E se comincia già così... - Contador, cronobiglietto da visita
Versione stampabileIl favoloso mondo di Amilly: dove se non in Francia? Ma non vi vengano in mente morette tutte smorfie e capelli a caschetto, qui di caschetto c'è solo quello in protoresina diamantata (o qual diavolo di materiali iperaerodinamici si usano oggidì) e anche se Alberto Contador un po' di nasino all'insù può pur dire di averlo, nella cittadina di Amilly (per l'appunto), sotto la pioggia battente, si notavano di più le sue gambe.
Ovvero quegli splendidi arnesi del mestiere che hanno condotto il madrileno a dominare la cronometro d'apertura della Parigi-Nizza. E dire che non era il caso di rischiare, sull'asfalto viscido (per quanto il percorso non avesse praticamente punti pericolosi); e dire che siamo ancora all'alba di marzo e di una stagione che per Alberto comporterà il gravoso compito di tornare a vincere il Tour de France, allineando alle sue spalle anche la concorrenza interna di casa Astana.
E dire, infine, che se proprio ci teneva alla classifica della Course au Soleil, Contador poteva ben rinviare il momento del suo exploit a qualcuna delle varie tappe di più o meno alta montagna che si susseguiranno a partire da mercoledì. Niente, quelle gambe da gazzella non ce l'hanno fatta a rallentare, e hanno condotto il loro fortunato (per il fatto di averle) proprietario al successo di giornata e al conseguente primato in classifica. Quel che lascia sempre più affascinati nel castigliano è la sua incredibile puntualità. Inesorabilità. Va alla Volta ao Algarve, paradigma della gara febbraiola propedeutica per un buon inizio di stagione, e se la pappa senza complimenti (ma con un po' di condimenti: un secondo posto sul traguardo in salita di Alto de Malhão e la vittoria nella lunga crono - 33 km - del giorno dopo).
Va alla Parigi-Nizza, che con quell'arrivo sulla Montagne de Lure nella sesta frazione pare fargli insistentemente l'occhiolino, e mette subito tutti in riga, ben prima delle prime salite. Un fenomeno, anche se da come esulta lo dovremmo soprannominare il Pistola. Ma non lo meriterebbe, questo sberleffo, visto che stiamo parlando dell'unico corridore di cui oggi potresti dire "è il più forte del mondo" senza essere corroso dai dubbi subito dopo una tale affermazione.
E magari è il caso di parlare un po', di questa crono di Amilly, 9,3 km molto bagnati e molto veloci, coi 50,346 orari del vincitore. 11'05" ci ha messo, Albertino, e quando è arrivato a spazzare l'aia da tutti i galletti rivali, sul trono del leader provvisorio era seduto Bradley Wiggins, che con 11'12" era stato più veloce di tutti quelli che l'avevano preceduto e anche dei favoriti che hanno corso dopo di lui: LL Sánchez aveva sfiorato il sorpasso, arenandosi a 2" dal britannico; Tony Martin a 4", David Millar a 7", Chavanel a 19" come Colom, Evans piuttosto a spasso a 31". Vande Velde caduto e rotolato a 1'15"; Pinotti migliore degli italiani a 29" (quattordicesimo).
Poi, come ampiamente detto, Contador ha rimesso tutta la mobilia di casa a posto e ha potuto far stendere il tappeto rosso per il suo regale arrivo e per l'immediato dirottamento sul gradino più alto del podio. Non ha la partecipazione degli anni scorsi, questa Parigi-Nizza: il percorso complicato ha convinto molti a volgere lo sguardo alla più amichevole Tirreno-Adriatico; eppure se al primo giorno abbiamo già un Contador che ha fatto per intero (e anzi più dell'intero) il suo dovere, il bilancio va all'attivo. Domani Lorenzetto duellerà con Steegmans e pochi altri uomini veloci per aggiudicarsi l'arrivo di La Chapelle-Saint-Ursin: visto che per gli sprinter non ci saranno che questo e il successivo traguardo, c'è da giurare che Lampre e Katusha faranno di tutto per preparare il terreno alla volata dei loro favoriti del momento. E, ciò facendo, non dispiaceranno certo alle armate celesti (nel senso del colore della maglia: va bene la deferenza verso il più forte, ma tutto ha un limite!) impegnate nella scorta del Capitano Contador.