Hushovd iellato, male i Columbia - Le pagelle della Parigi-Roubaix
Boonen – 9,5
Indiscutibilmente il più forte in ogni settore e situazione della corsa, aggiorna un palmarés già fenomenale conquistando la terza Roubaix, la seconda consecutiva, e questa volta senza beneficiare particolarmente della forza del team. Come sempre spettacolare sul pavé, è senz'altro fortunato quando gli avversari in parte si auto-eliminano durante il Carrefour de l'Arbre, dopo avergli reso la vita durissima, ma d'altro canto dà l'impressione di essersi più che meritato la buona sorte: scegliendo la giusta posizione nell'approccio al decisivo settore in pavé, quando cade Flecha, e soprattutto con la formidabile accelerazione che spinge Hushovd oltre i limiti fisici e della fisica. Perfetto anche nella sfida a distanza con Pozzato nel finale, conclude regalmente una corsa che aveva invece iniziato in modo un po' avventato, quando ad Arenberg s'era troppo presto isolato, marcando un ritmo con cui aveva staccato tutti i compagni.
Hushovd – 9
Un altro podio di grande spessore dopo la terza piazza alla Sanremo, per Uragano Thor, che a 31 anni s'è scoperto competitivo al Nord come mai nella propria carriera. Certo, i freddi risultati dicono altro (per esempio che l'Het Nieuwsblad non vale la Gand 2007), ma la continuità a livelli altissimi da Sanremo a Roubaix, passando per Harelbeke e per lo sfortunato Fiandre che l'ha visto abbattuto da Rast sul rettilineo finale, quand'era in caccia dell'ennesimo ottimo piazzamento, non può che essere apprezzata e applaudita. Così come la condotta di gara del norvegese: sempre attivo nei momenti caldi della corsa e reattivo sulle accelerazioni portate da Boonen, Hushovd nobilita la sua prestazione approcciando il Carrefour de l'Arbre con una marcia in più rispetto a tutti, unico a mettere seriamente in difficoltà re Tom. Deve poi abdicare alla sfortuna, ma anche a un surplus di foga, quando qualche centinaio di metri dopo finisce a terra nel tentativo di rintuzzare il contrattacco di Boonen, privando se stesso e noi spettatori di un duello potenzialmente splendido con il belga. Si rialza, tuttavia, riparte e riesce ancora a dimostrare la propria forza, conquistando senza difficoltà una comunque pregevole terza posizione, che migliora di gran lunga il nono posto del 2005, finora il suo miglior piazzamento nell'Inferno del Nord.
Pozzato – 8,5
Corre senza squadra e non è una novità. Corre in marcatura stretta su Boonen ed è ancora meno una sorpresa. Dimostra una classe e una facilità di pedalata sul pavé anch'esse già viste in passato e soprattutto in questa primavera più che positiva per il vicentino. La novità è che stavolta non ha esitazioni ad individuare e promuovere in prima persona l'azione buona, quando Boonen accelera a 46 km dal traguardo e riceve il primo cambio dall'atleta della Katusha. Per il resto corre in modo molto accorto e senza strappi, mettendosi in una posizione di superiorità rispetto ai più attivi Boonen e Hushovd. Ma come nel caso del norvegese, Filippo si ritrova a dover incolpare molto la sfortuna e un po' se stesso: se la malasorte lo vede rallentato nel momento decisivo dalla caduta di Flecha, l'errore sta nell'aver perso le primissime posizioni proprio nell'ingresso sul Carrefour de l'Arbre. Ci fa a lungo sperare che possa riacciuffare Boonen, che tiene a lungo a tiro in uno strenuo inseguimento, ma Tom vola e i due si rivedono solo nel velodromo, quando è splendido il gesto di Pozzato, che si congratula con l'ex compagno di squadra mentre ancora deve compiere un giro di pista per concludere la propria prova. Anche lui ha corso al Nord come mai in carriera e potrà riprovarci l'anno venturo.
Cervélo Team – 8,5
Il formidabile Klier (un meritatissimo 8 per lui) in fuga fin dai primi chilometri, Haussler e Hushovd sempre nel vivo della corsa, Hammond, Rasch e Roulston utilissimi gregari. Gli uomini di Maucher compongono senza dubbio il collettivo più positivo della Roubaix 2009, riuscendo a più riprese a trovarsi in superiorità numerica e in grado quindi di giocare più carte per disturbare i piani di vittoria dei vari Boonen e Pozzato. Il terzo posto di Hushovd è degno premio ad un team che ha saputo essere l'unico credibile antagonista della Quick Step nella campagna franco-belga e che ha saputo valorizzare al meglio un corridore ancora piuttosto giovane come Haussler.
Van Summeren e Hoste – 8 e 7,5
Fanno (ottima) gara quasi in simbiosi, al punto che insieme rovinano sullo spagnolo Flecha, finito rovinosamente a terra. Johan dimostra un'eccellente pedalata ed è decisivo nel permettere alla fuga dei sei di prendere il largo; Leif corre con estrema intelligenza, dall'alto della sua esperienza, e pur senza dare l'impressione di poter fare sfracelli resta con i migliori fino alla fine, conclude quarto (con Van Summeren quinto) ed onora come sempre con grande generosità queste che sono le sue corse e pur tuttavia non gli hanno mai arriso pienamente.
