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High Road, high speed - Cronosquadre al Team Columbia

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Mai nelle sessantadue edizioni precedenti il Giro di Romandia aveva proposto una cronosquadre, ragion per cui i 14,8 chilometri con partenza e arrivo a Yverdon-les-Bains rappresentavano un inedito assoluto, nonostante ci si continui ad interrogare spesso sull'utilità o meno di questo tipo di prove in brevi corse a tappe (senza dimenticare che l'accorciamento per cause di forza maggiore aveva contribuito ulteriormente a creare una classifica abbastanza corta). Questione di gusti senz'altro, ma tra coloro che non farebbero probabilmente mai a meno di siffatto esercizio non possiamo non annoverare il Team Columbia, che prima del via godeva indiscutibilmente dei favori del pronostico. Quando si può contare sull'apporto di atleti del calibro di Tony Martin, Marco Pinotti o Frantisek Rabon è difficile non pensare ad un risultato diverso da quello che prevede, se non la vittoria, almeno un posto sul podio. Copione quindi prevedibile, con una squadra compatta già nei primi 6 chilometri della prova, che si presentavano come i più difficili poiché quasi tutti progressivamente in salita, in cui i formidabili passisti sopracitati si sono alternati con profitto a menare in testa e con i meno avvezzi, come Cavendish e Lewis, staccati in prossimità del primo intermedio, dove i 9'20" sancivano già il miglior tempo, con 1" di vantaggio su una Caisse d'Epargne che, come vedremo, si è rivelata una delle note positive di giornata. Da lì al traguardo percorso più agevole e vantaggio in progressivo aumento, fino ai 18'37" su cui si fermano i cronometri sul traguardo, ad una media superiore ai 47 orari. Se si pensava ad un deciso antipasto di ciò che potrebbe accadere tra otto giorni in quel di Venezia al via del Giro del Centenario si può tranquillamente prendere in considerazione l'ipotesi di vedere una maglia Columbia vestire la prima maglia rosa della principale corsa a tappe nostrana. Difficile, anzi praticamente impossibile far meglio per chi restava ancora sul percorso, ossia Fuji Servetto e Astana, che hanno vissuto entrambe a loro modo una giornata difficile: per i primi, che avevano Serrano al 2° posto della generale, una foratura di Camano nel tratto in salita è costata diversi secondi persi ed alla fine il penultimo posto nell'ordine d'arrivo (19esima formazione su venti, staccata di 1'11") è la prova più eloquente di ciò; per i secondi lo stesso leader Rast ha pagato oltremodo gli sforzi degli ultimi giorni, perdendo contatto a circa 1,5 km dal primo rilevamento cronometro, lasciando quindi i compagni davanti a giocarsi la tappa. Alla fine ottava posizione finale per i kazaki con un distacco di 34".
Accennavamo prima alla Caisse d'Epargne, che ha scelto proprio questa giornata per mettere in mostra un Alejandro Valverde in palla e deciso a trascinare i compagni ad un risultato più che lusinghiero. È stato infatti il murciano, reduce dalla deludente campagna sulle Ardenne e fin qui non troppo brillante neanche sulle strade svizzere (senza dimenticare l'attesa per ciò che potrà accadere tra una decina di giorni per le note vicende), a prendere in mano la situazione nel tratto iniziale, rischiando addirittura di staccare i propri compagni. Un solo secondo di distacco pagato in cima al primo rilevamento, 10" quelli accusati al traguardo ed una decisa iniezione di fiducia in vista della tappa di domani, in cui un Valverde a meno di 20" dalla vetta della generale potrà ancora dire sicuramente la sua. Podio di giornata completato dalla Saxo Bank, a lungo in testa in questa cronosquadre ed alla fine staccata di 16", col deciso rammarico di Bak, che si è visto sfilare per 1" la leadership della generale da Rabon, visto che è stato proprio il ceco a riprendersi le insegne del primato dopo il vittorioso prologo inaugurale.
Buon quarto posto per la Liquigas a 24" (con Kreuziger, staccato ora di 34" ancora in piena corsa per il successo) mentre a seguire stesso tempo per Silence-Lotto (ottima all'intertempo con il terzo parziale assoluto, ha finito col pagare la seconda parte, dopo che già in salita con Evans e Gilbert erano rimasti solo tre compagni di squadra), Katusha e Cervélo, tutte distanziate di 25". Prova deludente per la Rabobank di Menchov (indietro già all'intertempo e preoccupata di non perdere per strada Freire per non restare con solo quattro atleti), decima a 39" e per una Garmin da sempre abituata a ben altri piazzamenti in questo tipo di prove ma priva dei suoi pezzi da novanta (leggasi gente come Zabriskie, Millar o Vande Velde) in grado di consentire agli americani di lottare per il successo: per loro 12.ma piazza a 45". Detto di Rabon in testa con 1" su Bak, il Team Columbia piazza nelle zone alte anche Martin (3° ora a 8") ma soprattutto Siutsou (5° a 21") ed il nostro Morris Possoni (7° e miglior italiano a 22") in attesa che la tappa di domani con arrivo a Sainte-Croix dopo quattro Gpm dia finalmente una decisa scrollata ad una generale ancora troppo corta.
Chiosa finale per Florent Brard della Cofidis, protagonista di una lunga fuga ieri: per il francese, già campione nazionale contro il tempo in passato, gli sforzi si sono fatti sentire oltre misura, se è vero che ora sarà costretto a tornare a casa perché giunto fuori tempo massimo, dopo aver perso contatto nei primissimi chilometri della cronosquadre.

Nel giorno della festa dei lavoratori il pensiero degli appassionati di ciclismo non può non giungere in quel di Francoforte, per il tradizionale appuntamento che per l'edizione 2009 ha presentato una nuova denominazione: se per decenni siamo stati infatti abituati a chiamare questa corsa GP di Francoforte o Henninger Turm, questa volta ci siamo trovati di fronte all'Erschborn-Frankfurt City Loop.
Per non correre il rischio di farci venire il mal di testa meglio passare quindi a celebrare immediatamente Fabian Wegmann, che dopo un Trittico delle Ardenne non troppo entusiasmante, si è regalato in maglia di campione nazionale il primo successo in stagione, precedendo nello sprint a due un Karsten Kroon capace di vincere già per due volte questa gara (nel 2004 e 2008) ma a cui non resta che l'ennesima piazza d'onore. I due avevano preso il largo nel finale da un tentativo a sette sviluppatosi per la maggior parte della gara ed in cui era presente anche un ottimo Knees, abile a favorire il compagno e a completare la festa Milram col terzo posto sul podio. Buona prova anche per Matteo Carrara, anch'egli riuscito ad entrare nell'azione buona, che ha terminato la gara in settima posizione.


Vivian Ghianni

 

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