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Un giorno da Numeri 1 - Lo spettacolo di Garzelli e Di Luca

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Ci sono giorni in cui l'impegno, l'ispirazione, le gambe, la testa non bastano. Giorni in cui a un ciclista è richiesto quel quid in più, in termini di fatica, freddezza, tenacia e cattiveria. Giorni in cui essere dei numeri uno aiuta in maniera determinante.
Giorni come oggi, per dire. La Cuneo-Pinerolo, tappa non più mitica come nel '49 di Coppi, ma ugualmente molto difficile, era uno snodo importante per il Giro del Centenario. Problemi di viabilità (diamo per buona questa versione) avevano decurtato la frazione di salite come Maddalena, Vars, Izoard e Monginevro, ma il percorso alternativo con Moncenisio prima del Sestrière, e Pra' Martino vicino all'arrivo, promettava forse più stimoli rispetto all'originale.
La tappa (262 km di lunghezza) è partita con le prime due ore di gara a circa 50 km/h: un'andatura forsennata che ha poi avuto un ruolo nel lasciare scorie in parecchie gambe.
Il fatto che l'Acqua&Sapone di Stefano Garzelli abbia lavorato per annullare una prima nutrita fuga di giornata, lasciava presagire che il varesino avesse qualche intenzione poco pacifica: puntualmente, sul Moncenisio, a 4 km dalla vetta, Garzelli è partito all'attacco, dapprima con Soler, poi tutto solo: 1' di vantaggio al Gpm (a 123 km dal traguardo), ma un margine che lungo la salita del Sestrière è salito fino a 6'40" (a circa 70 km dalla fine).
Garzelli, numero 1 di dorsale nonché più longevo vincitore del Giro in attività (s'impose nel 2000, un anno prima di Simoni), per sua stessa ammissione non pensava di andarsene da solo. Ma una volta trovatosi in questa situazione, ha iniziato a far la bocca al risultato grosso: anche perché il gruppo, controllato da LPR e Barloworld, pareva calato in un momento di attendismo dopo le sfuriate iniziali.
Un attendismo che è stato spazzato via da un impegno più deciso della LPR (squadra della maglia rosa Di Luca) e soprattutto dall'intervento della Liquigas di Basso e Pellizotti tra la discesa dal Sestrière e l'approdo al Pra' Martino. Né a Garzelli è stato utile l'arrivo da dietro della coppia ISD formata da Grivko e Visconti, uscita in avanscoperta sulla Cima Coppi della corsa rosa 2009: il progredire del plotone era inesorabile, e anche un altro tentativo a quattro (ancora un ISD, Cioni, con Cárdenas, Wegelius e Serpa), che si era sviluppato alle spalle dei battistrada, ha trovato realizzazione.

La corsa esplode a Pra' Martino
Tanto sforzo della Liquigas non poteva che presupporre un attacco di uno dei due capitani in casacca verde. Basso? No, Pellizotti, che a 3 km dalla vetta di Pra' Martino (dopo un come sempre encomiabile lavoro di Szmyd) ha affondato il colpo: al primo scatto del friulano, Di Luca è rimasto attaccato, al secondo ha lasciato fare, e già era sufficiente per la maglia rosa, visto lo sparpaglìo immediato alle sue spalle.
Pellizotti ha preso e superato Garzelli e Visconti (Grivko aveva già mollato in precedenza), e ha guadagnato una manciata di secondi, mentre Soler provava un nuovo attacco (ben tampinato da Di Luca) e nomi importanti vivevano momenti difficili: Cunego staccato (ma non è più una novità), e distanziato anche quel Lövkvist che ha poi pagato 1'39", scendendo dal secondo all'ottavo posto in classifica. In difficoltà, in prossimità della cima, anche Bruseghin, e poi Armstrong (in crescita), Simoni (un po' deludente) e Rogers (in difesa).
Alle spalle di un Di Luca sempre più sicuro di sé, restavano in pochi: Sastre, Menchov e Leipheimer, trio internazionale di spauracchi; Basso, inchiodato dalla presenza del compagno Pellizotti all'attacco; Soler e Arroyo, comprimari spesso presenti in queste situazioni; e un Garzelli che con le ultime energie ha tenuto le ruote dei big della classifica.
Il margine di Pellizotti non era in effetti per nulla rilevante, e nella discesa da Pra' Martino la maglia rosa (seguita a questo punto dai soli Sastre, Menchov e Arroyo) ha rosicchiato tutto il gap, mentre Basso, Leipheimer, Soler e Garzelli perdevano terreno nella picchiata. Distacchi importanti forse più sul piano morale che su quello pratico, difesi coi denti da chi era davanti: niente di rivoluzionario, insomma.
E allora ci voleva un'altra botta, e per darla Di Luca, l'altro numero uno (la classifica parla chiaro) della giornata, ha atteso lo strappetto alle porte di Pinerolo, a circa 3 km dal traguardo: una rampa troppo invitante per un "liegista" come Danilo: e allora via le ali sui pedali, Sastre (che aveva provato a prendere la ruota dell'abruzzese) ricacciato indietro con cattiveria, e un volo fino al traguardo per un Di Luca che ha vinto tutto solo, dimostrando ancora che alle parole sa far seguire i fatti, e allungando in classifica anche grazie all'abbuono di 20" (il margine in gara su Pellizotti, Menchov e Sastre è stato di soli 10", quasi mezzo minuto hanno invece pagato Basso, Leipheimer, Rogers, Simoni e Armstrong).
A questo punto Danilo potrà guardare con occhi diversi anche la crono di giovedì. Il vantaggio su Menchov secondo in classifica è di 1'20": un margine che probabilmente non gli permetterà di salvare il primato alle Cinque Terre; ma che dà tutto un altro significato al rosa di quella maglia che sì, ora è ufficiale, potrà riconquistare sugli Appennini.

Marco Grassi    

 

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