Se li pappa a colazione - Cavendish vince anche al mattino
Ci sembrava quasi superfluo scrivere di questa prima semitappa della giornata conclusiva della Tre Giorni di La Panne. Centododici chilometri senza l'ombra di un'asperità degna di tale nome, nella nostra mente erano equivalenti alla solita tappa con la solita fuga iniziale assortita dei soliti corridori locali, come al solito ripresi tra i dieci e i venti chilometri dall'arrivo. E poi via con lo sprint generale con Cavendish a ridicolizzare i velocisti presenti con una zampata delle sue.
E immaginavamo anche un Pozzato buono buono in gruppo, pronto, nel pomeriggio, a fare un solo boccone della classifica generale per la quale non lo spaventava né Willems, distante da lui solo 4'', né il minuto abbondante che doveva difendere dagli specialisti Posthuma, Quinziato e Hoste, facilmente gestibile, per uno come lui, in soli 14 km contro il tempo.
Ma il ciclismo, lo amiamo proprio perché sa sempre stupirci e, se è vero che ci avevamo visto giusto per tre quarti della previsione e per il 97% della gara, sono gli ultimi 4000 metri a riservare il colpo di scena di giornata.
Alla partenza, la notizia è che Boonen, dopo aver sonnecchiato nella prima giornata e lavorato per la squadra nella seconda, ha preferito non correre le due frazioni odierne, imitato dopo solo 50 km di tappa da Van Avermaet, che pure era terzo in classifica generale. La fuga di giornata, promossa da nove uomini, è tenuta viva soprattutto dai tre portacolori della squadra belga Plamans Cras, Dieter Cappelle, Coomans e l'ex campione belga Omloop che, in compagnia di Roels (Team Milram), Coenen (Topsport Vlaanderen), Meirhaeghe (Landbouwkrediet), Lowik (Vacansoleil Pro Cycling), Chuzhda (Contentpolis) e De Backer (Skil-Shimano), non hanno mai potuto gestire un vantaggio che superasse di molto il minuto.
Katusha (per la leadership di Pippo e per la volata di McEwen) e Lampre (per un Furlan che pare in crescita) hanno controllato la corsa tenendo i fuggitivi sotto tiro fino ai quindici chilometri dall'arrivo, quando il vantaggio è crollato sotto i 10''. Gli ultimi a mollare sono stati Omloop, Lowik, Meirhaeghe e Cappelle, ripresi quando di chilometri ne mancavano solamente 7 e il gruppo, sotto l'impulso di Quick Step, Columbia e Silence, procedeva in lunghissima fila indiana. E, di lì a poco, il già accennato colpo di scena.
Ai meno quattro, una caduta provoca una frattura a centro gruppo, ma non si fa a tempo a rendersi conto di chi sia rimasto attardato, che una seconda sbandata provoca il secondo buco. Il lungo serpentone, ormai ridotto a una cinquantina di unità, è lanciato ai sessanta all'ora tra i vialoni di De Panne, quando l'inquadratura della tv belga stringe su un gruppo di corridori condotto da Pozzato. Sarà quello d'avanguardia? No, perché un attimo prima c'erano i Columbia a tirarlo: Pippo è rimasto coinvolto nella caduta, ahilui avvenuta qualche centinaio di metri prima del limite buono per la neutralizzazione dei tempi.
La volata, come ampiamente prevedibile, è questione a due tra Cavendish e McEwen, con l'inglese che esce dalla ruota di Renshaw ai centottanta metri e resiste bene al prepotente ritorno dell'australiano, anticipandolo di mezza ruota sul traguardo. Il tedesco Schulze precede Furlan per il terzo posto, mentre Pozzato giunge dopo una quarantina di secondi, scortato da Ivanov. Willems era nel primo drappello quindi la leadership è persa, a favore del belga. Poco male - diremmo - un Pozzato con questa condizione potrebbe ancora dire la sua per la conquista del podio e, perché no?, della prima posizione, ma il vicentino, subito dopo aver tagliato il traguardo, si affretta a farci sapere che non è intenzionato a correre la cronometro del pomeriggio, preferendo qualche ora di riposo in più in vista della Ronde.
Ci asteniamo dal giudicare la sua scelta. Almeno fino a domenica. E intanto ci godiamo l'ennesima perla stagionale del funambolo dell'Isola di Man...
Giuseppe Cristiano