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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Enrico Rossi

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Forse i podi al Laigueglia ed all'Insubria, uniti ai piazzamenti al Giro del Mediterraneo, alla Tirreno-Adriatico, alla Milano-Sanremo ed alla Coppi&Bartali, con l'ultima apparizione italiana legata al 4° posto del Giro di Toscana, non lo rendono esattamente un "non celebre". Classe 1982, il romagnolo Enrico Rossi è un passista veloce che non ha paura di andare in fuga, anche con azioni solitarie da molto lontano. Lo raggiungiamo dopo il circuito post-Giro di Arona, e scambiamo con lui quattro chiacchiere.
Come è andata?
«Bene dài, in certe manifestazioni non conta tanto il risultato quanto lo spettacolo e ieri sera c'era davvero tanta gente, in più sono stati raccolti anche parecchi fondi per l'Abruzzo».
Per chi non ti conoscesse, chi è Enrico Rossi?
«Un ragazzo di Torriana, paese in provincia di Cesena, che ha sempre avuto la passione del ciclismo ed ora ne ha fatto il suo lavoro. Ho 27 anni, compiuti il 5 maggio, e corro per la Ceramica Flaminia-Bossini Docce».
Quale è stato il percorso che ti ha portato fin dove sei oggi?
«Ho iniziato presto, nella categoria Giovanissimi in una squadra di un amico di famiglia, poi sono passato alla Juvenes di San Marino e poi... ho corso da solo, in una squadra gestita da mio papà con la quale sono arrivato fino ai dilettanti, per poi appoggiarmi ad altre società fino a che non ho vestito i colori della Pagnoncelli».
Quindi sei passato professionista.
«Proprio così, ho esordito nella stagione 2007 con la OTC Doors-Lauretana: inizialmente ho un po' faticato a trovare il ritmo dei professionisti, ma poi mi sono adattato e sono anche riuscito a vincere una corsa, la quinta ed ultima tappa del Giro di Slovenia. Mi ricordo molto bene quel finale, c'era un tempo da lupi e per di più si arrivava sul pavé: un vero caos, ma ne sono uscito bene!».
Ed ora sei alla terza stagione...
«Esattamente: l'anno scorso, sempre con la NGC-OTC, ho ottenuto un'altra vittoria, nel Memorial Pantani, ed altri piazzamenti di rilievo, mentre per il 2009 sono approdato alla Ceramica Flaminia-Bossini Docce».
Si è parlato molto di questa formazione, soprattutto per la questione inviti al Giro. Come ti trovi?
«È una bella squadra, molto organizzata e motivata. L'invito al Giro ci avrebbe sicuramente facilitato nel compiere un ulteriore salto di qualità, proiettandoci nell'olimpo del ciclismo mondiale, invece ci toccherà aspettare un altro anno. Ma non demordiamo!».
Tornando al ciclismo pedalato, la stagione in corsa come sta andando? Che programmi hai?
«Sto riuscendo a trovare la condizione ogni anno un po' prima, infatti quest'anno ho già vinto al Circuti de La Sarthe. Solitamente punto proprio sull'inizio di stagione, perché soffro i primi caldi, tuttavia vorrei fare bene ai Campionati Italiani di Imola, che sono nella mia regione. Per prepararmi parteciperò a breve alla Route du Sud in Francia».
Quando non sei in bici?
«Sono un ragazzo normalissimo... relax, amici, musica».
Di certo non ti manca l'appoggio della famiglia.
«È sicuramente un aiuto, perché la giornata in casa ruota attorno agli allenamenti ed è bello avere una passione comune. Non corriamo solo io e Vania, c'è anche il nostro fratellino di quindici anni che veste la maglia della squadra di casa e nel cross se la cava benino...».
A proposito di Vania, stai per diventare zio...
«Eh già, manca meno di un mese e mi devo ancora abituare all'idea. Sappiamo che sarà un maschietto e se vorrà salire in bici anche lui non dovrà fare altro che chiedere consiglio al papà».
Cosa vuoi dire ai tuoi tifosi?
«Li invito a seguirmi sul sito
www.erryred.com, che cura un mio amico ed è on line da un mese. C'è anche il link alla mia pagina su Facebook, chi mi volesse conoscere non deve fare altro che cliccare!».

Davide Podestà

 

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