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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Simon Clarke

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Questa settimana ci dedichiamo al ventiduenne originario della splendida Melbourne, campione australiano under 23 anno 2008: Simon Clarke. Ebbene sì, questo ragazzo lascia ogni anno la splendida Australia per passare dieci mesi immerso nelle competizioni in Italia e in Europa. Dal 2009 non vestirà più la maglia della SouthAustralia, infatti è passato in un team a matrice italiana, l'Aeronautica Militare-Amica Chips-Knauf. Simon è un ragazzo frizzante con grinta da vendere e ne ha già dato prova classificandosi nella top ten del Trofeo Laigueglia e del GP dell'Insubria.
Ciao Simon, come ti trovi in questa squadra?
«Ciao a tutti! Con questa squadra mi trovo benissimo. È un team tutto nuovo, siamo coordinati dal direttore sportivo Giuseppe Martinelli, un nome molto famoso direi! Sono molto felice di avere lui come maestro, visto che ha guidato grandi campioni alla Mercatone Uno ed alla Saeco, come Marco Pantani e Damiano Cunego. L'organizzazione interna è ottima e gli altri corridori sono molto gentili nei miei confronti. La cosa più positiva è che, essendo gran parte dei corridori italiani, sto migliorando molto la lingua!».
Come hai iniziato la stagione 2009?
«La mia stagione è iniziata con il campionato australiano ai primi di gennaio, il Tour Down Under con la squadra nazionale australiana, e poi il GP Costa degli Etruschi, il Trofeo Laigueglia, il GP dell'Insubria e il GP Lugano».
Cosa mi dici del fenomeno mediatico Armstrong fra i corridori partecipanti al Tour Down Under? E gli spettatori come hanno reagito?
«Per noi corridori non è cambiato un granché, è stato solo un po' strano, soprattutto per me, essendo giovane, avere in gruppo un grande campione come Lance Armstrong. Il pubblico invece era in delirio! Milioni di persone, forse ancora di più che al Tour de France. È stato incredibile, mai visto una cosa del genere in vita mia».
La tua vita è divisa fra due nazioni cosi lontane come Italia e Australia. Ti pesa ogni tanto questa lontananza da casa?
«Per niente! La cosa più bella è che vivo sempre in estate, mi sposto insieme al bel tempo! Per un ciclista non è niente male. Torno in Australia a fine anno, a novembre, e ritorno in Italia solitamente dopo il Tour Down Under. La mia base italiana è Castronno, dove abito in uno degli appartamenti di Pietro Scampini, famoso scultore del Varesotto che ha esposto molte delle sue opere durante i mondiali di Varese 2008».
Qual è il sogno nel cassetto di Simon Clarke?
«Per quest'anno è quello di correre almeno uno dei grandi giri e di riuscire a fare mia una vittoria di tappa, mentre più a lungo termine vorrei correre il Tour de France, ma questo penso sia un po' il sogno di tutti i corridori che avete intervistato nella vostra rubrica!».
Quali sono gli hobby di Simon Clarke al di fuori della bici?
«Quando sono in Australia pratico surf, da buon australiano, e golf».
Quando hai iniziato a correre? Parlaci della tua storia...

«Ho iniziato ad andare in bici a 15 anni. Differentemente dalla maggior parte dei corridori, nessuno in famiglia era appassionato di ciclismo e iniziai a correre tramite la scuola. In Australia c'è grande interesse per tutti gli sport e a ogni bambino viene data la possibilità di trovare la propria dimensione e praticare lo sport più adatto a lui. È andata così, ed eccomi qui! Comunque adesso si è appassionata un po' tutta la mia famiglia, specialmente mio papà».
Quali sono i corridori che più stimi in gruppo?
«Scusatemi, ma sono di parte! Per coesione nazionale vi devo rispondere che i corridori che stimo di più sono quelli australiani!Mi piacerebbe essere in una squadra nazionale, un po' come stanno facendo adesso in Inghilterra... hanno annunciato poco tempo fa che nel 2010 nascerà un squadra tutta made in U.K.; non sarebbe male un team del genere anche in Australia».


Stefania Bardelli

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