Haussler – 7,5
Realmente incredibile la prima parte di stagione del tedesco, arrivato già al Fiandre in inevitabile calo di condizione. E tuttavia, seconda piazza domenica scorsa con un allungo nel finale e splendida prestazione anche oggi. L'ormai ex velocista della Cervélo è proiettato verso scenari molto diversi rispetto ai tempi della Gerolsteiner. Quando all'uscita dall'Orchies attacca insieme a Weylandt, sembra persino impossibile che il buon Heinrich abbia ancora energie fisiche e mentali sufficienti per provare la fuga a oltre 50 km dall'arrivo. Invece il tedesco, che pure perde le ruote dei migliori sull'attacco di Boonen ai -46 km, esce nuovamente alla distanza, profondendosi addirittura in un tardivo inseguimento del sestetto di testa e chiudendo comunque buon 7°.
Team Saxo Bank – 7
Bene per tre quarti di gara, la banda-Riis è solida ma spuntata, soffre l'assenza di un leader sul quale fare affidamento nonostante la pregevole prova complessiva. L'impressione è che con un Cancellara non a mezzo servizio, l'ottimo lavoro di Goss, Breschel, Klostergaard, Ljunqvist e Arvesen sarebbe stata una delle chiavi della corsa.
Wynants, Klostergaard, Knaven - 7
Li prendiamo ad esempio dei fuggitivi della prima ora (Furlan, Cozza, Henderson, Offredo, Sulzberger, Posthuma e Chainel, con loro in fuga oltre al già citato Klier, meritano un 6,5) per diverse ragioni. I primi due riescono a collaborare con grande profitto con i rispettivi capitani anche dopo essere stati ripresi, fornendo una prestazione assolutamente di valore; l'olandese conclude in 24esima posizione e al termine di una gara gagliarda nonostante la carta d'identità, la sua 15esima Parigi-Roubaix.
Flecha - 6,5
Coraggioso come sempre, per una volta unisce alla propensione all'attacco una tattica intelligente ed efficace. Lo spagnolo, certamente meno veloce di Pozzato, Boonen, Hushovd e Haussler, gente in grado di vincere sprint di gruppo, non può né deve rinunciare all'attacco da lontano, ma questa volta sceglie con più cura tempi e modi. Abilissimo nel restare spesso a ruota quando in testa rimangono in sei: meno rapido - come detto - di Boonen, Hushovd e Pozzato, e in inferiorità numerica rispetto ai due Silence, non spetta certo a lui mettersi a tutta in testa al drappello e così Juan Antonio gioca a fare il sornione, si ritrova spesso in ultima posizione e attende gli ultimi settori in pavé per lanciare la stoccata. Peccato che, dopo un paio di allunghi di buona fattura, cada banalmente nella prima curva del Carrefour de l'Arbre, compromettendo la gara propria e quella di Hoste e Van Summeren e condizionando la gara di Pozzato.
Quinziato – 6
Certo, una top-10 alla prima Roubaix corsa da capitano non è da buttare, specialmente considerando che la sfortuna ha messo lo zampino anche nella prova dell'italiano della Liquigas, con quella foratura sul finire dell'Arenberg. Le premesse erano però diverse e parlare di mezza delusione non pare poi troppo ingeneroso: Manuel corre spesso davanti e con generosità, ma non azzecca i momenti decisivi di gara e in generale pare avere una marcia indietro sia dei diretti avversari, sia di quanto ci si aspettasse dopo la superlativa prova al Fiandre.
Chavanel – 6
Appare in comprensibile debito d'ossigeno dopo il grande avvio di stagione. Non particolarmente tonico sul pavé, è bravo a rendersi utile con qualche accelerazione nei tratti di transizione e poi viene fuori abbastanza bene alla distanza.
Cancellara – 5,5
Ci prova, appoggiandosi alla squadra e facendo corsa di testa finché può. Ma una Roubaix non si improvvisa e le gambe presentano il conto fin troppo presto.
Quick Step - 5
Questa volta non supporta a dovere il proprio leader, lasciando l'iniziativa in mano agli altri team. Wijnants nella fuga della prima ora e qualche accelerazione poi da parte di Chavanel e di Weylandt sono le uniche note positive per un team che è parso pallida copia di quello stellare visto al Fiandre. Buon per Lefevere che Boonen, anche per le caratteristiche intrinseche della Roubaix, non abbia avuto poi troppo bisogno della squadra.
Hincapie, Burghardt - 4,5
Lo statunitense fa gara analoga a Cancellara, ma con premesse e attese ben diverse. Respinto nuovamente dal pavé che tanto ama, doveva trovare nel tedesco il logico sostituto nel team Columbia (4,5 anche per loro) per una gara di testa, invece Marcus non s'è praticamente mai visto.
Devolder - 4
Forse appagato - e come dargli torto? - si nota poco brillante fin da subito. Era probabilmente lui l'uomo destinato a rimanere a fianco di Boonen e spianare la strada ai suoi attacchi, ma al contrario costringe il connazionale e compagno di squadra a fare tutto da solo.
Rabobank, Katusha – 3
Per gli olandesi, che pure hanno "trovato" un Hayman discreto, è bocciatura piena per tutta la campagna del Nord. Posthuma e Langeveld erano chiamati a una prestazione di tutt'altro spessore e la caduta di Flecha ha poi fatto il resto. La compagine italo-russa sarebbe passato totalmente inosservato senza la presenza di Pozzato, che nuovamente s'è trovato a fare i conti con le carenze del proprio team.
Stefano Rizzato