La ballata del Miche - Pampeago, Niemiec precede Ivan
Fare arrivare una tappa ad Arco il giorno della Freccia (Vallone) è una genialata che non capita di riportare tutti i giorni. In Trentino probabilmente si poteva partire anche di martedì, permettendo a coloro che domenica vorranno correre la Liegi di avere un giorno in più di riposo; ma la tappa del sabato è considerata (a ragione) importantissima dal punto di vista del marketing territoriale (tant'è che si arriverà a Pejo Fonti) e del turismo, e per permettere ai tifosi trentini di riversarsi sulle strade in un giorno festivo, la Festa della Liberazione.
Ed allora ieri da Torbole sul Garda ha preso il via questa 33esima edizione della corsa che rappresenta, da qualche anno, il miglior antipasto del Giro d'Italia (in Romandia è sempre più frequente vedere esclusivamente gli uomini da Tour de France), con al via tanti pretendenti della prossima corsa rosa, anche se il texano Armstrong vi ha dovuto rinunciare per via della frattura alla clavicola destra patita durante la Vuelta Castilla y León e che ancora lo tormenta.
Da Torbole sul Garda ad Arco, appunto, 16,3 km da percorrere tutti di potenza, stando sempre attenti alla direzione del vento: come da pronostico, l'Astana l'ha fatta da padrona anche senza Re Lance, col tedesco Andreas Klöden (che non sarà però al Giro) davanti al giovane compagno di squadra Janez Brajkovic per appena 1" e l'ucraino della ISD Grivko a 7". Primo degli italiani, il lecchese Bosisio, 5° a 9" dall'ex T-Mobile.
A dispetto del pronostico, invece, la modesta prestazione di Ivan Basso, che ieri ha chiuso a 49" da Klöden, in 19esima posizione, così ci si aspettava qualcosa di più da Bruseghin (31esimo a 57"), Simoni (62esimo a 1'17") e Di Luca (74esimo a 1'23").
In vista dell'Alpe di Pampeago di oggi, invece, belle le prestazioni di Bertagnolli e Garzelli, rispettivamente 7° e 8° a 24" e 26" di distacco dal primo clapoclassifica della corsa.
A Pampeago però abbiamo avuto certamente un nome non tanto nuovo, ma certamente non molto atteso: difatti è stato il polacco Przemyslaw Niemiec ad aggiudicarsi la tappa davanti ad Ivan Basso e Giampaolo Caruso. Ma andiamo con ordine.
Al km 48 si forma la fuga di giornata, promossa da Graboskyy, che vede in testa alla corsa anche Ortega, Taborre, Fumagalli, Garofalo, Signego e Fioretti. Il gruppo, trainato dalla LPR e dall'Astana del leader Klöden, lascia fare fino al km 105 (vantaggio massimo 2'40"), poi anche la Liquigas si mette in testa al gruppo ed il vantaggio diminuisce con costanza, fino ad annullarsi al km 135, ai meno 6 dall'arrivo.
L'ascesa conclusiva è iniziata già da 2 km, ma l'assenza di asperità prima dell'Alpe di Pampeago (eccezion fatta per il Gpm di Vigolo Vattaro, un seconda categoria posto al km 61,5) fa sì che il gruppo sia ancora molto numeroso, tant'è che ai meno 5 è un passista come Chiarini a condurre le danze per la LPR. Ci si aspetta un colpo da Di Luca, o quantomeno da Bosisio, e invece sono Noè e Miholjevc ad accelerare a 3500 metri dalla vetta, mettendo in crisi Bruseghin. 200 metri dopo è Klöden ad alzare bandiera bianca, seguito da Visconti (buonissimo 6° ieri a cronometro).
La bagarre è iniziata tardi, ma non si può dire che sia stata lieve, visti i distacchi poi patiti all'arrivo. Poco prima del cartello che indica meno 3 km all'arrivo, Basso dà la sua (prima) stoccata, utile non tanto per partire in solitaria, ma per sgranare - e di molto - il gruppo. Prova a contrattaccare Carvajal, ma è lo stesso varesino a non lasciare spazio al colombiano.
Ai meno 2,5 Basso decide di fare il diavolo a quattro, piazzandosi al comando di un plotoncino che comprende Caruso, Simoni, Pardilla, Niemiec, e Pozzovivo, menre Garzelli, Di Luca, Jackson Rodríguez e Rubiano sono già più dietro ed anche Brajkovic è segnalato in difficoltà. Ai meno 2 rimango solo in due col varesino della Liquigas: Caruso e Niemiec, mentre Simoni naviga a 10" e poco più dietro il duo composto da Pozzovivo e Brajkovic.
Nel finale, però, succede che si realizza l'epilogo che non ti aspetti: Niemiec allunga e Basso non lo vede più, se non 22" dopo l'arrivo del polacco in cima all'Alpe. Basso fa il paio di secondi posti con quello (provvisorio?) in classifica generale, ad appena 4" da Brajkovic, abile a salvare la gamba e chiudere al 5° posto con 1'01" dal vincitore. Sul fronte Giro d'Italia, dopo aver già detto di B&B, registriamo il buon 4° posto di Simoni (a 45"), mentre Garzelli e Di Luca chiudono (con Caucchioli) a 1'49" e 1'50"; ancora più in basso Klöden (28esimo a 2'38"), Bruseghin (43esimo a 3'24") e Pellizotti (45esimo a 3'40"), col sempre più deludente Popovych addirittura 93esimo a 7'18".
La classifica generale è cortissima per le prime tre posizioni, con Basso a 4" e Niemiec a 19" dallo sloveno dell'Astana, e poi Simoni, Samoilau, Pozzovivo, Garzelli, Bosisio, Caruso e Caucchioli nella provvisoria top ten. Domani i 165,5 km della terza tappa porteranno l'arrivo in Austria, ad Innervillgraten, con gli ultimi 10 km che salgono del 3% di pendenza media. Vista la tappa di oggi, potrebbe arrivare anche un nutrito gruppetto a giocarsi lo sprint, oppure sarà la volta dei fuggitivi, anche in vista della chiusura all'insù di sabato.
Mario Casaldi