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Grazie a tutti per lo show - Colom, Sánchez & Co; T-A: Klöden

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Si è appena conclusa l'ultima tappa ma questa Parigi-Nizza un po' ci manca già: una corsa spettacolare, mai scontata e che ci ha tenuti incollati allo schermo ogni giorno soprattutto per merito dei corridori.
Il protagonista assoluto, non ce ne vogliano gli altri, è stato però Alberto Contador dal momento che il madrileno ha fatto e disfatto la corsa riuscendo, tra vittorie di tappa e crisi, a far parlare di se ogni giorno nonostante il successo finale sia andato ad un altro spagnolo, Luis León Sánchez Gil.
Dopo la crisi di ieri tutti si attendevano un tentativo di riscatto da parte del leader della Astana ma nessuno probabilmente si sarebbe aspettato di vederlo all'attacco già sulla prima salita di giornata, il Col de Porte, dopo appena 41 km dal via e a ben 78 km dal traguardo: in quel momento in testa c'era un gruppo di 25 corridori (tra cui due compagni di Contador, Dyachenko e Popovych, e due italiani, Nocentini e Bandiera) con una trentina di secondi di margine sul plotone. Appena rientrato sui primi Contador allunga nuovamente portandosi appresso solo Taaramae, Casar, López García e Hernández - con quest'ultimo che si staccherà poco dopo - e, complici anche due forature del capoclassifica Sánchez Gil, i quartetto di testa riesce a scollinare con un margine di circa 2'10", sufficiente per portare in casa Astana almeno la leadership virtuale.
Nella lunga discesa il gruppo maglia gialla si rinfoltisce ed in testa al gruppo Caisse d'Epargne e, sopratutto, Saxo Bank tengono un'andatura sostenutissima riducendo il distacco fino a 15" proprio a piedi della seconda salita di giornata, quella che portava a La Turbie. Appena inizia la salita dal drappello dei battistrada si staccano il giovane estone Taaramae ed Hernández (che era rientrato con un bel numero in discesa) ma il vantaggio torna a crescere: López García rimane giustamente passivo per proteggere il compagno in maglia di leader ma Contador e Casar spingono a fondo e al Gpm il distacco del gruppo, tirato da Fuglsang e Perget, è di 50". In discesa la maglia gialla torna a recuperare terreno e all'inizio del Col d'Eze, ultima asperità della tappa, la differenza è nuovamente intorno ai 20": Contador attacca subito staccando prima Casar e subito dopo anche López García che si rialza per aspettare Sánchez. A circa 2 km dalla vetta arrivano le prime scintille anche in gruppo con l'attacco di Colom, prontamente seguito da Frank Schleck ed Evans mentre la maglia gialla non risponde e sale con un passo regolare. In vetta Contador può vantare ancora un margine di 15" sui tre inseguitori mentre ciò che resta del gruppo è a 25": la Caisse d'Epargne è riuscita a mettere in cassaforte il successo finale ma la lotta per il podio e per la vittoria di tappa è ancora apertissima.
Nella picchiata finale verso Nizza c'è ancora spazio per alcuni colpi di scena: Evans perde contatto da Colom e Schleck che a loro volta riescono a riportarsi su un Contador da applausi, mentre più indietro Chavanel cade rischiando quindi di perdere un posto sul podio (riuscirà a rientrare grazie ad un ottimo lavoro dell'ammiraglia Quick Step). Sotto la flamme rouge il margine del trio di testa è ancora di 22" e ormai è certo che saranno loro a giocarsi il successo: Schleck tira per guadagnare terreno e almeno il secondo posto in classifica e Colom lancia la volata ai 200 metri e non perderà più la testa fino all'arrivo. Per Contador un secondo posto inutile come risultato in se ma grandioso per la reazione d'orgoglio grazie alla quale è arrivato. Grazie al terzo posta Schleck riesce a scavalcare al secondo posto della generale Chavanel giunto in gruppo, regolato dal giovane Hivert, staccato di 17".
Luis León Sánchez riesce quindi a vincere finalmente la classifica finale della Parigi-Nizza, una corsa che spesso lo ha visto protagonista, soprattutto grazie alla sua indole di grande attaccante e ad una squadra molto solida, ossia ciò che è più mancato a Contador. Decisamente negativo il bilancio per i corridori italiani: due terzi posti di Lorenzetto e il 16° posto della generale di Nocentini sono un po' poco, specie se si considera il "dominio" dell'anno scorso. (Sebastiano Cipriani)

