomodo in casa Astana, Klöden (insegue anche lui, ma a soli 4"); il secondo è il segnale lanciato ai rivali: Evans è a 5", Kreuziger a 14", Schleck a 42", Sastre a 48", Menchov a 1'13": insomma, son tutti già alle spalle di Alberto, che non potrà certo corucciarsi più di tanto per essersi dovuto inchinare a questo Cancellara per il successo di tappa (e la prima maglia gialla). Anzi, Fabian, che non nasconde le sue mire sulla vittoria finale al Tour (prima o poi), esce dalla crono in questo senso ridimensionato: piccolo il margine che dovrà difendere in salita su questi rivali. 18" su Contador non basteranno certo allo svizzero per piantare le basi per un clamoroso exploit (anche se son meglio di niente).
Capitolo Italia: bravo Nibali, nono a 37" da Cancellara (all'intertempo era ottavo a 9" da Contador). Vincenzo conferma i progressi fatti in questo tipo di corse, e anche il suo ottimo stato di forma attuale (ha da poco vinto il Giro dell'Appennino). Ma paradossalmente, in quello che dovrà (si spera) essere il suo miglior Tour, il siciliano rischia di dover fare il gregario a Kreuziger, che per ora lo precede di 5". E a meno che non porti finalmente a compimento un percorso di maturazione che lo vorrebbe tra i protagonisti dei grandi giri (e siamo tutti qui ad aspettarlo con ansia) dovrà correre, se i rapporti di forza restano questi, in supporto al ceco.
Il terzo uomo Liquigas, Pellizotti, è andato maluccio: 61esimo a 1'33" da Cancellara, lui per primo si aspettava certamente di più dalla sua prova. Così come non ride Bruseghin, solo 35esimo (a 1'17") in una prova in cui avrebbe dovuto far meglio. Meglio come Ballan, ad esempio: il Campione del Mondo, è 23esimo a 1'10" dal primo, è uno che non parla a vanvera: aveva annunciato di essere in crescita, gli ultimi risultati lo confermano, e la seconda e terza settimana di Tour sono lì a sua disposizione per qualche bella razzia.
Con una classifica già piuttosto delineata dopo la prima tappa, il Tour si tuffa da domani in quella che per tanti anni è stata la sua proverbiale routine della prima settimana: ovvero, una sequela di tappe poco significative in attesa delle salite. In realtà stavolta quest'assunto non è propriamente vero, visto che di cose simpatiche in questi giorni ne succederanno, tra la cronosquadre di martedì e il primo arrivo in quota già venerdì sui Pirenei.
Però tra domani e lunedì i velocisti avranno due chance per mettersi subito in mostra, a partire dalla seconda frazione, da Monaco a Brignoles, 187 km con quattro salitelle (Gpm di 4a categoria adatti giusto a lanciare qualche fuga) e arrivo comodo.
Come l'anno scorso, non ci saranno abbuoni, quindi niente lotta di classifica tra sprinter e niente valzer di maglie gialle nei primi giorni. Non pare una gran politica, tutto sommato.

Marco Grassi

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