E se l'Astana torna dalla Parigi-Nizza senza podio finale e con mezze pive nel sacco (per quanto possano considerarsi tali le due tappe vinte da Contador e lo spettacolo offerto dal madrileno quest'oggi), sul fronte italiano la corazzata di Bruyneel ha di ché sorridere grazie al successo a cronometro del tedesco Andreas Klöden; non certo una sorpresa, per carità, ma aver rifilato 20" a Devolder e soprattutto 21" a Lövkvist, 58" a Gerdemann e 1'07" a Vincenzo Nibali - i tre corridori che sembravano dividersi col tedesco i favori del pronostico alla vigilia di questi 30 km contro il tempo che hanno portato il gruppo da Loreto a Macerata - è una gran bella iniezione di fiducia per il team kazako, col 33enne tedesco a ricordare al management del team che sì, è vero, ci sono Contador, Armstrong e Leipheimer, ma qualche credito - in ottica grandi corse - si aspetta di poterlo vantare anche Klödi.
Anche se poi non è assolutamente sicuro che l'Astana mercoledì possa vantarsi di aver vinto questa Tirreno-Adriatico, perché se è vero che fin qui la 'Corsa dei due Mari' è stata banalotta (in termini di classifica generale), domani lo scossone ad un'Astana non certo presentatasi in ghingheri alla partenza da Cecina potrebbe arrivare dalle schegge impazzite che i team Professional si sono affrettate ad annunciare pochi secondi dopo il termine di questa lunga (lunghissima, anzi, per una breve corsa a tappe) e massacrante cronometro.
Non vogliamo assolutamente seguire Di Luca, né il recente andazzo di RCS Sport, nel dichiarare che la tappa di domani sarà «una Liegi» (e così, dopo l'Eroica che «è un mix tra Fiandre e Roubaix» e il muro di Montelupone «molto più duro del muro di Huy», abbiamo fatto l'en plein), ma sicuramente come profilo altimetrico e come chilometraggio i 235 km da Civitanova Marche a Camerino rappresenteranno la tappa per eccellenza: il finale sembra disegnato bene, coi 1455 metri di altitudine del Sasso Tetto (o Valico di Santa Maddalena) - più di 10 km al 7,5% di pendenza media - che scollineranno a circa 43 km dall'arrivo; però dalla vetta a Camerino ci sarà poca pianura (se non per niente) e sarà dura recuperare per chi sarà costretto ad inseguire.
Dicevamo delle schegge impazzite, ed abbiamo già citato Di Luca: l'abruzzese, dopo la discreta prova di ieri a Montelupone, oggi se n'è stato tranquillo, chiudendo a 2'26" dal tedesco e tenendo buona la tappa per il suo vero obiettivo di questa Tirreno. Non la classifica finale, ma la tappa di Camerino. Il capitano della LPR potrà contare sull'alleanza trasversale di altri team Professional, con la Acqua&Sapone di Garzelli (oggi ad appena 41" da Klöden) e soprattutto la Diquigiovanni-Androni del trio composto da Simoni, Rebellin (oggi a 1'23") e dalla vera sorpresa di questa cronometro, il marchigiano Michele Scarponi, capace di chiudere la sua prova a 21" dal tedesco (4° posto). Probabilmente anche la Liquigas di un deludente Nibali (nonostante il 6° posto in classifica a 1'07" dal nuovo leader) e di un sufficiente Basso (a 1'14" oggi e a 1'25" [8° posto] in classifica) potrebbe inventarsi qualcosa, ma i tre team Professional ci sembrano molto più convinti e motivati nel provare a far saltare il banco "straniero".
Eh sì, perché oltre a Klöden domani ci sarà da staccare anche Lövkvist; lo svedese, che all'Eroica e a Montelupone ha dimostrato egregi miglioramenti nei finali all'insù, oggi s'è dovuto difendere dall'attacco del tedesco, pagando 21" (per qualche centesimo meglio di Scarponi) e trovandosi così scavalcato in classifica dal capitano dell'Astana di 6". Margine più che recuperabile, soprattutto perché - come dicevamo - l'Astana ha già perso per via di una caduta l'unico corridore (Brajkovic) che poteva dare una mano concreta a Klöden, mentre il Team Columbia ha come frecce al proprio arco Hincapie e Siutsou, sicuramente più spendibili del pur bravo kazako Iglinskiy in una tappa come quella di domani.
L'armata Professional, però, sorride guardando alla classifica generale: Scarponi è il meglio piazzato (3° a 21" dal leader), seguito da Garzelli (4° a 41") e da Rebellin (5° a 1'02"); a questi attaccanti una mano potrebbe giungere da corridori fuori classifica come Devolder e Coppel (nella top ten oggi), così come l'ipercitato Di Luca e un certo Andy Schleck, che proprio alla Liegi lo scorso anno offrì una delle sue migliori prestazioni di sempre e che oggi è andato veramente troppo piano (con 44'01" ha pagato qualcosa come 2'33" al vincitore) per non pensare ad una gamba salvata in vista di domani.
Le note "stonate" arrivano da Ballan, che non è partito neanche da Loreto per via del riacutizzarsi di quei problemi gastrointestinali che lo avevano lasciato al palo già dall'Eroica; e da Cancellara (oggi a 4'15" da Klöden), sempre più "romantico", che veleggia nelle ultime posizioni di classifica e che difficilmente vedremo competitivo alla Sanremo, ma anche al Fiandre (mentre per la Roubaix qualche chance c'è).
Si sono invece equivalsi i due protagonisti - fino ad oggi - della corsa: El Fares e Joaquím Rodríguez hanno chiuso rispettivamente a 2'42" e 2'52" da Klöden ed ora sono 16esimo e 19esimo nella generale. Buone notizie arrivano da alcuni giovani stranieri come Ignatiev, Gesink e Boasson Hagen (5°, 6° e 8° di tappa), ma anche da quelli nostrani, perché il classe '86 Capecchi è 14esimo nella generale a 2'09" dalla leadership, precedendo di 4" (e una posizione) quel Filippo Pozzato che pare stia ritrovando una forma degna del nome.

Mario Casaldi

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